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Accertamento e valutazione della disabilità

 

Inclusione e partecipazione

Politiche e misure a contrasto di esclusione sociale e povertà

Approfondimenti Barometro della sclerosi multipla e patologie correlate 2023

 

Per accedere a misure, servizi, prestazioni di inclusione e partecipazione sociale, anche in ambito lavorativo ed educativo, ricopre un ruolo essenziale il processo di riconoscimento e di valutazione della disabilità.


Esso rappresenta infatti la porta di accesso a servizi e agevolazioni essenziali per attenuare e gestire gli effetti della disabilità sulla qualità della vita, contrastando lo svantaggio sociale che la patologia comporta e consentendo di realizzare i diritti di inclusione e partecipazione sociale della persona con SM, nonché di sostenere i ruoli e le responsabilità dei familiari e dei caregiver.


L’esperienza delle persone con SM e NMO
Secondo i dati raccolti da AISM nel 2023 nell’indagine sulle persone con SM e NMO, negli ultimi 3 anni si è sottoposto almeno una volta all’accertamento medico-legale per la valutazione dell’invalidità civile il 46,3% delle persone con SM, che raggiunge il 68% tra le persone con disabilità moderata, ma che rimane elevato anche tra chi ha disabilità lieve (40,9%) e chi la ha grave (53,4%) (tab.1).

 


Un elemento che storicamente è problematico per le persone con SM e NMO nell’affrontare la procedura è rappresentato dalle competenze dei membri delle commissioni, in particolare dalle loro conoscenze specifiche della patologia e dei sintomi invisibili. È un elemento che torna con forza anche nell’indagine 2023, per cui il 69,1% di chi si è sottoposto all’accertamento ha riportato la sensazione che la commissione non considerasse i sintomi invisibili, e il 60,9% ha fatto riferimento alla preparazione specifica sulla SM e NMO (tab. 2).

 


La presenza di un neurologo specializzato in SM nella commissione è stata indicata dal 17,8% di questi rispondenti, mentre l’8,4% ha indicato di aver pagato un medico per essere accompagnato/a alla visita. Circa il 6% ha indicato di aver richiesto la presenza di una persona dell’Associazione durante la visita, ma in poco meno della metà dei casi questa richiesta è stata rifiutata.


Il modello di certificazione neurologica AISM-SIN-INPS è stato utilizzato da una larga maggioranza di questi rispondenti, pari al 59,8%; va segnalato che una quota non irrilevante, pari al 14,1%, ha indicato di aver dovuto pagare di tasca propria per poter ottenere una certificazione neurologica da utilizzare ai fini dell’accertamento medico legale (tab. 3). Il 23,6% ha seguito la procedura di accertamento a distanza.

 


Ad esprimere insoddisfazione per l’esito della valutazione è complessivamente il 39,7% di chi vi si è sottoposto, valore che raggiunge il 45,3% tra le persone con disabilità lieve, a conferma della scarsa considerazione data dalle commissioni di valutazione ai sintomi invisibili e alle disabilità diverse da quelle motorie (tab. 4). Il 14,7% ha indicato di averfatto ricorso contro questo esito, ma in questo caso il dato è leggermente più alto tra chi ha disabilità grave, dunque sintomi motori più limitanti, e che per questo hanno verosimilmente migliori probabilità di vincerlo.

 


I dati INPS sugli accertamenti
Nel 2022 il Coordinamento generale medico legale dell’INPS ha collaborato con AISM e con il gruppo di lavoro dell’EEHTA-CEIS dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” per offrire una panoramica sul numero delle procedure di accertamento per le persone con SM e le caratteristiche della popolazione che ha presentato le domande (si rimanda al Barometro della SM e patologie correlate 2022 per l’analisi completa).


I dati analizzati hanno evidenziato come nel periodo considerato (2015-2019) siano state presentate 16.621 domande di invalidità civile, con un tasso di accettazione pari al 99,7%. Il 28% circa dei richiedenti ha ricevuto un riconoscimento di invalidità inferiore al 74%, il 44% un’invalidità compresa tra il 74 – 99%, il 7,7% il 100% di invalidità e infine il 20% l’invalidità totale con Indennità Accompagnamento (fig. 1).

 


La distribuzione regionale delle prestazioni assistenziali è caratterizzata da un’evidente eterogeneità. Il primo dato rilevante è il primato della Sardegna; anche il Molise registra un dato alto rispetto alla media nazionale, mentre la Toscana risulta tra le regioni con il dato più basso per tutti gli esiti. In generale si osserva una maggiore incidenza di prestazioni di invalidità compresa tra il 34 – 99% nelle regioni del Centro-Sud rispetto a quelle del Nord.


Per quanto riguarda le domande di prestazioni previdenziali, nel periodo analizzato sono state presentate 7.338 domande, con un tasso di reiezione del 39%. Nel 49% è stato riconosciuto un assegno di invalidità, mentre nel 12% una pensione di inabilità (fig. 2). Le prestazioni riconosciute a uomini e donne si equivalgono (2.191 e 2.240 rispettivamente), risultato di nuovo in linea con la letteratura se si considera che, nel periodo in studio, le donne rappresentavano il 40% della forza lavoro. Pochissimi sono i beneficiari di età pari o inferiore ai 30 anni, mentre la maggior parte degli aventi diritto a una prestazione si concentra nella fascia di età 40-60.

 

 

Anche in questo caso la distribuzione spaziale risulta essere fortemente eterogenea: in particolare il numero di assegni di invalidità medi annui riconosciuti per 100.000 occupati ha una forbice di valori molto ampia, che va dagli 0,6 del Veneto ai 12,7 della Valle d’Aosta (seguita da Trentino Alto Adige con 9,8 e Umbria con 9,7). Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige possiedono il primato anche per quanto riguarda le pensioni di inabilità (3,2 e 2,8 rispettivamente), così come il dato più basso appartiene sempre al Veneto (0,2).


In riferimento alle domande relative alle domande di legge 104/92, il trend di incidenza mostra una crescita costante dal 2015 (1.786 domande) al 2019 (2.470 domande). Riguardo al genere, anche in queste prestazioni circa due richiedenti su tre sono donne. Il 63% delle domande è stata accolta con un giudizio Handicap art. 3 comma 1 (“È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione”). Il 35% delle domande è stata accolta con un giudizio di Handicap art. 3 comma 3 ‘Persona con handicap con connotazione di gravità’ (fig. 3).

 


Le prime quattro regioni per incidenza delle domande sono Sicilia, Lazio, Campania e Sardegna mentre riguardo alla distribuzione di genere, si rileva la prevalenza del sesso femminile (68% delle domande) rispetto al sesso maschile (32% delle domande) effettuate nel quinquennio esaminato (fig. 4).