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07/09/2016

Sclerosi multipla: le resolvine potrebbero rivelarsi uno strumento di cura

Lo conferma uno studio pubblicato su Science Translational Medicine, che dimostrata la capacità di queste molecole di spegnere i linfociti “cattivi” alla base dei processi infiammatori cronici. Confermati anche gli effetti benefici di una dieta ricca di Omega 3

 

Chiuchiù

Le ‘resolvine’ sono tra le molecole che regolano la fase conclusiva di un processo infiammatorio acuto, riparando i tessuti danneggiati e ripristinando quindi lo stato di buona salute del nostro organismo. Potrebbero essere utili nel trattamento di patologie infiammatorie croniche o autoimmuni come la sclerosi multipla? È quello che ha indagato uno studio - pubblicato su Science Translational Medicine - condotto della Fondazione Santa Lucia Irccs con l'Università Campus Bio-Medico di Roma e la Harvard Medical School USA, in collaborazione con l'Università di Stoccolma, cofinanziato da AISM e la sua Fondazione.

 

Gli autori si sono proposti di verificare la possibile efficacia delle resolvine non solo nel chiudere a tempo debito un normale processo infiammatorio, ma anche nel correggere quei processi immunitari difettosi che portano ad uno stato infiammatorio cronico e perfino all’autoaggressione dei propri tessuti, come nel caso della sclerosi multipla. I risultati dello studio hanno dimostrato l’effettiva capacità delle resolvine di ristabilire un corretto equilibrio del sistema immunitario in modelli di laboratorio.

 

Ora stiamo iniziando a replicare gli esperimenti su campioni ematici di persone con sclerosi multipla – spiega il dottor Chiurchiù  della Fondazione Santa Lucia di Roma –Se registreremo analoghi risultati, saremo in grado di proseguire con studi che, dalla fase uno in laboratorio fino alla fase tre su soggetti umani, potrebbero condurre in tre anni allo sviluppo di un nuovo protocollo terapeutico”.

 

Nelle infiammazioni incontrollate alla base di tutte le più comuni malattie infiammatorie croniche o autoimmuni il problema principale è dato dai linfociti. In questi casi vi è un’alterazione dell’equilibrio tra i linfociti chiamati a distruggere le cellule estranee all’organismo, come ad esempio i Th1 e i Th17,e i linfociti regolatori “Treg” che inibiscono l’azione dei primi alla fine dell’azione immunitaria, impedendo reazioni eccessive una volta eliminato il danno.

 

Secondo i risultati dello studio le resolvine avrebbero un ruolo nello spostare l’equilibrio linfocitario a favore delle cellule buone (Treg). Una carenza di resolvine nell’organismo potrebbe quindi confermarsi in futuro un fattore coinvolto nella genesi d’infiammazioni croniche e malattie autoimmuni. D’altra parte il suo impiego potrebbe giovare al trattamento di sclerosi multipla, artrite reumatoide, lupus eritematoso e più in generale di malattie provocate da stati infiammatori cronici e disfunzioni del sistema immunitario.

 

I risultati dello studio confermano anche gli effetti benefici di una dieta ricca di Omega 3. Le resolvine, infatti, sono prodotte dal nostro organismo attraverso il metabolismo degli acidi grassi Omega 3. “Si evidenzia ancora una volta l’importanza di un’alimentazione ricca di pesce", dice il dottor Chiurchiù.

 

Chiurchiù V, Leuti A, Dalli J, Jacobsson A, Battistini L, Maccarrone M, Serhan CN
Proresolving lipid mediators resolvin D1, resolvin D2, and maresin 1 are critical in modulating T cell responses.
Sci Transl Med. 2016 Aug 24;8(353):353ra111. doi: 10.1126/scitranslmed.aaf7483.

 

Chiurchiù Santa Lucia