Sarà una presenza insieme ‘prestigiosa’ e ‘utile’ quella di AISM al Festival della Filosofia di Modena, per fare conoscere la realtà della sclerosi multipla e la capacità delle persone con SM, di essere protagoniste di un “pensiero forte” che genera ogni giorno cammino, movimento, inclusione, libertà di andare sempre oltre i limiti che la malattia impone. Grazie alla ricerca, alla riabilitazione, alle connessioni dentro AISM, che è un «movimento» reale, quotidiano, pieno di progetti, il «pensiero del cammino», prima che il titolo di un incontro, è una fotografia della realtà che le persone con SM costruiscono. L'appuntamento è per il 19 settembre, con un laboratorio intitolato Il pensiero in cammino, condotto da Giampaolo Brichetto, Direttore Sanitario Servizio Riabilitativo AISM Liguria e coordinatore della ricerca riabilitativa di FISM, in collaborazione con la Sezione AISM di Modena.
«Stare tra i 150 eventi di questo Festival – afferma Giampaolo Brichetto – e promuovere una cultura autentica sulla sclerosi multipla è una sfida che l’Associazione raccoglie volentieri. Parleremo di come l’uomo, in milioni di anni, ha imparato a camminare, di come sia cambiato e si sia sviluppato il cervello quando siamo passati alla stazione eretta. Spiegheremo cosa succede in quella meravigliosa macchina che è il cervello quando il cammino viene compromesso e cosa si può fare, a quel punto, affinché il nostro cervello si rimetta a funzionare come dovrebbe oppure a compensare in altro modo quello che non riesce più a fare. Il filo rosso sarà proprio il pensiero, la sua forza, la sua capacità di immaginare il movimento e di ricostruire anche schemi motori compromessi. Muoversi è vivere. Come diceva Einstein, la nostra stessa vita è come andare in bicicletta: per stare in equilibrio bisogna muoversi. Le persone con sclerosi multipla testimoniano ogni giorno la capacità di non farsi fermare dalla condizione che si trovano a vivere».
In effetti quella del movimento e delle sue connessioni con il nostro sistema nervoso e il nostro pensiero è una storia affascinante, tutta da raccontare: l’uomo ha impiegato milioni di anni per passare dal movimento a quattro zampe alla stazione eretta. Una conquista che ha fatto dell’uomo un essere speciale. «Gli studi di filogenetica – ricorda Brichetto – evidenziano che lo sviluppo da ominide a uomo che cammina eretto è coinciso con un aumento fenomenale del volume della corteccia encefalica del cervelletto rispetto alle altre specie animali. Oggi continuiamo a stupirci di fronte a un bambino che in pochi mesi impara a camminare eretto: anche nel bambino lo sviluppo e l’aumento di volume encefalico resta strettamente correlata all’acquisizione di capacità motorie e cognitive ».
Nella foto: il dott. Giampaolo Brichetto, Direttore Sanitario Servizio Riabilitativo AISM Liguria e coordinatore della ricerca riabilitativa di FISM.
Il nostro cervello, insomma, cresce nel movimento. E ha una caratteristica unica: la plasticità.
«Esiste in ogni persona una capacità del sistema nervoso centrale di ‘adattarsi’ a stimoli o anche a danni. Più sviluppato ed allenato è l’encefalo – continua il dottor Brichetto - e maggiore è la nostra neuroplasticità. L’uomo è per questo un animale che fortemente impara dall’esperienza e si adatta a ogni circostanza. Ma questa plasticità va allenata».
E come si allena il cervello? «Con l’attività motoria, con il pensiero, con l’immaginazione, con l’osservazione di movimenti fatti da altre persone che, una volta osservati e riosservati, vengono elaborati, integrati e stimolano la neuro plasticità del nostro cervello a ricostituire programmi motori che permettano anche di camminare – spiega Brichetto -».
Due grandi teorie della scienza fanno da sfondo: quella della cosiddetta “motor imagery- immaginazione motoria” e quella dell’osservazione visiva. «Noi uomini anche se, in un dato momento della nostra esistenza, non siamo in grado di camminare perché abbiamo subito un danno, abbiamo tuttavia la capacità di immaginare una camminata. Gli studi sulla motor imagery hanno dimostrato che alcune aree cerebrali si attivano quando immaginiamo un certo movimento esattamente come si attivano quando facciamo realmente quel movimento. L’immaginazione, il pensiero della camminata ci permette dunque di consolidare, dal punto di vista encefalico, il programma motorio della camminata e poi di riabilitare quella funzione che abbiamo perduto. Accanto all’immaginazione, c’è la parte dei neuroni specchio e dell’osservazione motoria: quando osserviamo un gesto di un essere umano – che nel nostro caso è il cammino - ci sono neuroni che entrano in “risonanza” con l’immagine che osserviamo ripetutamente e, anche se non eseguiamo personalmente quel movimento, acquisiscono informazioni che poi sono in grado di essere elaborate e ci fanno programmare quel movimento. Mostreremo come queste tecniche siano utilizzabili anche nella sclerosi multipla, malattia demielinizzante caratterizzata da lesioni nel sistema nervoso».
La sclerosi multipla, come altre malattie, a volte arriva come un terremoto sul sistema nervoso centrale e, nel danno che produce, non sempre consente di riabilitare il movimento semplicemente con l’immaginazione o l’osservazione motoria. «Ne parleremo con cura – conclude Brichetto -. Quando non si può recuperare del tutto la funzione motoria, è importante l’utilizzo di ausili come la stampella o il deambulatore. Li mostreremo e faremo vedere come vengono usati. Persino la carrozzina è uno strumento per continuare a garantirsi la libertà di movimento. Il movimento non è semplicemente usare le gambe, ma è più ampiamente la possibilità di spostarsi, di interagire con gli altri, di lavorare, di vivere la socialità. Oltre la carrozzina, poi, oggi stiamo cercando di riprodurre la capacità di camminare dell’uomo costruendo particolari “macchine” come gli esoscheletri, che sono dispositivi indossabili. Man mano che la ricerca tecnologica procederà, permetteranno di assistere il cammino in posizione eretta anche in persone che oggi si muovono con la carrozzina. Il futuro ci viene incontro, e noi, come mostrano ogni giorno tante persone con sclerosi multipla e la nostra stessa Associazione, ci stiamo muovendo per costruire nuovi orizzonti».