«In AISM siamo tutti importanti, ognuno facendo la propria parte: le persone con SM, i familiari, i volontari, i ricercatori, i donatori, i nostri sostenitori. Tutti contribuiamo a vincere la partita del cuore, quella che stiamo giocando per avere un mondo libero dalla sclerosi multipla».
Così, pochi mesi fa, già da tempo in lotta con una malattia incurabile, Ippolita Loscalzo, storica volontaria di AISM, aveva risposto alla domanda “Ti senti speciale?”.
Ieri Ippolita ci ha lasciato. Aveva compiuto 83 anni lo scorso 26 giugno. Una partenza che lascia un vuoto e, insieme, un’eredità preziosa a tutta l’AISM.
Una donna allegra, energica, dal cuore grande
«Ippolita ha sempre avuto il cuore grande - dice, ascoltando il proprio cuore, Mario Battaglia -, insieme a una grande attenzione alle persone. Si è occupata per un tempo lunghissimo dei grandi problemi, dei grandi aspetti organizzativi della sua Sezione di Milano e di tutta l’Associazione, di cui è stata per moltissimi anni Consigliere nazionale e Vice-Presidente nazionale. Ma prima di tutto riusciva ad ascoltare le persone, a parlare con loro, a entrare in sintonia e ad accompagnarle tutte, vivendo con loro un percorso, molte volte impegnandosi nel quotidiano con loro, per affrontare e risolvere i piccoli e grandi problemi della vita. Parlava con i grandi, con Gianni Morandi, con il paroliere Mogol, con Ministri e ricercatori di fama mondiale e poi andava a casa delle persone con SM e passava la notte da loro assistendole. È sempre stata una persona molto pratica, in cerca di una soluzione per cambiare veramente la vita delle persone con SM. E ha insegnato a generazioni di volontari cosa significa mettersi in contatto con l’altro, rapportarsi all’altro, accogliere l’altro, entusiasmarlo e convincere l’altro a sposare la nostra missione».
Uno dei primi giovani a fare servizio civile nella Sezione di Milano è stato il dottor Roberto Furlan, oggi Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Neuroimmunologia, uno dei ricercatori più noti a livello internazionale: «Ippolita – ricorda con un groppo in gola – mi ha regalato la mia vita. Quando ancora ero un giovane studente di medicina e facevo il servizio civile in AISM, lei già vedeva in me, molto prima che io stesso ci credessi, il medico e il ricercatore che poi sarei diventato. Mi resta in dono la sua insopprimibile allegria – ricorda ora con un sorriso -. È una delle persone più allegre che io abbia conosciuto. Non ricordo una singola conversazione in cui a un certo punto non siamo scoppiati a ridere, a volte fino alle lacrime. In ogni fase della sua vita è stata donna dell’allegria. Anche in questi ultimi mesi. A giugno andavo da lei a pranzo una volta alla settimana e lei, ancora, scherzava con me, anche sulla sua morte. Noi ci sentivamo sempre. Riusciva a vedere il lato buffo di ogni situazione. I suoi erano sorrisi di puro divertimento, come quelli dei bambini».
Una donna, Ippolita, che ha lasciato il segno per la sua energia.
Un altro dei “suoi” ragazzi, Marco Macalli, la ricorda così: «Era energica, generosa, decisa, tenace. Aveva la forza del bene, era spinta dalla sua fiducia incrollabile nella missione di AISM. Lei credeva fino in fondo in quello che faceva. Era così decisa e convinta che riusciva a stare al tavolo con Rita Levi Montalcini la sera prima e il giorno dopo trovarsi in sede a parlare con l’ultimo dei volontari che stava entrando in associazione. Ippolita mi ha cambiato la vita, veramente. Dopo un anno di servizio civile in AISM, nel 1992, parlai con lei per dirle cosa mi aveva colpito, cosa avevo visto che funzionava, cosa invece a mio avviso si poteva sviluppare e migliorare. Avevo i miei progetti di vita, stavo finendo l’Università e avevo già un lavoro di programmatore che mi aspettava in una banca Svizzera. E lei, sentite le mie proposte, mi ha risposto: “perché non te ne occupi tu? Perché non vieni a lavorare con noi? Se sei un analista programmatore puoi certamente restare qui a programmare i nostri servizi”. Ci pensai 15 giorni, poi scelsi il cuore. E ancora oggi AISM è per me lavoro e vita. E poi Ippolita mi ha cambiato la vita, come a tante altre persone, non una volta sola, ma tante volte, in mille occasioni quotidiane. Era una scarica di energia, un moto perpetuo. Aveva una frequenza vitale altissima, era sempre in movimento, aveva sempre un’idea nuova, qualcosa da fare. Anche quando veniva in sede, arrivava con mille buste: “ti ho portato questo, e quest’altro, e ho questo ritaglio di giornale di cui volevo discutere con te”. E aveva un’attenzione particolare: si portava il pranzo da casa, ma non solo per se stessa, ma per tutti noi. Arrivava con la teglia della parmigiana di melanzane e, quando c’era lei, si mangiava sempre insieme quello che aveva portato. E non si fermava davanti a niente. Mi porto questo suo stile nella vita. “Facciamolo”, era la frase che diceva più spesso. “Questa cosa serve alle persone? – chiedeva -. Abbiamo le risorse? Possiamo farla? E allora facciamola. E la facevamo».
Quando Mario Battaglia parla di «una generazione di volontari» cresciuti con Ippolita, non sbaglia. Ne potremmo raccontare cento e mille.
Un altro dei suoi «figli» nel volontariato è Davide Musotto, che è stato Presidente della Sezione e ha iniziato anche lui facendo il servizio civile. Figlio è la parola giusta perché Davide ricorda Ippolita così: «Lei è stata la mamma associativa di molti di noi. E pensare che il nostro rapporto iniziò in modo burrascoso: il secondo giorno di servizio civile, me ne stavo in associazione fermo, non c’erano persone con SM, non c’era niente da fare. Vedo entrare questa signora che, senza neanche togliersi la giacca, mi guarda e mi dice: “non stare lì a fare niente. Non vedi che c’è il giardino da pulire?» Le chiesi chi era e mi disse che era la Presidente di Sezione. Iniziò da lì un rapporto intenso, unico: lei credeva nel valore delle persone, nei giovani, e mi ha davvero insegnato tantissimo. Ci facevamo simpatia, abbiamo litigato tanto, ci siamo stimati tanto, ci siamo voluti bene. Mi ha insegnato ad ascoltare, a tenere sempre a mente l’obiettivo finale, che per lei era cambiare la realtà della SM e in parallelo raccogliere fondi per la ricerca, l’unica vera risposta per liberare il mondo dalla sclerosi multipla. Per lei il mondo libero dalla SM c’era già, era prima di tutto dentro di lei, era la sua vita».
Una visionaria, avanti di vent’anni sui tempi: ha creduto per prima nelle persone con SM
È la storia associativa, così lunga e intensa, quella che, come dice il Presidente FISM rimane come eredità da tenere viva come tesoro prezioso, unico, irrinunciabile: «Ippolita ha dato tantissimo nella vita associativa. Ha ricoperto ruoli fondamentali. Ha saputo dare anche alla nostra organizzazione la spinta per arrivare dove l’Associazione è oggi. Ippolita “è” stata l’Associazione per 40 anni, a livello milanese, lombardo, nazionale. Nei contesti ufficiali e dietro le quinte. Ha saputo incarnare l’associazione come è oggi e come deve essere per il futuro, perché non deve andare persa l’eredita che ci lascia, che lascia ai giovani e meno giovani che oggi ricoprono ruoli associativi importanti in tutto il territorio nazionale. Quello che lei ha insegnato dobbiamo non solo portarcelo personalmente nel cuore ma nei valori, nella missione, nelle scelte che AISM deve continuare a fare. Non potremo vanificare nemmeno una briciola di tutto quello che lei ha fatto in AISM, dello sforzo che ha messo in campo in tutti questi anni perché l’associazione arrivasse dove è adesso».
Anche per Roberto Furlan questo è l’aspetto più prezioso dell’eredità di Ippolita: «Nella sua dimensione pubblica e associativa, credo che lei sia sempre stata 20 anni avanti rispetto a tutti noi. Lei 20 anni fa era dove il Terzo Settore è oggi: pensiamo alla sua capacità di costruire partenariato con tante aziende, alla capacità di offrire alle persone di servizi di qualità. Noi trent’anni fa, come obiettori di coscienza, con la sua guida avevamo messo in piedi un approccio che oggi va quasi di moda come “patient advocacy”».
Macalli aggiunge un tassello: «Prima del tempo, Ippolita aveva intuito la forza del volontariato organizzato. Diceva sempre che con una spina dorsale di dipendenti dedicati chi a organizzare la raccolta fondi, chi all’affermazione dei diritti, chi all’ascolto delle persone e alla segreteria sociale, saremmo stati molti più efficaci e attrattivi anche per gli stessi volontari. E già allora aveva capito che l’impresa sociale deve avere in sè due anime: quella dell’organizzazione come impresa, come capacità di intraprendere e di relazionarsi con il mondo profit e, insieme, doveva sempre essere presente l’anima avventurosa del non profit, il valore dell’essere insieme come persone ad affrontare e vincere le sfide del tempo».
Un ultimo aspetto decisivo per la storia dell’AISM: Ippolita ha creduto molti anni fa che in AISM proprio le persone con SM dovevano essere per prime protagoniste delle scelte e dei progetti, e non solo fruitori di servizi. “Questo è ciò che AISM può fare per te – diceva sempre loro -. Tu cosa puoi fare per AISM?»
Io, persona con SM, cosa posso fare per AISM
Roberta Amadeo, la prima giovane donna con sclerosi multipla a diventare Presidente, ricorda come fosse oggi: «Ippolita, da quando sono entrata in Associazione nel 1999, è stata la mia compagna di viaggio. Io la portavo in auto agli incontri associativi e lei mi conduceva sulle strade della storia e del futuro di AISM. Insieme abbiamo parlato molte volte del valore delle persone con SM, del fatto che noi per primi non dovessimo sempre aspettare che gli altri ci salvassero la vita, ma mettessimo in gioco noi stessi, con la nostra faccia. Ed è stata così coerente con questa sua visione che, nel momento in cui poteva diventare Presidente Nazionale, dopo molti anni di Vice-Presidenza, ha preferito mandare avanti me, convinta che sarei stata un messaggio forte, un invito a tante altre persone come me a cambiare lo stato delle cose, insieme, in AISM».
Angela Martino, che è stata la seconda donna con SM a diventare Presidente di AISM, aggiunge: «Lei sprigionava la creatività della sua anima napoletana insieme alla concreta praticità dell’anima lombarda. È stata felice lei e sono stata felice io, nel 2018, quando l’ho proclamata in assemblea nazionale socia- onoraria di AISM, proprio per la sua lunga storia associativa. Un titolo che oggi porta con sé dovunque sia andata. Quando ero Presidente mi telefonava spesso. Mi invitava ad andare nelle Sezioni, ad ascoltare le persone nei territori in cui vivono. E io ne ho fatto tesoro: siamo associazione se ci conosciamo davvero, fino in fondo. Con Ippolita, oggi, ci lascia un pezzo di storia dell’AISM. Ma lei ci ha lasciato anche in eredità un messaggio potente e concreto, quello che le cose si possono fare. Se lo vogliamo, se lo decidiamo, le cose si fanno, insieme».
Coerentemente, questo è lo stesso ricordo di Francesco Vacca, nostro attuale Presidente Nazionale: «quando sono entrato in AISM lei c’era già, quasi mi faceva soggezione, nemmeno osavo avvicinarmi. Ma proprio lei, quando sono diventato Presidente nazionale mi ha telefonato, mi ha fatto le congratulazioni e mi ha incoraggiato: «Ti ho conosciuto, so quanto cuore ci metti, so quanto potrai dare alla nostra associazione. Ora tocca a te”. Mi ha commosso, mi ha dato una grande forza. Sapevo e so quanto lei sia stata decisiva nella storia di AISM ed è stato bello sentirmi sostenuto, sentire quella fiducia, quel desiderio che anche io facessi il mio massimo per costruire quel mondo di liberà dalla SM che tutti fortemente vogliamo».
Un fondo di ricerca in memoria di Ippolita
L’eredità di Ippolita Loscalzo inizia già oggi. Come spiega il Presidente FISM Mario Alberto Battaglia «Ippolita ha sempre amato la concretezza che cambia le cose, ha amato la ricerca, ha dialogato con tutti i medici e i ricercatori. E ci ha detto tante volte, scherzando ma non troppo, che per il suo funerale non avrebbe voluto fiori ma gesti concreti di cambiamento. Per questo, il Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione e quello della Fondazione, insieme alla Sezione di Milano, hanno deciso già oggi di istituire un Fondo di ricerca in sua memoria. I Consigli Direttivi Nazionali hanno versato in questo fondo i primi 10 mila euro e ora chiediamo a tutti coloro che vogliono ricordare Ippolita, come ha voluto lei per prima, di farlo con un gesto concreto, donando qui, sulla pagina "In memoria di Ippolita", per rendere sempre più consistente questo Fondo di ricerca a lei intitolato e consentire ai ricercatori, ai ‘suoi’ ricercatori di dare un contributo importante per portarci sempre più vicini al mondo libero della sclerosi multipla, a trovare la causa vera e a trovare la cura risolutiva. In nome di Ippolita, diciamo grazie a tutti quelli che vorranno contribuire a questo Fondo destinato alle sfide che, come voleva e vuole lei, dobbiamo vincere insieme per mettere la parola fine alla sclerosi multipla».
I funerali di Ippolita Loscalzo saranno domani a Casteldelci (Rimini), il paese cui lei era affezionata e dove aveva una casa di famiglia che amava particolarmente.
L’ Associazione nei momenti importanti di vita associativa la ricorderà commossa.
I tuoi amici ti ricordano
Caterina Caselli
"Cara Ippolita ti ho voluto bene per la tua generosità, disponibilità ed altruismo, i tuoi valori resteranno per sempre con me”.
Franco Milesi e Vittorio Borgia, attuale Presidente Sezione AISM Milano
«Stima e affetto, tra noi, sono state le fondamenta di un’amicizia forte e duratura. Ma soprattutto resteranno, incancellabili, i nostri anni di lavoro insieme per AISM e per la nostra Sezione di Milano, insieme con tutti i nostri volontari e i nostri donatori e sostenitori. Siamo una grande squadra, per grandi risultati. E tu, Ippolita, ne farai sempre parte. Grazie per la lunga strada che abbiamo fatto insieme. Siano sicuri che, ovunque tu sia, continuerai ad accompagnarci, a stimolarci, a spingerci ad andare sempre un po’ più avanti, verso quel mondo libero dalla sclerosi multipla che tu hai prima sognato e poi costruito.
La Sezione di Milano
Ti vogliamo ricordare così:
in piedi, in mezzo alla folla, con il microfono in mano
perchè avevi sempre qualcosa da dire e da ridire!
Vogliamo ricordare e raccontare, anche a chi non ha avuto la fortuna di conoscerti,
quanto le conquiste per migliorare la vita delle persone con SM, conquiste di cui oggi possiamo andare fieri,
sono frutto di tutte quelle piccole e grandi battaglie che hai sempre portato a vanti a gran voce, con incredibile forza, carisma e tenacia.
Oggi, che è uno dei giorni più difficili per la nostra Sezione, la tua Sezione, vogliamo dirti GRAZIE
per essere stata un infaticabile esempio di dedizione,
la guida visionaria che riusciva a vedere "un mondo libero dalla sclerosi multipla" all'orizzonte, ma anche in ogni singola azione quotidiana.
Ciao Ippolita
Vanna Marsotto
Per le persone con SM, Ippolita, hai fatto di tutto. Sei stata l’anima stessa della Sezione AISM di Milano. Sei riuscita a fare in modo che in Sezione collaborassero tutte le figure necessarie a migliorare la vita delle persone con SM. Ci conosciamo dal 1989 e sei tu che mi hai invitata a fare la mia parte in AISM: da allora abbiamo fatto tanta strada, da vere amiche. Sei sempre stata piena di energia, instancabile. Un vulcano di idee, capace di coinvolgere tantissime persone nel volontariato o nel trovare soluzioni. Sei sempre riuscita a tirare fuori il massimo dalle persone che aveva vicino, anche da me. Ti abbraccio forte.