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24/05/2016

Alice Laroni: a lei il Premio Rita Levi-Montalcini 2016

Ricerca di base sulle cause della malattia e ricerca clinica sulle cellule staminali mesenchimali. Sono i due campi di studio sui lavora la vincitrice del riconoscimento che ogni anno la FISM assegna a giovani ricercatori che si sono distinti nella lotta contro questa malattia

 

È Alice Laroni la vincitrice 2016 del Premio Rita Levi-Montalcini, assegnato che dal 1999 dalla Fondazione di AISM per riconoscere l’impegno e il valore dei giovani ricercatori nella ricerca scientifica sulla SM.

 

Co-autrice di 21 pubblicazioni sulla SM, Alice Laroni riceve il premio per i risultati ottenuti in due importanti ambiti della ricerca su questa malattia cronica e progressivamente invalidante, che colpisce il sistema nervoso: la ricerca di base sulle cause che possono scatenare la malattia e la ricerca clinica su nuovi trattamenti, legata in particolare alle cellule staminali mesenchimali. “Sono ricercatrice ma anche medico”, racconta Laroni. “Al Centro Sclerosi Multipla seguo tanti giovani e tante donne della mia età. Il nostro è un incontro che dura tanti anni. Costruiamo un rapporto di alleanza, terapeutica ma anche umana. Vedo le persone crescere, a volte sposarsi, a volte separarsi. E cerco sempre di scegliere insieme a loro il percorso più efficace per la terapia. Dando le buone e anche le cattive notizie su come sta andando. È nell’incontro quotidiano con le persone con SM che alimento costantemente le domande che aprono la ricerca di cui mi occupo”.

 

Laroni è ricercatrice a tempo determinato all’Università di Genova, dove è arrivata dopo la laurea e la specializzazione all’Università di Padova. La sua storia è un esempio nitido del “valore” seminato dalla scuola di ricerca che AISM sostiene e promuove da sempre: “Grazie ai mentori che mi hanno seguita, il professor Gianluigi Mancardi, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze (DINOGMI) dell’Università di Genova, e il professor Antonio Uccelli, responsabile del Centro Sclerosi Multipla e del laboratorio di Neuroimmunologia, ho avuto a disposizione le risorse, ma anche la fiducia, il dialogo e il confronto che mi hanno fatto compiere tanta strada per arrivare alla fine a restare in Italia. Grazie alla fiducia ricevuta ho realizzato un sogno, che non finisce con questo Premio ma, semplicemente, ricomincia”, dichiara la vincitrice.

 

La ricerca sul sistema immunitario.
Nell’ultimo studio pubblicato, a inizio 2016 su Journal of Autoimmunity [[1]], Laroni ha studiato le cellule regolatorie del sistema immunitario innato. Si ritiene che sia costituito dai ‘soldati semplici’ dell’immunità. Alcuni di questi ‘soldati’ si chiamano ‘natural killer’ (NK) e hanno il ruolo di attaccare e ‘uccidere’ le cellule malate del nostro corpo. Le cellule tumorali o quelle infettate da virus vengono assalite ed eliminate dalle cellule NK. “Abbiamo visto in laboratorio come le cellule NK non solo attaccano i tumori o le cellule infettate da virus, come è noto da tempo, ma nelle persone sane sono anche in grado di “uccidere” i linfociti T. Questi linfociti, così chiamati perché hanno origine nel timo, un piccolo organo ghiandolare, sono i responsabili di molte delle nostre risposte immunitarie”, spiega la ricercatrice. “Ma nella SM, per semplificare, non funzionano bene: provocano un eccesso di infiammazione e sono dunque alla base dell’attacco autoimmune verso la mielina. Le cellule NK, dunque, sono in grado, di prevenire in chi è sano un eccesso di infiammazione. Nella SM invece, per quanto abbiamo osservato, le cellule NK non riescono a svolgere questa funzione, perché gli stessi linfociti T liberano alcuni segnali che inibiscono l’azione dei killer naturali del sistema immunitario innato”. Lo studio di Laroni, per quanto si tratti di una ricerca immunologica di base, potrebbe aprire la via alla messa a punto di terapie che riescano a ripristinare la corretta funzione delle cellule NK e dunque un adeguato controllo dell’attivazione dei linfociti T.

 

Le cellule staminali mesenchimali.
Il progetto MEMENS,
il cui primo investigatore è Antonio Uccelli, intende reclutare 185 persone con SM per sperimentare sicurezza ed efficacia di un trattamento con cellule staminali mesenchimali a confronto con un trattamento placebo. Lo stesso protocollo viene attuato oggi in 7 nazioni: Iran, che ha iniziato da pochissimo, Francia, Spagna, Inghilterra, Danimarca, Canada e Italia partecipano tre Centri (Genova, Milano San Raffaele e Università di Verona Italia). A oggi sono stati arruolati 120 pazienti, di cui 30 in Italia. “Aver avuto la possibilità di partecipare alla progettazione e alla realizzazione dello studio è stata un’esperienza unica e innovativa, proprio perché un progetto nato dalla ricerca di base in laboratorio è arrivato ad essere applicato direttamente nell’uomo. Non capita spesso, che si riesca a compiere l’intero tragitto fino ad arrivare a vedere il possibile impatto di un progetto sulla vita delle persone”, afferma Laroni.

 

 

Nel futuro di Alice Laroni c’è ancora la ricerca sulle cause della malattia, nel campo neuro-immunologico, per andare a capire in che modo nei linfonodi le cellule NK incontrano le cellule T. Il gruppo di ricerca intende anche verificare se esistano delle terapie capaci di modificare il numero e di migliorare la funzionalità delle cellule NK. “Poi abbiamo in cantiere una ricerca di base per studiare l’interazione che si crea tra il nostro metabolismo e il metabolismo dei microbi che abitano nel nostro intestino. Questa ricerca vorrebbe individuare i meccanismi che favoriscono la produzione da parte dei microbi intestinali di sostanze efficaci nel modulare correttamente l’azione del sistema immunitario”, conclude Laroni.



1 Laroni A., Armentani E., Kerlero de Rosbo N., Ivaldi F., Marcenaro E., Sivori S.,Gandhi R., Weiner HL,  Moretta A., Mancardi GL, Uccelli A. Dysregulation of regulatory CD56bright NK cells/T cells interactions in multiple sclerosis. J. Autoimmunity, Journal of Autoimmunity (2016).