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05/03/2021

Siamo persone non siamo la malattia. Plauso alle parole di Antonella Ferrari che ha portato la SM sul palco di Sanremo

 

«Io non sono la sclerosi multipla, sono Antonella Ferrari»: lo grida con forza sul palco del Festival di Sanremo l’attrice Antonella Ferrari, testimonial AISM, nel suo magnifico vestito rosso e con la stampella colorata di fiori in omaggio a Sanremo. Antonella, che nel 2014 è stata nominata Cavaliere della Repubblica Italiana per il suo impegno sociale, nel monologo che ha portato al Festival racconta il calvario di anni passati tra analisi e cartelle cliniche fino alla diagnosi: sclerosi multipla

 

Risuona un grido dall’Ariston. Un grido di liberazione perché la sua malattia finalmente ha un nome e sa ora contro chi deve combattere.  «Adesso sorrido perché non mi devo più nascondere. Non sono spaventata, sono sollevata. Da oggi potrò ricominciare a camminare in mezzo alla gente senza timore, da oggi potrò smettere di avere paura della paura, sarò semplicemente io, in cammino, luminosa anche quando sarà buio», dice l’attrice nel suo monologo.

 

«È vero in tutto» le fa eco Francesco Vacca, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. «Anche io ho girovagato tanto tra medici e ospedali prima di avere una diagnosi e la cosa peggiore è che la malattia ha continuato a fare il suo percorso. Mentre io cercavo un nome lei continuava ad attaccare il mio sistema nervoso centrale portando a perdere pezzi di me. Sono solo due parole ma sono fondamentali perché avere una diagnosi significa non fermarsi mai, combattere ogni giorno perché noi persone con SM non siamo la sclerosi multipla ma siamo persone».

 

«Abbiamo investito tanto nella ricerca per cambiare il corso delle cose – sottolinea Mario Alberto Battaglia presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla - La cura definitiva non è ancora stata trovata ma possiamo dire che la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante negli ultimi 25 anni e di conseguenza l’assistenza e la terapia sono progressivamente migliorate. In particolare quello su cui abbiamo più investito è nei sistemi diagnostici e nella personalizzazione della terapia. In questi anni abbiamo – grazie anche al contributo dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla –più attrezzature avanzate di risonanza magnetica dedicate alla ricerca e questo ha una ricaduta su una migliore e precoce diagnosi e sul monitoraggio della evoluzione della malattia. Se 40 anni fa bisognava aspettare anche anni per avere una diagnosi, oggi non è più così. Le persone ricevono una diagnosi, dopo gli accertamenti, in poche settimane e questo oggi è fondamentale. Avere una diagnosi precoce di SM permette la terapia precoce e quindi di rallentare quella progressione della malattia che può portare a lungo termine alla disabilità. Quindi dobbiamo avere terapia precoce e personalizzata per poter dire ai giovani che affrontano oggi la diagnosi che possono guardare al futuro e potranno vivere la loro vita, al di là della sclerosi multipla».

 

Leggi la nostra intervista ad Antonella Ferrari