Il progetto riabilitativo individuale (PRI)
Il progetto riabilitativo individuale (PRI) è volto al recupero dell’autonomia nelle attività di vita quotidiana e lavorative ed al incremento della partecipazione sociale. Deve soddisfare le esigenze della persona con una particolare enfasi sulle sue aspettative e sulla qualità di vita.
Il progetto riabilitativo è quindi lo strumento per “progettare l’autonomia” e viene elaborato dall’equipe interdisciplinare insieme con la persona e la sua famiglia ed ha un responsabile che è il medico fisiatra.
L’elaborazione di un progetto consta di varie fasi:
• la valutazione volta a identificare i problemi e le loro cause
• la definizione degli obiettivi (elaborata dall’esito delle valutazioni specialistiche e delle aspettative e esigenze della persona) con la definizione dei tempi previsti per raggiungerli e i rispettivi indicatori di esito (ovvero parametri o scale cliniche che misurano e dimostrano il livello di raggiungimento degli obiettivi)
• la scelta del “setting” (luogo dove effettuare la riabilitazione che può essere in regime di ricovero, ambulatoriale o domiciliare). La scelta del “setting” riabilitativo dipende da vari fattori: grado di disabilità del paziente; condizioni cliniche; disponibilità logistiche (possibilità di trasporto o ad esempio impegni di lavoro); necessità di assistenza infermieristica continua; necessità di attrezzature; valutazione dei vantaggi e degli svantaggi di ogni setting.
• la definizione dei programmi riabilitativi che comprende: la definizione degli interventi; l’individuazione degli operatori; definizione delle modalità e tempi di erogazione; definizione delle misure di esito per valutare l’efficacia dei programmi.
Durante l’attuazione del PRI deve essere previsto un monitoraggio per potere modificare e adattare il progetto ad eventuali cambiamenti e nuove esigenze della persona. La verifica finale permette di valutare il raggiungimento degli obiettivi e l’efficacia del PRI.
La riabilitazione effettuata tramite progetti riabilitativi condivisi con la persona con SM comporta una precisa definizione degli obiettivi e di conseguenza la definizione della tempistica necessaria per raggiungere tali obiettivi. Le prescrizioni di un determinato n° di sedute al di fuori di un progetto riabilitativo sono spesso afinalistiche (senza obiettivi definiti), potenzialmente non efficaci e senza la possibilità di verificarne l’utilità o la adeguatezza come numero.
Quando fare riabilitazione?
I problemi ed i bisogni iniziano al momento della diagnosi ed accompagnano il paziente per tutta la durata della malattia ma sono differenti e mutevoli nelle varie fasi della malattia.
I progetti riabilitativi ed i suoi interventi sono differenti nelle varie fasi della malattia (dalla diagnosi alle fasi avanzate), perché i bisogni sono differenti. In qualunque fase della malattia è quindi indicata la riabilitazione. In fasi iniziali possono essere utili i programmi per la fatica, il programmi formativi su attività fisiche più idonee, i programmi di counselling socio-lavorativo, il supporto psicologico. In altre fasi possono essere indicati gli interventi fisioterapici, la riabilitazione dei disturbi urinari o la terapia occupazionale. Nelle fasi avanzate possono essere invece indicati i programmi preventivi delle complicanze secondarie, il nursing riabilitativo, la logopedia. Non c’è una riabilitazione standard, i bisogni sono differenti e quindi di conseguenza i progetti riabilitativi con i suoi interventi sono personalizzati.
Ultimo aggiornamento agosto 2018