"Portraits" significa ritratti: le immagini dei ritratti in mostra sono state realizzate grazie a un programma di Intelligenza Artificiale che, insieme a professionisti della comunicazione, ha rielaborato il racconto e le parole dei 12 protagonisti generando immagini sorprendenti, diverse dalla realtà visibile che pure le ha ispirate.
Intelligenza, del resto, significa capacità di “leggere dentro” la realtà, scoprendo connessioni e aspetti che sfuggirebbero alla percezione immediata. Intelligenza è ciò che ci fa umani, unici.
A dirla tutta, è l’intelligenza connessa al cuore a renderci umani fino in fondo, capaci di ascoltare gli altri e di capirli, di svelarne anche gli aspetti che rimarrebbero invisibili.
Come ricordava Rita Levi Montalcini, amata Past Presidente di AISM, «rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore, uniche coloro che le usano entrambi»
La sclerosi multipla, caratterizzata da sintomi che spesso rimangono invisibili, per essere conosciuta, comunicata e capita ha bisogno di intelligenza connessa al cuore, di profondità di sguardo e di emozione.
Per questo la Mostra PortrAIts, preparata da AISM ad Assisi in occasione del G7 dedicato alle persone con disabilità e aperta al pubblico dal 14 al 19 ottobre, con orario 10-19, al Palazzo dei Priori, nella sala dell’ex pinacoteca in Piazza del Comune, 10, è una proposta particolarmente riuscita:
alla capacità dell’intelligenza artificiale generativa di dialogare con la persona, andando a rivelare in modo creativo anche quegli aspetti della vita con la sclerosi multipla che altrimenti resterebbero non comunicabili e incomprensibili a chi non li vive direttamente sulla propria pelle, quei sintomi invisibili che le persone descrivono usando metafore (“è come se all’improvviso delle corde mi legassero alla sedia impedendomi di muovermi”) si abbina, con notevole forza d’impatto, la straordinaria capacità dell’arte di mostrare per altri percorsi l’essenziale che rimane invisibile agli occhi, grazie all’opera dei ceramisti di Deruta , che hanno interpretato con il loro sguardo unico gli stessi sintomi raccontati dalle persone all’intelligenza artificiale.
Deruta « è una cittadina dell’Umbria in cui la produzione di opere in ceramica è attestata fin dal XIII secolo - ricorda Paolo Ricciarelli, Presidente degli artigiani del territorio -. Una tradizione che si è trasmessa di generazione in generazione e che continua ancora oggi a essere una delle principali attività artigianali del territorio, testimonianza della storia e della cultura umbra».
Chi visita la mostra di Assisi può vedere, come spiega ancora Ricciarelli, «opere realizzate con grande partecipazione personale dagli artigiani che abbiamo scelto, raccogliendo l’invito del nostro Sindaco Michele Toniaccini. Pensiamo, per esempio, all’opera di Gianni Marcucci, un piatto che rappresenta il volto di un giovane diviso a metà. Quando sono andato da Gianni a proporgli di partecipare mi ha detto: “sfondi una porta aperta”. E mi ha rivelato che conosce molto bene la sclerosi multipla, perché è stata diagnosticata a un giovane cui è molto legato. Quel volto rappresenta un giovane per il quale la diagnosi ha tracciato una linea di separazione tra la vita di prima e quella dopo la diagnosi: è la stessa persona, ha un futuro da costruire diversamente da come aveva immaginato».
Guardando le otto opere esposte si rimane colpiti dall’opera di Sara Messina, un bicchiere con le labbra rosse e la lingua legata a mostrare cosa significhi “a un tratto non riesco a parlare”. L’artista l’ha intitolata: “Disturbi del linguaggio”.
I disturbi del linguaggio hanno ispirato anche la suggestiva opera di Daniele Buschi: un piatto su cui è rappresentato un uomo con tante parole scritte nella testa ma con la lingua legata dai rami di una pianta di bosco che lo circonda interamente e gli impedisce di dire liberamente le parole che ha in testa.
Lascia una forte impressione anche la scultura di Mattia Chiucchiu, intitolata: “Non ho più il controllo del mio corpo”. Vediamo un uomo con la testa china e le braccia allargate, seduto su una pietra che gli imprigiona piedi e gambe. Vorrebbe volare, ma i suoi occhi rimangono fissi sulla durezza apparentemente non scalfibile di una roccia che lo ingabbia, impedendogli la libertà di andare dove desidererebbe essere.
Di forte impatto anche il vaso canapo di Attilio Quintili, intitolato “dolore alla testa”: è come una lampada, dove il portalampada è in realtà una testa esplosa, squarciata dal dolore che ne dilania i tratti, così simile al “ritratto” dell’intelligenza artificiale che rappresenta cosa vuol dire sentirsi “la testa vuota”.
Vivere con la sclerosi multipla è una condizione non scelta; vivere oltre la sclerosi multipla è ciò che le persone scelgono di fare ogni giorno, tenacemente.
Per sostenere questa voglia di vivere oltre, di vivere liberi come tutti, l’arte di Deruta non finirà di essere preziosa quando chiuderemo la Mostra:« i doni degli artisti rimarranno all’AISM – dice Paolo Ricciarelli- magari potranno accompagnare PortrAIts in altre città e alla fine potranno essere messi all’asta per raccogliere fondi a sostegno della ricerca scientifica sulla sclerosi multipla».
Se possiamo, se siamo nei pressi di Assisi, passiamo entro sabato 19 a vedere la Mostra PortrAIts: ne usciremo consapevoli ed emozionati a un tempo, toccheremo di persona la forza della connessione tra arte e intelligenza artificiale nel rendere visibile l’invisibile.
Soprattutto, usciremo dalla Mostra come persone capaci di connettere intelligenza e cuore, come cercano tenacemente di fare, ogni giorno, le persone con sclerosi multipla e i loro familiari.