La conferma viene dalla studio pubblicato su PNAS, finanziato dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla e coordinato da Antonio Uccelli dell’Università di Genova in collaborazione con il Gaslini. Lo studio ha permesso di chiarire importanti meccanismi di azione delle cellule staminali mesenchimali sul sistema immunitario in vivo
Genova 26 settembre 2011. Un lavoro pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista americana PNAS (Proceeding of the National Academy of Sciences) ha descritto per la prima volta un nuovo meccanismo attraverso il quale le cellule staminali mesenchimali, un tipo di staminali adulte isolate dal midollo osseo, sono in grado di modificare in vivo la risposta immunitaria.
Lo studio, finanziato dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM) e coordinato dal Dott. Antonio Uccelli del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova in collaborazione con Elisabetta Traggiai dell’Istituto Gaslini, ha dimostrato che le cellule staminali mesenchimali sono in grado di inibire l’azione delle cellule dendritiche, un particolare tipo di globuli bianchi che “istruiscono” il sistema immunitario.
Sabrina Chiesa che ha condotto gli esperimenti in prima persona presso il Centro di Biotecnologie Avanzate di Genova racconta che iniettando endovena le staminali mesenchimali è possibile “paralizzare” le cellule dendritiche impedendo loro di interagire con i linfociti T, una popolazione di cellule del sistema immunitario coinvolta nella risposta contro una proteina bersaglio.
«Questo risultato ha una grandissima rilevanza, - spiega Antonio Uccelli, - perché permette di comprendere uno dei principali meccanismi di azione attraverso i quali le mesenchimali svolgono la loro azione terapeutica».
«È un passo avanti nella ricerca – dichiara Mario Alberto Battaglia presidente della FISM – presto nei prossimi anni avremo le risposte che cerchiamo per la riparazione del danno neurologico. Nelle nostre strategie di ricerca stiamo andando ad investire in campi che ci permetteranno di comprendere i meccanismi di inizio e lo sviluppo della malattia, di terapie innovative, come quelle che utilizzano appunto le cellule staminali».
Lo stesso gruppo di ricerca genovese aveva già dimostrato che l’iniezione endovena di staminali mesenchimali è in grado di curare una forma sperimentale di sclerosi multipla. Sulla base di questi risultati il Dott. Uccelli coordinerà uno studio clinico internazionale, supportato dalla FISM e che coinvolge numerosi centri italiani ed europei, per dimostrare l’efficacia terapeutica delle cellule staminali mesenchimali isolate dal midollo osseo in pazienti con sclerosi multipla che non hanno risposto alle terapie attualmente disponibili.
Secondo Uccelli, le staminali mesenchimali, pur non potendo riparare i tessuti nervosi irreparabilmente danneggiati dalla malattia, potrebbero rappresentare un’opportunità unica nella cura della sclerosi multipla vista la loro capacità di bloccare le cellule del sistema immunitario che aggrediscono le proteine della mielina, la guaina che riveste i nervi, e di proteggere le cellule nervose.
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