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16/09/2015

Convenzione ONU e nuove prospettive per l'accertamento dell’invalidità

In Italia sono oltre 3 milioni le persone con grave disabilità, ma meno di 2 hanno l'indennità di accompagnamento. L'incontro pubblico organizzato da FISH a Roma con il Ministro Poletti per presentare una proposta di riforma

 

«In Italia ci sono 3,1 milioni di persone con grave disabilità (dati ISTAT), ma i titolari di indennità di accompagnamento sono solo 1 milione e 933 mila (fonte INPS): nel nostro paese vivono dunque 1 milione e 250 mila persone che non percepiscono indennità pur essendo nelle condizioni sanitarie che la richiedono, cioè impossibilitati a svolgere semplici atti quotidiani della vita». Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana Superamento Handicap ha aperto in questo modo, «partendo dai numeri veri» l’incontro pubblico organizzato ieri, 16 settembre, dalla Federazione sul “nuovo paradigma della Convenzione ONU”.

 

Questo dato, da solo, indica che oggi l’accertamento dell’invalidità in Italia non funziona come dovrebbe e che è giunto il tempo di riformarlo. Così all'incontro FISH ha presentato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, ai parlamentari e referenti istituzionali presenti, una concreta proposta di riforma del processo di accertamento di invalidità e disabilità, partendo dalla visione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, secondo cui «la disabilità è un concetto in evoluzione ed è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri».

 

Come ha spiegato Carlo Giacobini, Direttore di Handylex.org «l’attuale sistema di accertamento è frammentato, prevede una serie di valutazioni differenti e non integrate, chiama in gioco fino a 25 persone tra medici, operatori sociali e amministrativi per produrre alla fine un verbale che non ha alcuna utilità in termini di una progettazione individualizzata che favorisca l’inclusione delle persone con disabilità, come vuole la Convenzione ONU. Bisogna dunque semplificare il processo di accertamento e renderlo più efficace, integrando una valutazione di base, identica in tutta Italia, con una valutazione multidimensionale legata al progetto individuale, ai servizi, prestazioni e provvidenze presenti nel territorio di riferimento di ciascuna singola persona con disabilità».

Il Ministro del Lavoro, Poletti, presente all’incontro, ha evidenziato che «grazie all’Osservatorio sulla Convenzione ONU e al piano di azione sulla disabilità, condiviso dal Governo e da tutti i rappresentanti delle Associazioni, all’interno di un confronto talora aspro tra i diversi approcci, stiamo provando a costruire un disegno organico di politiche per la disabilità. Ma dobbiamo tutti imparare a superare steccati ideologici, a guardare alle norme non tanto nella loro astratta formulazione quanto negli esiti che producono, nell’impatto che hanno sulla vita delle persone. E se i risultati non sono quelli attesi, siamo pronti a confrontarci con le organizzazioni delle persone con disabilità per cambiare e migliorare, prendendoci la responsabilità dei cambiamenti che andremo a introdurre».

 

Confronto costante, concretezza di approccio e corresponsabilità saranno le vie maestre che l’attuale Governo ma anche FISH intendono continuare a sviluppare nei prossimi mesi, come ha evidenziato il VicePresidente Nazionale di FISH Mario Alberto Battaglia a conclusione della tavola rotonda che ha visto la partecipazione di Poletti: «FISH e le Associazioni che la compongono garantiscono l’impegno a stare in questo percorso comune, a contribuire al cambiamento delle politiche e del quadro delle normative socio-sanitarie, partendo sempre dalle persone, dalle urgenze, dai diritti che devono essere esigibili da tutti, in qualsiasi territorio vivano».