Negli ultimi 22 anni in Italia sono stati investiti da AISM, attraverso la sua Fondazione (FISM) oltre 35 milioni di euro nella ricerca scientifica, in progetti di ricerca, borse di studio e progetti speciali. La ricerca finanziata da AISM e FISM ha permesso di promuovere progetti nelle diverse fasi della ricerca di sviluppo di nuovi trattamenti (fondamentale, preclinica, traslazionale e clinica).
Dal 2008 al 2011 i ricercatori finanziati da FISM hanno prodotto complessivamente 326 pubblicazioni. Nel solo 2011 sono state prodotte 85 pubblicazioni con un Impact Factor medio (IF) di 5.8
La ricerca fondamentale rappresenta sempre la percentuale più alta di ricerca finanziata. La sfida prossima sarà quella di finanziare e promuovere progetti di ricerca e iniziative che traducano la ricerca fondamentale in ricerca clinica verso lo sviluppo di migliori e nuovi trattamenti.
I progetti di ricerca conclusi nel 2011 hanno dato un contributo verso la conoscenza delle cause della malattia (i fattori non ereditari), verso la validazione di nuovi bersagli e meccanismi coinvolti nella malattia (il ruolo diretto dei fattori infiammatori/immunitari sui neuroni), verso l’uso di marcatori per una diagnosi sempre più precisa e precoce delle diverse forme di malattia, verso un intervento sempre più personalizzato (il ruolo dell’età nel disegno degli studi clinici e della risonanza magnetica nella valutazione del deficit cognitivo) e verso trattamenti a 360° della persona con sclerosi multipla per una migliore qualità della vita.
GLI AMBITI PIU IMPORTANTI
Conoscere le cause della malattia: genetica e fattori ambientali
Uno degli ambiti più studiati per l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici è quello genetico. E questo è uno dei campi di eccellenza della ricerca finanziata FISM.
Conoscere le basi genetiche potenzialmente coinvolte nella patogenesi della SM può portare a individuare le cause e progettare terapie mirate per combattere la malattia. Ecco perché AISM, attraverso la sua Fondazione, finanzia la ricerca genetica e sta raggiungendo interessanti risultati.
La scoperta di nuovi geni potenzialmente coinvolti nella sclerosi multipla e nelle diverse malattie autoimmuni potrà aiutare ad acquisire una migliore comprensione dei meccanismi patogenetici della malattia, identificare eventuali molecole target su cui sviluppare nuove strategie terapeutiche, e individuare categorie di persone a rischio di sviluppare la malattia, permettendone il monitoraggio nel tempo e l’adozione precoce di terapie mirate.
Nell’agosto 2011 su Nature sono stati pubblicati gli esiti dello studio curato dall’International Multiple Sclerosis Genetics Consortium” (IMSGC) e dal “Wellcome Trust Case Control Consortium”, la cui parte italiana è stata co-finanziata da FISM tramite uno dei progetti speciali 2009 e coordinata da Sandra d’Alfonso (Università Piemonte orientale, Novara) e Filippo Martinelli Boneschi (Istituto Scientifico San Raffaele, Milano,). Lo studio ha identificato 29 nuove varianti genetiche coinvolte nella SM, confermando l’implicazione di 23 associazioni già note.
Uno dei geni di cui si è confermata l’associabilità al rischio di SM è il gene CBLB, identificato per la prima volta nel 2010 dal gruppo di Francesco Cucca (Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica, Cittadella Universitaria Monserrato – Cagliari). FISM ha investito, nel triennio 2008-2010, 400 mila euro su uno studio di associazione su tutto il genoma in Sardegna per svelare i fattori genetici predisponenti nei confronti della sclerosi multipla. Lo stesso gruppo ora ha effettuato determinanti passi avanti, sia a livello quantitativo che qualitativo, analizzando le varianti del gene e la loro funzione rispetto all’attivazione delle cellule del sistema immune implicate nella SM. Con il bando 2011 AISM ha finanziato una analisi dei target individuati dagli studi di associazione dell’intero genoma in Sardegna
Lo studio coordinato da Umberto Dianzani e Sandra D’Alfonso (Università Piemonte orientale – Novara) ha indagato la funzione di altri geni nella risposta antivirale, producendo anche un nutrito numero di pubblicazioni. La linea, a livello nazionale e internazionale sembra dunque tracciata: l’aumento di conoscenza dei geni coinvolti nella SM e la loro correlazione funzionale con le cellule del sistema immune apre la via all’identificazione di nuovi target terapeutici anche per le forme progressive.
Fattori ambientali Aumenta la comprensione dei fattori ambientali implicati nell’insorgenza della SM. Un esempio rappresentativo in questa direzione è lo studio internazionale sui fattori di rischio nella SM coordinato da Maura Pugliatti (Università di Sassari,). Si moltiplicano anche gli studi e le conferme sul virus Epstein Barr nella SM (Dianzani-D’Alfonso, Pugliatti e Giulietta Venturi, Istituto Superiore di Sanità).
Nuovi meccanismi Un nuovo meccanismo emergente di interesse anche per il ruolo che può giocare nella progressione della malattia è quello della disfunzione mitocondriale oligodendrocitaria (Paolo Pinton, Università di Ferrara).
Nuovi target terapeutici e nuovi metodi diagnostici
Il 2011 è stato un anno in cui si sono evidenziati nuovi possibili bersagli terapeutici e biomarkers. Suscita interesse lo studio che ha portato Giuseppe Battaglia (IRCCS Neuromed, località Camerelle, Pozzilli, Isernia) a individuare la diretta interazione tra infiammazione e attività neuronale nei modelli sperimentali di SM e a ipotizzare il ruolo protettivo del glutammato nelle malattie infiammatorie e neurodegenerative. L’impegno per l’Associazione è, ora, promuovere e finanziare studi che permettano di validare tali bersagli e i biomarker individuati dagli studi finanziati per proseguire dalla ricerca di base alle altre importanti fasi di ricerca.
Tra i nuovi target diagnostici di interesse, Francesca Gilli, Premio Rita Levi Montalcini 2011 (Istituto di Neuroscienze della Fondazione Cavalieri Ottolenghi, Unità di NeurobiologiaClinica, Orbassano –TO ) ha confermato l’azione di 7 geni coinvolti nei meccanismi immunobiologici tipici della gravidanza, che potranno in futuro essere bersagli di terapie mirate.
Anche gli studi di Massimo Filippi (Istituto San Raffaele, Milano) rivelano substrati anatomici e funzionali responsabili della presenza e della gravità del deficit cognitivo in pazienti con SM, evidenziando nuovi meccanismi patogenetici. Tutto ciò in un prossimo futuro potrebbe permettere di individuare nuove strategie farmacologiche e riabilitative.
In questo ambito infine, a dimostrazione di come molti studi finanziati abbiano implicanze sulle forme progressive di SM, lo studio curato da Paolo Muraro (Imperial College, UK, London) ha evidenziato che chi riceve la diagnosi tra 40 e 50 anni ha più probabilità di sviluppare SM secondaria progressiva e di arrivare ad alti livelli di disabilità rispetto a chi ha esordio di malattia a 20 anni.
Una riabilitazione terapeutica per una vita di qualità
AISM da sempre investe direttamente sulla ricerca in riabilitazione, che svolge anche come ricerca intramurale. Gli ultimi studi pubblicati a livello internazionale sempre di più vanno evidenziando il ruolo terapeutico della riabilitazione, la sua potenziale implicazione nel mantenimento della plasticità neuronale. In questa direzione si possono collocare gli studi dedicati all’impatto della riabilitazione motoria e cognitiva sulle proprietà dinamiche della struttura cerebrale, verso la personalizzazione di interventi terapeutici in persone con Sclerosi Multipla. Non solo riabilitazione: la qualità di vita è legata fortemente anche alla conoscenza sulla sclerosi multipla che le persone possono sviluppare con strumenti idonei, già dal momento della diagnosi. Forte rilevanza assumono dunque per AISM i progetti coordinati da Alessandra Solari e Andrea Giordano (Istituto di Ricerca Besta, Milano) sul benessere fisico e psicologico e sulla partecipazione delle persone con SM alle decisioni su come affrontare al meglio la malattia. Una valutazione dell’ausilio informativo ‘Sapere migliora’ è stata curata da Sandra Borreani (Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano).