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Maltrattamento e violenza

 

Inclusione e partecipazione

Discriminazione e discriminazione multipla

Approfondimenti Barometro della sclerosi multipla e patologie correlate 2023

 

La violenza e i maltrattamenti contro le persone con disabilità sono atti particolarmente odiosi e totalmente incompatibili con i fondamenti della convivenza civile come viene concepita oggi.

 

Eppure si tratta di fenomeni la cui diffusione è ancora poco nota, e decisamente non abbastanza investigata nelle sue caratteristiche di fenomenologia sociale. Le cronache raccontano regolarmente di casi di abusi, maltrattamenti e violenze che avvengono dentro e fuori delle famiglie, e non di rado nelle istituzioni che dovrebbero assicurare la sicurezza delle persone con disabilità, come luoghi di cura o scuole, a testimonianza di quanto comportamenti che nel discorso pubblico sono considerati unanimemente inaccettabili siano invece ancora radicati in settori probabilmente ampi della società.

 

Le persone con SM sono in larghissima parte donne, popolazione che è a rischio di subire violenza di genere, e per le quali si configura dunque un rischio aggiuntivo. Il tema della violenza sulle donne sta ottenendo, specie negli ultimissimi anni, visibilità e attenzione crescente che si traducono anzitutto in strumenti conoscitivi sempre più dettagliati e capaci di abilitare interventi a livello di politiche. Viceversa quando si tratta di donne con disabilità la violenza rimane ancora spesso invisibile perché tacitamente accettata in vasti settori della società.

 

Dall’indagine AISM 2023 sulle persone con SM e NMO emerge come l’11,8% indichi di sentirsi poco o per nulla al sicuro dal rischio di violenza e maltrattamenti, e considerando anche il fatto che il 30,8% ha indicato la modalità intermedia ‘abbastanza’, rivela che anche queste persone non si sentono del tutto al sicuro (fig. 1).

 

 

Per quanto riguarda l’esperienza diretta della violenza, a segnalarla è una porzione minoritaria, ma assolutamente non irrilevante di persone con SM e NMO. A indicare di subire violenza economica ‘sempre’ o ‘spesso’, dunque di non poter disporre liberamente del proprio denaro e dei propri beni, è il 6,4%, cui si aggiunge il 15,1% che subisce questo tipo di abuso, seppure di rado (tab. 1).

 

 

A lamentare di non poter decidere liberamente della propria vita sociale, dunque chi vedere quando e come, sempre o spesso è l’8,7%, mentre a indicare di subire questo abuso raramente è il 19,0%. Il subire violenza verbale o psicologica, quindi essere insultati, svalutati o umiliati, succede sempre o spesso al 9% delle persone che hanno partecipato all’indagine. Considerando questo dato, insieme a quanti hanno indicato di subire questo tipo di violenza raramente e che rappresentano il 30,9% del campione, emerge quanto il problema dei maltrattamenti sia diffuso, non solo per la quota ridotta cui succede in forma grave e continuativa, ma anche come eventualità rara ma possibile.

 

In sostanza, a essere del tutto al sicuro da queste forme di violenza e maltrattamento è meno dell’80% dei rispondenti, il 60,5% quando si parla di violenza verbale e psicologica.

 

Allargando lo sguardo ai dati esistenti su violenza e disabilità in generale, un contributo interessante è stato proposto nel 2022 dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori del Dipartimento della PS del Ministero dell’Interno, che ha dedicato un report al tema della violenza sulle donne con disabilità (OSCAD, 2022).

 

L’indagine di FISH e Differenza Donna verso le donne con disabilità, nell’ambito del Progetto VERA (FISH 2019), in cui il campione di persone con SM era ben rappresentato, ha evidenziato come la consapevolezza della violenza subita rappresenti una percentuale relativamente contenuta, ma anche come, a fronte di domande più concrete e specifiche su aspetti di vita vissuta, la percentuale rilevabile salga oltre il 60% (fig. 2).

 

 

ISTAT, nel suo Rapporto Conoscere il mondo della Disabilità 2019 (ISTAT 2019) e in una recente audizione del 2021 all’Osservatorio Disabilità, riporta che la violenza fisica o sessuale subita dalle donne raggiunge il 31,5% nell’arco della vita, ma per le donne con problemi di salute o disabilità la situazione è più critica. La violenza fisica o sessuale raggiunge il 36% tra coloro che dichiarano di avere una cattiva salute, il 36,6% fra chi ha limitazioni gravi (ISTAT 2021). A questo proposito è necessario che la rete antiviolenza, anche grazie al contributo attivo delle Associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità, sia messa nelle condizioni di raggiungere, accogliere e gestire l’uscita dalla violenza anche di donne con gravi disabilità.

 

Sempre ISTAT, illustrando i dati su Numero di Vittime e Forme di Violenza (ISTAT 2014b), evidenzia che oltre alla violenza fisica o sessuale, le donne con un partner subiscono anche violenza psicologica ed economica, cioè comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, controllo e intimidazione, nonché di privazione o limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della famiglia. Nel 2014 sono il 26,4% le donne che hanno subito violenza psicologica o economica dal partner attuale e il 46,1% da parte di un ex partner. Fenomeno per il quale sono a rischio anche le donne con disabilità oltre che le persone con disabilità in genere.

 

La capacità di riconoscere la violenza di genere come tale sembra risentire in modo sostanziale della variabile generazionale: le giovani generazioni sono infatti le protagoniste della crescita di denunce legate alla discriminazione di genere e in particolare alla violenza subita, come evidenziato dalle relazioni dell’evento 'Conoscere per decidere: Attuazione del Piano Nazionale Contro la Violenza di Genere contro le donne attraverso i dati’ del marzo 2022, che mette a fuoco anche il tema della violenza sulle donne con disabilità e sulle donne straniere (ISTAT 2022).

 

Definizioni di forme di violenza (ISTAT 2022)

Violenza sessuale ­ Si riferisce a chiunque, con la forza o con la minaccia o l’abuso di autorità, forzi un’altra persona a commettere o subire atti sessuali (Codice penale, articolo 609bis) e include pertanto lo stupro e le molestie sessuali. Nel febbraio 1996 la violenza sessuale ha cessato di essere ‘un crimine contro la morale pubblica’ ed è stato pienamente riconosciuto come un ‘crimine contro la persona’. Alcuni esempi: stupro, tentato stupro, molestie sessuali, costrizione a rapporti sessuali con altre persone, rapporti sessuali indesiderati, attività sessuali fatte per paura delle conseguenze, degradanti e umilianti.

Violenza fisica ­ La violenza fisica va da forme relativamente miti a molto gravi: la minaccia di essere fisicamente colpiti, spinti, strattonati, picchiati, schiaffeggiati, presi a calci, minacciati o colpiti con armi o sottoposti a tentativi di strangolamento, soffocamento, bruciature. Nella legislazione italiana possono fare riferimento a una serie di reati quali percosse, lesioni personali, maltrattamenti in famiglia, omicidi colposi e volontari.

Violenza psicologica ­ La violenza psicologica include denigrazione, controllo del comportamento, strategie di segregazione, intimidazioni, gravi restrizioni finanziarie imposte dal partner. In particolare vengono considerate come forme di isolamento le limitazioni nel rapporto con la famiglia di origine o gli amici, l’impedimento o il tentativo di impedire di lavorare o studiare; tra le forme di controllo, compaiono l’imposizione da parte del partner di come vestirsi o pettinarsi, l’essere seguite e spiate, l’impossibilità di uscire da sole, fino alla vera e propria segregazione; tra le forme di svalorizzazione e violenza verbale vengono descritte umiliazioni, offese e denigrazioni anche in pubblico, le critiche per l’aspetto esteriore e per come la compagna si occupa della casa e dei figli e le reazioni di rabbia se la donna parla con altri uomini; tra le forme di intimidazione, sono compresi veri e propri ricatti come la minaccia di portare via i figli, di fare del male ai figli e alle persone care o a oggetti e animali, di suicidarsi. Nella legislazione italiana possono farvi riferimento una serie di reati quali la minaccia, la violenza privata, l’aborto di donna non consenziente, lo stato d’incapacità procurato mediante violenza, la violazione di domicilio, il sequestro di persona, l’abbandono di persona minore o incapace.

Violenza economica ­ Tra le forme di violenza economica sono evidenziati l’impedimento di conoscere il reddito familiare, di avere una carta di credito o un bancomat, di usare il proprio denaro e il costante controllo su quanto e come si spende. Possono farvi riferimento una serie di reati quali violazione degli obblighi di assistenza familiare, sottrazione all’obbligo della corresponsione dell’assegno divorzile, violazione degli obblighi di assistenza familiare, danneggiamento, appropriazione indebita, estorsione.

Stalking ­ La legge del 2009 sullo stalking ha colmato un importante vuoto legislativo, regolando gli atti persecutori di cui sono vittime uomini e donne. Per essere definiti come stalking, tali atti devono ripetersi nel tempo e generare nella vittima ansia e timore al punto di condizionarne le abitudini. In virtù delle innovazioni legislative, è stato meglio definito il fenomeno, misurandone la ripetitività, la durata e alcune sue caratteristiche, così come previsto dalla normativa. Si tratta di qualsiasi ‘continuativo maltrattamento, minaccia o persecuzione di comportamento che: (1) provoca uno stato di ansia e paura nella vittima, o (2) genera all’interno della vittima una paura motivata per la propria sicurezza o per la sicurezza dei familiari, o di altri che sono associati alla vittima da una relazione affettiva, o (3) forza la vittima a cambiare le proprie abitudini di vita’. Nel febbraio 2009, l’Italia ha adottato una legge antistalking che lo trasforma in un reato penale, punibile con la reclusione da sei mesi a quattro anni (Legge 23 aprile 2009 e Codice penale, 612bis).

Molestie ­ Comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.

 

Bibliografia

• OSCAD (2022) La violenza contro le donne con disabilità

• FISH (2019) I risultati del Progetto Vera – Violence Emergence, Recognition and Awareness

• ISTAT (2019) Conoscere il mondo della disabilità

• ISTAT (2022) Conoscere per decidere: l’attuazione del piano nazionale sulla violenza di genere contro le donne attraverso i dati

• ISTAT Violenza sulle donne - Definizioni e indicatori