Sclerosi multipla e cladribina
Informazioni
- Principio attivo: cladribina.
- Modalità di somministrazione: orale.
- Posologia: vedere schema somministrazione.
- Indicazioni: pazienti adulti con sclerosi multipla (SM) recidivante ad elevata attività di malattia, definita da caratteristiche cliniche o di diagnostica per immagini.
- Effetti collaterali comuni: linfopenia (diminuzione dei linfociti) e infezioni da virus herpes zoster. Possono manifestarsi eruzioni cutanee, perdita di capelli e riduzione della conta di neutrofili.
- Altri rischi potenziali: le infezioni inattive, compresa la tubercolosi, possono essere riattivate quando la conta linfocitaria è fortemente ridotta. In casi rari possono manifestarsi infezioni, denominate infezioni opportunistiche, che si osservano soltanto in persone con severo indebolimento del sistema immunitario. Nelle persone affette da SM che hanno assunto il farmaco non sono stati osservati casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML), tuttavia non può essere escluso che ciò possa verificarsi in futuro. Negli studi clinici sono stati osservati singoli eventi di neoplasie maligne in pazienti che hanno ricevuto cladribina compresse. L’incidenza rientrava tuttavia nel range di riferimento atteso (sia per la popolazione generale che per le persone con SM).
- Precauzioni: prima di iniziare il trattamento dovrà essere eseguita una conta linfocitaria prima di (sia al primo anno che al secondo anno). La conta dovrà essere ripetuta 2 e 6 mesi dopo l’inizio del trattamento in ogni anno. Prima della somministrazione dell’anno 1 e dell’anno 2, verrà eseguito uno screening per infezioni inattive (tubercolosi ed epatite B e C). Inoltre, prima di iniziare il trattamento, sarà richiesta una risonanza magnetica encefalica.
- Modalità di conservazione: Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.
Domande frequenti
Che cos’è cladribina?
E' un farmaco indicato per il trattamento di pazienti adulti con sclerosi multipla (SM) recidivante ad elevata attività, definita da caratteristiche cliniche o di diagnostica per immagini.
È approvato in Italia?
Il medicinale è disponibile in Italia a seguito della pubblicazione della GU del 24 Gennaio 2018 n. 19. Da marzo 2019 è stato inserito nella classe di rimborsabilità A, ovvero il famraco è carico del Sistema Sanitario Nazionale.
Come viene somministrato il farmaco?
Viene somministrato per via orale. Il trattamento deve essere iniziato e supervisionato da un medico esperto nel trattamento della sclerosi multipla. La dose dipende dal peso corporeo della persona e il trattamento consiste in due cicli nell’arco di 2 anni. Ogni ciclo di trattamento consiste di 2 settimane di trattamento, una all’inizio del primo mese e una all’inizio del secondo mese dell’anno di trattamento corrispondente. Ogni settimana di trattamento consiste di 4 o 5 giorni in cui la persona assume una o due compresse come singola dose giornaliera, in base al peso corporeo. Dopo il completamento dei 2 cicli di trattamento, negli anni 3 e 4 non è necessario un ulteriore trattamento.
Qual è il suo meccanismo d'azione?
La cladribina ha una struttura chimica simile ad una purina, una delle sostanze necessarie per la formazione del DNA. Nell’organismo la cladribina viene attivata preferenzialmente all’interno dei linfociti B e T dove interferisce con la sintesi di DNA. Il meccanismo attraverso il quale la cladribina esercita i suoi effetti terapeutici nella SM non è chiarito del tutto, ma si ritiene che l’effetto sui linfociti interrompa la cascata di eventi immunitari alla base della malattia.
Quali sono gli effetti collaterali più frequenti?
Gli effetti collaterali più comuni sono: linfopenia (diminuzione dei linfociti) e infezioni da virus herpes zoster. Possono manifestarsi eruzioni cutanee, perdita di capelli e riduzione della conta di neutrofili.
Quali sono i principali rischi potenziali?
MAVENCLAD® può ridurre temporaneamente il numero di linfociti nel sangue. Le infezioni inattive, compresa la tubercolosi, possono essere riattivate quando la conta linfocitaria è fortemente ridotta. In casi rari possono manifestarsi infezioni, denominate infezioni opportunistiche, che si osservano soltanto in persone con severo indebolimento del sistema immunitario. Nelle persone affette da SM che hanno assunto MAVENCLAD® non sono stati osservati casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML), tuttavia non può essere escluso che ciò possa verificarsi in futuro. Negli studi clinici sono stati osservati singoli eventi di neoplasie maligne in pazienti che hanno ricevuto cladribina compresse. L’incidenza rientrava tuttavia nel range di riferimento atteso (sia per la popolazione generale che per le persone con SM).
Le persone che prenderanno questo nuovo farmaco dovranno eseguire esami o visite mediche
particolari?
Sì, oltre alla visita specialistica neurologica, dovrà essere eseguita una conta linfocitaria prima di iniziare il trattamento (sia al primo anno che al secondo anno). La conta dovrà essere ripetuta 2 e 6 mesi dopo l’inizio del trattamento in ogni anno. Prima della somministrazione dell’anno 1 e dell’anno 2, verrà eseguito uno screening per infezioni inattive (tubercolosi ed epatite B e C). Inoltre, prima di inziare il trattamento, sarà richiesta una risonanza magnetica encefalica.
Cladribina può alterare la fertilità maschile?
Poiché la cladribina interferisce con la sintesi del DNA, si potrebbero verificare effetti avversi sulla gametogenesi umana.
Cladribina può avere affetti negativi su una possibile gravidanza?
Considerando l’effetto sull’essere umano di altre sostanze che inibiscono la sintesi del DNA, la cladribina potrebbe causare malformazioni congenite quando somministrata durante la gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva pertanto l’utilizzo del farmaco in donne in gravidanza è controindicato. Pertanto è necessario adottare misure precauzionali per evitare una gravidanza durante il trattamento e almeno nei 6 mesi successivi all’assunzione dell’ultima dose.
È possibile allattare durante il trattamento?
Al momento non è noto se la cladribina sia escreta nel latte materno. A causa delle potenziali reazioni avverse gravi che potrebbero verificarsi nei bambini allattati al seno, l’allattamento è controindicato durante il trattamento con cladribina per 1 settimana dopo l’ultima dose.
La vaccinazione antiinfluenzale è compatibile con la somministrazione di cladribina?
Il trattamento con cladribina non deve essere iniziato nelle 4-6 settimane successive a una vaccinazione con vaccini vivi o attenuati. Una vaccinazione con vaccini vivi o attenuati va evitata durante e dopo il trattamento finché la conta leucocitaria non rientra nei limiti della norma.
Quali studi sono attualmente in fase di realizzazione?
Analisi Integrata dei dati di Sicurezza: I dati di sicurezza delle persone che hanno assunto cladribina negli studi clinici sono stati raccolti in un registro, denominato PREMIERE. Le persone incluse nel registro sono state tenute sotto osservazione per un periodo di 8 anni. I dati raccolti evidenziano un profilo di sicurezza ben caratterizzato, nel quale gli effetti collaterali più frequenti sono stati la linfopenia (effetto noto perchè legato al meccanismo d’azione del farmaco) e l’infezione da Herpes zoster. L’analisi ha inoltre evidenziato che il farmaco non aumenta il rischio di sviluppare uno specifico tipo di tumore (cluster) nè tumori di tipo ematologico.
Aggiornamenti
Gennaio 2022: l'Agenzia Europea del Farmaco (EMA) attraverso il PRAC (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee) ha diffuso una nota informativa riguardante la sicurezza del farmaco. Questa mira a informare gli operatori sanitari sugli eventi avversi di danno epatico associati al trattamento con cladribina e fornisce nuove raccomandazioni sul monitoraggio della funzionalità epatica. Nelle persone con sclerosi multipla trattate con Mavenclad sono stati segnalati danni al fegato, inclusi casi gravi e casi che hanno portato all'interruzione del trattamento. Una recente revisione dei dati di sicurezza al momento disponibili ha concluso per un aumentato rischio di danno epatico in seguito al trattamento con cladribina.
La maggior parte dei pazienti che hanno subito un danno epatico presentavano sintomi clinici lievi. Pertanto tale condizione sarà inclusa nelle informazioni del prodotto come reazione avversa al farmaco con frequenza non comune. Si consiglia agli operatori sanitari di eseguire una valutazione dettagliata della storia clinica del paziente relativa a disturbi epatici precedenti o episodi di danno epatico associate ad altri medicinali prima di iniziare il trattamento con cladribina. Prima e durante il trattamento devono essere eseguiti test di funzionalità epatica e ripetuti se necessario. Nel caso in cui un paziente sviluppi danno epatico, il trattamento deve essere sospeso o definitivamente interrotto , come appropriato.
Bigliografia
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- S.Cook, T. Leist, G. Comi, X. Montalban, E. Sylvester, C. Hicking, F. Dangond. Safety of Cladribine Tablets in the Treatment of Patients with Multiple Sclerosis (MS): An Integrated Analysis from the MS Clinical Development Program. EAN 2017, Abstract No. 0543.
- Pakpoor J, et al. No evidence for higher risk of cancer in patients with multiple sclerosis taking cladribine. Neurology Neuroimmunology and Neuroinflammation 2015;2:e158.
- Leist TP, Comi G, Cree BA, Coyle PK, Freedman MS, Hartung HP, Vermersch P, Casset Semanaz F, Scaramozza M; oral cladribine for early MS (ORACLE MS) Study Group. Effect of oral cladribine on time to conversion to clinically definite multiple sclerosis in patients with a first demyelinating event (ORACLE MS): a phase 3 randomised trial. Lancet Neurol. 2014 Mar;13(3):257-67.
- Giovannoni G, Comi G, Cook S, Rammohan K, Rieckmann P, Soelberg Sørensen P, Vermersch P, Chang P, Hamlett A, Musch B, Greenberg SJ; CLARITY Study Group. A placebo-controlled trial of oral cladribine for relapsing multiple sclerosis. New England Journal of Medicine 2010;362(5):416-426.
Ultimo aggiornamento 11 gennaio 2023