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L'impatto della pandemia sulla valutazione della disabilità

 

Inclusione e partecipazione

Politiche e misure a contrasto di esclusione sociale e povertà

Approfondimenti Barometro della sclerosi multipla e patologie correlate 2023

A cura di Mennini FS, Scortichini M, Sciattella P (EEHTA-CEIS, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”)

 

Tra i numerosi effetti collaterali della pandemia è stata registrata una riduzione delle domande presentate per prestazioni assistenziali, oltre a un fisiologico rallentamento nella lavorazione delle richieste legate all’invalidità dovuto alla necessità da parte di INPS di assolvere ai molteplici dettami normativi che la straordinarietà degli eventi ha reso improrogabili. L’obiettivo di questo approfondimento realizzato dall’EEHTA-CEIS dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” è quantificare l’impatto della pandemia sul numero di riconoscimenti di invalidità civile per le persone con SM.

 

L’analisi dei dati della banca dati del Sistema Previdenziale Nazionale è stata realizzata selezionando tutte le domande presentate da persone maggiorenni con diagnosi prevalente di SM, tra il 2016 e il 2021. Per ogni domanda è stato rilevato il giudizio espresso (accoglimento o reiezione) e il tipo di prestazione riconosciuta.

 

L’impatto della pandemia è stato osservato in termini di volume di riconoscimenti, nonché di variabilità regionale del dato. Infine, è stata condotta un’analisi per stimare la correlazione spaziale tra prestazioni erogate dall’INPS e ospedalizzazioni, calcolando un indice di correlazione di Pearson tra il tasso di incidenza di nuove prestazioni per 100.000 occupati e il tasso di ospedalizzazione per 100.000 residenti nella classe di età 18+.

 

Nel periodo 2018-2019 il numero di riconoscimenti mensili con diagnosi prevalente di SM è stato quasi costantemente superiore all’atteso (+9,5%), a riprova del numero crescente di riconoscimenti osservati negli anni (fig. 1). Da marzo 2020 a gennaio 2021 il trend si è invertito, con una forte riduzione del numero di riconoscimenti, che ha raggiunto l’apice nel periodo aprile-giugno 2020 (-67,9%). Il dato osservato è quindi tornato a superare l’atteso nei mesi successivi.

 

 

In totale, nel 2020 il dato osservato è stato inferiore del 31,7 % rispetto all’atteso (Tab. 1), con un impatto della pandemia leggermente inferiore per quanto ha riguardato i riconoscimenti con esito di invalidità totale (-27,2% per Invalidità al 100%, -27,7% per Invalidità al 100% con Indennità di Accompagnamento).

 

In figura 2 è riportato il saldo del numero di riconoscimenti osservati rispetto all’atteso a livello regionale, considerando sia il periodo 2020 che il biennio 2020-2021. Il dato regionale conferma quanto osservato a livello nazionale, infatti in tutte le regioni nel 2020 il numero di riconoscimenti è risultato inferiore all’atteso. La riduzione maggiore è stata registrata in Calabria (-52,6%) e nel Lazio (-51,0%), quella minore in Toscana (-5,6%). Nel 2021 il dato regionale si è riallineato con l’atteso, ma senza compensare il deficit del 2020: il saldo rimane infatti negativo anche considerando il biennio 2020-2021, fatta eccezione per Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Basilicata e Calabria.

 

 

Nel 2019 la distribuzione dell’incidenza di prestazioni assistenziali è caratterizzata da una forte eterogeneità, con i valori più elevati che si concentrano nelle province della Sardegna. Nuoro risulta essere la provincia con il dato più elevato (50,0 nuovi beneficiari per 100.000 residenti in media ogni anno), seguita da Sassari (34,4), Oristano (32,0) e Rieti (25,4), mentre nove sono le province con meno di 2 prestazioni. Nello stesso anno il tasso di ospedalizzazioni più elevato è registrato a Sassari (60,0 ospedalizzazioni per 100.000 residenti), con Nuoro, L’Aquila ed Enna a seguire. I risultati dell’analisi per l’anno 2019 sono riportati in figura 3: la correlazione è risultata essere positiva e statisticamente significativa (pvalue <0.001) a prescindere dal tipo di esito considerato, con un indice R pari a 0,60 per esiti di “Invalidità parziale 34%-73% ogni 100.000 residenti, 0,63 per “Invalidità parziale 74%-99%”, 0,73 per “Invalidità 100%” e 0,70 per “Invalidità 100% con Accompagnamento”. Quindi, non solo le due dimensioni del fenomeno sono positivamente correlate, ma la relazione diventa più forte al crescere della gravità dell’esito assistenziale. Nel 2020 e nel 2021 (figg. 4 e 5), la correlazione rimane statisticamente significativa, seppure il valore dell’indice R sia più che dimezzato nel 2020 e di poco superiore nell’anno successivo. Questo risultato può dipendere dal fatto che, come dimostrato nelle precedenti analisi, sia per le ospedalizzazioni che per le prestazioni assistenziali si è osservata una riduzione, con pattern regionali diversi tra le due popolazioni.