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Prospettive e rischi della telemedicina

 

Presa in carico sanitaria e sociale - Gestione multidisciplinare

L'integrazione delle cure e i PDTA

Approfondimenti Barometro della sclerosi multipla e patologie correlate 2023

 

La telemedicina, come affermato nelle linee guida di riferimento (Linee di indirizzo Nazionali di Telemedicina), è una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria mediante l’utilizzo di tecnologie innovative, in particolare delle Information and Communication Technologies (ICT), in specifici setting, mirata ad annullare la distanza tra professionista e paziente. Ovviamente, nonostante l’enorme beneficio che ne deriva, la telemedicina non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale, ma la integra per poterne migliorare quelli che da sempre sono considerati i principali indicatori della qualità dell’assistenza: efficacia, efficienza e appropriatezza.

 

La telemedicina è un elemento indispensabile per l’attuazione della riorganizzazione dell’assistenza territoriale ed è parte integrante del “progetto salute” che dovrebbe essere definito in base alle esigenze del singolo individuo.

 

L’emergenza sanitaria legata alla pandemia ha reso evidente come l’innovazione tecnologica possa contribuire a creare nuovi modelli assistenziali, centrati sul paziente, che supportino la continuità tra assistenza ospedaliera e assistenza territoriale. In questo la telemedicina può svolgere un ruolo fondamentale, rendendo più equa l’accessibilità alle cure grazie all’erogazione di prestazioni mediche/ riabilitative/socio assistenziali anche in quei territori lontani dai centri di riferimento e potenziando la continuità della presa in carico di pazienti cronici.

 

Il quadro rispetto all’assistenza specialistica per le persone con SM è caratterizzato da luci e ombre. L’indagine condotta da AISM nel 2022 ha infatti messo in luce che i Centri SM che hanno PDTA aziendali o interaziendali sono quelli che offrono canali dedicati al contatto diretto con i pazienti in modo più strutturato per il collegamento da remoto. Circa il 65% mette a disposizione sia un numero di telefono sia un servizio di email o messaggistica riservati alle persone con SM e presidiati in modo regolare (fig. 1). Complessivamente però si ferma al 12,5% (ma raggiunge il 21,1% tra i Centri senza alcun PDTA) la quota di Centri raggiungibili solo attraverso il centralino generale, o quello dell’UOC (Unità Operativa Complessa), o attraverso canali informali attivati direttamente dagli operatori.

 

 

La maggioranza dei Centri ha indicato di erogare visite e follow-up neurologici per telefono (52,7%) e soprattutto di gestire i pazienti a distanza attraverso email o servizi di messaggistica (91,7%). Si tratta di modalità di erogazione dei servizi che in larga parte sono state potenziate per la pandemia (rispettivamente nel 91% dei casi i follow-up telefonici e nel 78% la gestione via email). Servizi di telemedicina che richiedono processi più complessi e un maggiore livello di dotazione tecnologica sono invece erogati da una minoranza, seppur corposa, di Centri SM: il 40% eroga prestazioni infermieristiche a distanza, il29,2% sessioni di supporto psicologico per telefono o in videochiamata, e il 28,6% indica di erogare visite e follow-up neurologici in videochiamata. Si tratta però di modalità di erogazione che in una larghissima maggioranza di casi sono state potenziate o attivate per far fronte alla pandemia.

 

In un contesto come quello italiano, in cui persistono storicamente differenze geografiche importanti nell’accessibilità dei servizi, non solo in funzione delle variazioni in quantità e adeguatezza dell’offerta, ma anche semplicemente per caratteristiche demografiche e territoriali, l’introduzione dei servizi a distanza era diffusamente considerata già prima della pandemia come una possibile strategia per migliorare la capacità di raggiungere le persone che vivono in aree rurali o che hanno problemi di mobilità. Il 90% circa dei Centri conferma che la loro introduzione è stata, molto o almeno un po’, dovuta alla necessità di fronteggiare l’emergenza pandemica, e il 55% si esprime con decisione a favore dell’idea che i servizi a distanza possano migliorare l’accessibilità delle cure. Supera però l’84% la quota di Centri che hanno anche indicato di essere molto o un po’ d’accordo con l’affermazione secondo cui i servizi a distanza possono configurare rischi rispetto a qualità e umanità delle cure (fig. 2).

 

 

I dati mostrano anche come il passaggio dei servizi di telemedicina dall’essere una soluzione d’emergenza a diventare parte integrante del sistema di cure per i servizi a distanza fosse nel 2022 ancora molto lontano dall’essere completo e solo il 26,8% dei Centri si è espresso con decisione in questo senso.

 

Si tratta di un dato confermato in modo molto evidente dalla quota di Centri che ha indicato di non ricevere alcun tipo di remunerazione per nessuno dei servizi che eroga a distanza, e che raggiunge quasi l’80% (fig. 3).

 

 

I dati raccolti nell’indagine sulle persone con SM e NMO del 2023 riflettono il quadro delineato dai Centri nel 2022, in particolare confermano la diffusione delle possibilità di contatto diretto per i pazienti, che nell’82% dei casi tra quelli in carico a un Centro, hanno indicato di aver contattato nell’ultimo anno direttamente i clinici che li seguono, e nel 64,6% hanno indicato di essere stati contattati con modalità "a distanza" direttamente da essi.

 

Nello stesso tempo però, se la comunicazione col Centro è diffusamente immediata e diretta, risulta che nell’ultimo anno solo il 11,8% di quanti ricevono cure neurologiche ha ricevuto una o più visite a distanza, per telefono o videochiamata. A conferma che il potenziale della telemedicina rimane ancora largamente inespresso (tab. 1). Anche il ricorso alla teleriabilitazione rimane marginale, e indicato dall’8,2% di quanti hanno ricevuto riabilitazione, mentre il servizio indicato con maggior frequenza a questo proposito è il supporto psicologico, indicato dal 25,1% di chi lo ha ricevuto.

 

 

Il Gruppo di Lavoro per la Sclerosi Multipla (promosso da Agenas) nella redazione del PDTA per la SM: Indicazioni nazionali per la creazione di reti di assistenza ha voluto sottolineare nel contempo le opportunità ed i limiti della telemedicina. Questi ultimi, in particolare, possono essere di natura “culturale”, sia del paziente che del caregiver, riluttanti alla pratica in televisita, o di natura tecnica, a causa della dotazione tecnologica di chi eroga o chi riceve la prestazione. È inoltre importante che il paziente non percepisca l’innovazione come un ostacolo che si frappone tra lui e il medico, ma come un elemento capace di rafforzare ancora di più l’alleanza terapeutica.

 

Più in generale affinché la telemedicina possa diffondersi senza snaturare il rapporto medico-paziente e quindi massimizzando le potenzialità della tecnologia, è necessario che il sistema si evolva nel suo complesso in un vero e proprio ecosistema informatizzato.

 

Su questo aspetto AISM assieme con i Centri clinici e altri partner sta sviluppando specifiche sperimentazioni (Progetto “eCOSM”; Progetto “PDTA come strumento di umanizzazione e personalizzazione delle cure”; etc.) che potranno offrire contributi concreti per la messa a punto e applicazione di modelli innovativi centrati sui bisogni delle persone con SM.

 

Bibliografia

Linee di indirizzo Nazionali di Telemedicina. Ministero della Salute

PDTA per la SM: indicazioni nazionali per la creazione di reti di assistenza

• Progetto EcoSM: analisi di fattibilità per il monitoraggio in telemedicina dei pazienti affetti da sclerosi multipla