Lo conferma uno studio recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Allergy and Clinical Immunology, condotto dall’Università di Genova e co-finanziata dalla AISM e la sua Fondazioneù
Genova, 26 settembre 2016. Le cellule staminali mesenchimali (MSC) rappresentano una nuova speranza per la cura di molte malattie del sistema nervoso centrale quali la sclerosi multipla: un’ulteriore conferma viene da una ricerca recentemente pubblicata sulla prestigiosa rivista Journal of Allergy and Clinical Immunology, condotta dal gruppo del prof. Antonio Uccelli dell’Università di Genova, finanziata da AISM e la sua Fondazione FISM e da Merck.
Dai risultati dello studio emerge come le cellule staminali mesenchimali siano in grado di modificare il proprio comportamento in seguito a stimoli ambientali infiammatori. Si è evidenziato in particolare che l’interferone gamma (IFNγ), una molecola dell’infiammazione, inibisce le proprietà differenziative delle cellule staminali mesenchimali e, parallelamente, ne aumenta significativamente la capacità di modulare la risposta immunitaria.
I ricercatori si sono proposti di valutare le principali vie del segnale attraverso cui IFNγ agisce sulle cellule staminali mesenchimali e manipolarle in vitro con lo scopo di migliorarne gli effetti terapeutici. I loro risultati hanno dimostrato che l’immunoregolazione delle MSC indotta da IFNγ, dipende dalla molecola mTOR, una molecola implicata nel metabolismo cellulare. Bloccando mTOR con tecniche genetiche o per via farmacologica, infatti, i ricercatori hanno osservato che le MSC, sia dell’uomo che del modello animale, aumentano la loro capacità di bloccare l’infiammazione.
Secondo il Prof. Giuseppe Matarese dell’Università di Napoli Federico II, che ha collaborato a questo progetto: «è di grande rilevanza che mTOR, una molecola di fondamentale importanza nel controllo delle funzioni delle cellule del sistema immunitario, sia risultata chiave anche anche per il controllo delle funzioni immunoregolatorie delle MSC».
La dottoressa Tiziana Vigo del Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-infantili, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Genova, che ha condotto questo studio, conclude dunque che «modificando geneticamente mTOR riusciamo ad avere delle MSC molto più efficaci nel bloccare l’infiammazione nel topo ».
«I nostri risultati - spiega Antonio Uccelli, Direttore del Centro di Eccellenza per la Ricerca Biomedica dell’Università di Genova (CEBR) - suggeriscono che è possibile manipolare in vitro le staminali mesenchimali con l’obiettivo di renderle ancora più efficaci nella cura dell’infiammazione, per esempio quella associata alla sclerosi multipla. Inoltre, questo studio spiega anche perché l’uso delle cellule staminali mesenchimali, attualmente in fase di sperimentazione in un trial clinico internazionale (studio MESEMS), supportato da AISM e la sua Fondazione FISM, sia indicato in quelle persone con sclerosi multipla in cui vi sia ancora infiammazione».
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