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26/10/2021

A Martina Absinta il Premio Rita Levi Montalcini 2021

 

È stata a fare ricerca negli USA dal 2012 ed recentemente rientrata a lavorare al San Raffaele di Milano, in piena pandemia, appena dopo aver partorito Jacopo, il suo secondo bimbo, che oggi ha 14 mesi. Vive a Caravaggio, in provincia di Bergamo, nella casa di famiglia, con suo marito e i loro due figli, Giulia di 3 anni e Jacopo: «Ho conosciuto mio marito negli USA, lui è di Bassano del Grappa, e sono rientrati in Italia assieme. È un ricercatore biologo, ha scoperto il gene GPR01 associato al gigantismo causato da tumori della ghiandola ipofisaria e continua a lavorarci all’Istituto Humanitas di Rozzano. È importante vivere avendo al proprio fianco una persona che capisce fino in fondo anche il mondo della ricerca. Sono una persona fortunata».

La dottoressa Martina Absinta, 40 anni, fresca vincitrice del Premio Rita Levi Montalcini ha lo sguardo luminoso e un sorriso limpido mentre ci parla un po’ di sé e, mettendosi due volte la mano sul cuore, ci dice: «sono profondamente onorata e vorrei ringraziare AISM e la sua Fondazione per questo importante riconoscimento del lavoro scientifico svolto principalmente negli ultimi dieci anni».

 

Un percorso che ha viaggiato sull’asse Italia–USA e che, come dice lei stessa «ha portato in evidenza sempre di più il ruolo importante delle “lesioni cronicamente attive” e dell’infiammazione cronica, mediata dalla microglia e dagli astrociti, nella progressione clinica della SM. Abbiamo aggiunto un tassello nuovo nella conoscenza di questa malattia e individuato il potenziale utilizzo di queste lesioni cronicamente attive come biomarcatore in trial clinici di nuova generazione».

 

A sentire la dottoressa Absinta, il bello di un percorso di assoluta eccellenza – che tra poco guarderemo più da vicino –, è che «poter fare ricerca è un privilegio. Il tuo lavoro è quello di scoprire i meccanismi alla base di una malattia seria come la sclerosi multipla e potenzialmente curarla. Vorrei che le persone con sclerosi multipla possano vivere fino in fondo la vita che vogliono vivere e che possano dimenticarsi di avere questa malattia. È un compito davvero gratificante, indipendentemente dallo stipendio o dai successi».

 

 

C’è dunque un segreto, chiaramente, dietro alla storia della dottoressa Absinta: ama il suo lavoro, appassionatamente. Ama le persone. Ama la vita, quella degli altri e la sua: «Voglio fare ricerca e voglio vivere la mia vita, avere una famiglia, essere la mamma felice di figli felici. C’è un tempo per tutto, basta organizzarsi».

 

Incontrare altri mondi: la strada del presente e del futuro è “connettersi”

Dentro questo “tutto”, c’è anche il fatto che Martina Absinta ama viaggiare e connettersi con altri mondi, altrimenti non sarebbe diventata la ricercatrice che è: «Nel 2011 ho chiesto al Prof. Massimo Filippi, con cui ho fatto la tesi di laurea in Medicina e iniziato concretamente ad appassionarmi alla ricerca scientifica, di indirizzarmi verso gli Stati Uniti per fare ricerca in ambito neuropatologico (sul tessuto cerebrale autoptico di pazienti con sclerosi multipla) abbinata con studi di risonanza magnetica ad altissimo campo (a 7 Tesla). Sono quindi stata indirizzata al National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS) degli NIH (National Institutes of Health), in Maryland, sotto la guida del Dott. Daniel Reich, che da poco aveva aperto un gruppo di ricerca e utilizzava la risonanza a 7 Tesla. I miei studi, quelli che mi hanno portato al Premio Rita Levi Montalcini, vengono principalmente da lì».

 

Del resto non è un caso che la citazione preferita della dottoressa Absinta riguardi il viaggiare: «Viaggia più che puoi. Per quanto puoi. Finché puoi. La vita non è fatta per essere vissuta in un solo posto. Noi – continua  -  non possiamo restare fermi nel posto in cui siamo, neanche se è un centro di eccellenza della ricerca come, nel mio caso, il San Raffaele di Milano. Ad un certo punto devi partire, andare fisicamente nei posti dove si fa l’innovazione, per esserne parte attiva. È bello e necessario interagire con altre culture, altri modi di pensare, altri modi di vedere lo stesso problema. L’incontro e il confronto con altri modi di pensare mi ha arricchito moltissimo. Ho usufruito di risorse a cui non avrei mai potuto avere accesso se fossi rimasta sempre al San Raffaele, da dove sono partita. Ora sono tornata qui, ma con un bagaglio di conoscenze e con un network di esperti anche in altri settori scientifici, dalla biologia all’informatica, fondamentali nel mio percorso di ricerca».

 

«Il cuore della mia ricerca»

Entriamo allora un po’ anche noi in questo percorso. «I neuropatologi – racconta ora la dottoressa Absinta – avevano da tempo individuato, nei tessuti autoptici  di pazienti con forma progressiva di malattia la presenza di un particolare tipo di lesioni chiamate “cronicamente attive”, ma, fino a 10 anni fa circa, non si erano mai viste in risonanza magnetica. Proprio la nuova tecnologia sviluppata con i macchinari a 7 Tesla ci ha permesso finalmente di osservarle anche nelle immagini raccolte in vivo come lesioni con un orletto paramagnetico. Sono il cuore delle mie ricerche. Queste lesioni cronicamente attive sono specifiche della malattia umana. Abbiamo scoperto che si espandono lentamente nel tempo e che la demielinizzazione al loro bordo continua a danneggiare gli assoni per anni.

 

Immagine  MRI di lesioni cronicamente attive, ottenuta con macchinario a 3 Tesla

 

Dobbiamo pensare di avere nel cervello degli hotspot (punti caldi, letteralmente) che continuano a procurare del danno senza esserne consapevoli. Seguendo nei pazienti l’andamento di queste lesioni in pazienti sin dalla loro nascita, si vede che questa infiammazione impedisce alle lesioni di ripararsi ed infatti restano completamente demielinizzate».

 

«Il podio delle mie pubblicazioni»

Nelle motivazioni del Premio Rita Levi Montalcini oggi assegnato a Martina Absinta è scritto che «è autore di 78 pubblicazioni scientifiche pubblicate su importanti riviste scientifiche internazionali. Di queste, 22 sono da lei firmate come primo o 2 come ultimo nome», ossia come ricercatore principale e/o coordinatore degli studi. «Volendo identificare un ideale podio, ricorderei anzitutto lo studio del 2016 in cui abbiamo seguito queste lesioni dalla loro nascita e scoperto che l’infiammazione cronica ne impedisce la rimielinizzazione. Nel 2019 un mio ulteriore studio pubblicato su Jama Neurology ha mostrato come queste lesioni rappresentino uno dei fattori che contribuiscono alla progressione di malattia: le persone con tante lesioni cronicamente attive hanno disabilità fisica e cognitiva ad esordio più precoce di coloro che non ne hanno.  Più recentemente, (Martina Absinta et al, A lymphocyte-microglia-astrocyte axis in chronic active multiple sclerosis Nature 2021 Sep;597(7878):709-714.) ho analizzato il profilo trascrittomico a singola cellula di oltre 66.000 cellule presenti sul bordo della lesione cronicamente attiva, nel centro della lesione (core), e nella sostanza bianca esterna alla lesione in persone con SM. Ho confrontato questi profili con quelli individuati in soggetti senza malattie neurologiche, e ho ricostruito una mappa estremamente dettagliata delle popolazioni cellulari e delle loro interazioni. Ora questa mappa può e deve consentirci di identificare meccanismi cellulari e potenziali target terapeutici per fermare questa infiammazione cronica».

 

«Il valore dell’essere in network»

Quando arriviamo da un viaggio, abbiamo già in testa e nel cuore un’altra strada, un’altra meta. Sempre. A maggior ragione questo vale per la dottoressa Absinta: il Premio Rita Levi Montalcini come lo studio pubblicato a settembre sulla rivista Nature, per quanto prestigiosi, non sono il traguardo, ma una nuova partenza.

«Adesso la sfida è che questo biomarcatore di risonanza (lesioni cronicamente attive identificate per il loro orletto paramagnetico) entri nelle sperimentazioni cliniche di nuovi farmaci. Sto personalmente seguendo uno studio (dati preliminari recentemente presentati al congresso ECTRIMS (P530 - Chronic active MRI lesions in multiple sclerosis patients undergoing anti-CD20 antibody therapies) in cui pazienti in trattamento con anticorpi monoclonali anti-CD20 sono stati studiati per vedere se e come questo trattamento spenga le lesioni cronicamente attive. Abbiamo mostrato come, a distanza di un anno, le lesioni continuino ad essere cronicamente attive. È quindi necessario studiare sempre meglio l’impatto delle terapie esistenti e di quelle future sulle lesioni cronicamente attive. Penso che questo sforzo sia parallelo a quello di identificare nuovi trattamenti neuro protettivi e rimielinizzanti».

 

Marina Absinta - Premio Rita Levi Montalcini 2021

Nella foto: Martina Absinta riceve il Premio Rita Levi Montalcini 2021 dal Prof. Mario Alberto Battaglia, Presidente FISM

 

Il compito di chi vince il Premio Rita Levi Montalcini                                        

La dottoressa Absinta è l’ultima di una serie di ricercatori che, dopo aver vinto il Premio Rita Levi Montalcini, sono diventati leader di gruppi importanti ed esperti riconosciuti anche a livello internazionale. Lei ne è consapevole e ne fa, anzi, un compito anche per se stessa: «Prima di me hanno vinto questo Premio altri ricercatori del San Raffaele: Gianvito Martino, Massimo Filippi, Marco Rovaris, Stefano Pluchino, Roberto Furlan, Mara Rocca, Lucia Moiola. Anche il mio mentore negli USA, il Dott. Daniel Reich, ha vinto nel 2016 il “Barancik Prize for Innovation in MS Research”, il premio della National Society americana della SM. Molti vincitori di questo Premio sono grandi personalità che hanno creato le basi grazie alle quali neurologi, biologi e studenti hanno potuto appassionarsi alla ricerca nell’ambito della SM. Stiamo portando avanti un progetto a lungo termine di formazione. Come  impegno per il futuro,  conto di fare anche io la mia parte: oltre alle singole personalità, ad essere vincente è la scelta e la capacità di educare la generazione che viene dopo di noi, in modo che a loro volta si appassionino alla ricerca e contribuiscano a trovare una cura  per la sclerosi multipla».

 

Se questi sono i ricercatori, tutti noi del mondo della sclerosi multipla stiamo riponendo bene la nostra speranza che si possa vivere un giorno tutti liberi dalla sclerosi multipla.

 

Il Congresso scientifico annuale FISM 2021 è stato realizzato con la sponsorizzazione non condizionante di Sanofi S.r.l, Merck Serono S.p.A., Biogen Italia S.r.l., Janssen-Cilag SpA, Novartis Farma S.p.A. e Celgene Italia S.r.l.