Quando si dice essere nel posto giusto al momento giusto. Lo scorso weekend a Campovolo – Reggio Emilia – oltre 100.000 fan di Harry Styles si sono dati appuntamento per l’evento conclusivo del Love on tour dell’artista britannico, che ha raccolto quasi 5 milioni di spettatori in poco meno di 2 anni di concerti.
La serata, indimenticabile per chi ha partecipato, è diventata virale soprattutto per il discorso in perfetto italiano di Harry e per la sua commozione finale. Comprensibile dopo un tour a dir poco titanico.
Grazie ai volontari della Sezione di Reggio Emilia, a questo tanto partecipato evento c’era anche AISM, che con il loro entusiasmo hanno contribuito a far conoscere l’Associazione e la sclerosi multipla ai giovani fan del cantante.
«Ci siamo chiesti come potevamo raggiungere tanti giovani, dei quali abbiamo sempre bisogno – dice Luisa Motti, Presidente della Sezione AISM di Reggio Emilia – e quale migliore occasione di questo grande evento? Ci siamo rivolti agli organizzatori, che sono stati molto disponibili e ci hanno permesso di avere uno stand in una zona di grande passaggio all’ingresso dell’arena».
Tantissimi i ragazzi che si sono fermati allo stand. «Ho in mente l‘immagine di tanti giovanissimi, di un evento sereno e allegro, e ora ho la consapevolezza che i ragazzi hanno bisogno di essere coinvolti. Uno di loro si è fermato a chiedere informazioni e quando l’ho ringraziato per l’attenzione mi ha detto: “no, grazie a voi che fate una cosa così importante”».
A catturare l’attenzione sono state soprattutto le immagini della mostra PortrAIts, la campagna di sensibilizzazione che AISM ha lanciato in occasione dell’ultima Settimana Nazionale della SM, a maggio.
Nelle immagini modificate grazie all’aiuto dell’Intelligenza artificiale l’obiettivo era mettere in mostra i sintomi invisibili, quelli che non si vedono, quelli più difficili da spiegare, quelli con cui si convive tutti i giorni, anche quando vai a un concerto. E chissà quanti dei centomila di Campovolo sanno di cosa stiamo parlando: «alcuni si sono fermati, hanno fatto domande, e poi in privato ci hanno detto di avere la SM».
Per questo è importante esserci, sempre.
Ben fatto ragazzi!
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