Consegnato oggi durante il congresso scientifico annuale dell'AISM e la sua Fondazione (FISM), in occasione delle celebrazioni per la Giornata Mondiale della SM, il premio per incentivare l'impegno dei giovani nella ricerca sulla sclerosi multipla. Il vincitore si occupa di studiare cosa accade al cervello quando svolge più compiti insieme
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Quanto costa al cervello svolgere più compiti simultaneamente? È possibile fotografare questo costo? Sì, secondo una ricerca presentata nel corso del Congresso Scientifico Annuale della Fondazione dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM) da Ludovico Pedullà vincitore del Premio per il Miglior Poster “Giovani Ricercatori”, istituito da AISM per incentivare la ricerca sulla Sclerosi Multipla. A Ludovico, premiato nel corso delle celebrazioni per la Giornata Mondiale della SM. Otre il riconoscimento, AISM e FISM conferiscono un grant di 500 euro per attività scientifiche e formative.
«Abbiamo premiato questo poster per l'approccio innovativo usato e il potenziale diagnostico e di monitoraggio degli aspetti cognitivi della malattia. Ci hanno colpito la chiarezza espositiva e i progressi compiuti nel primo anno della borsa di studio di Ludovico. Ci auguriamo che questo riconoscimento costituisca un punto di partenza per una carriera scientifica di successo, anche nell'interesse di tutte le persone colpite da SM”, ha spiegato la commissione che ha valutato i poster candidati.
Ludovico, vincitore con il lavoro dal titolo “Studio dei correlati comportamentali neurali in compiti di dual task in ambiente ecologico”, è un ricercatore FISM presso l'Università di Genova e studia cosa accade al cervello quando svolgiamo più compiti insieme, con un aspetto innovativo, racconta: «Oggi possiamo osservare quello che accade all'interno del cervello con un sistema di neuroimaging che utilizza la luce infrarossa, la spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (fNIRS)». Questa tecnica permette di capire quali aree corticali si attivano durante l'esecuzione di uno o più compiti, in modo non invasivo, tramite l'uso di una cuffia collegata ad un sistema di acquisizione portatile, che possono essere utilizzati anche durante una camminata. «Tramite la luce infrarossa abbiamo quindi osservato cosa accade durante singoli compiti motori e attività cognitive, ma anche cosa avviene quando combiniamo queste attività, per esempio chiedendo ai soggetti di camminare, su un percorso dritto o curvilineo, e di svolgere contemporaneamente delle operazioni a mente, o di riuscire a identificare da dove arriva il suono registrato nel traffico di una città». La capacità di eseguire più attività contemporaneamente (dual task) è infatti fondamentale nello svolgere le attività di tutti i giorni.
Nel set allestito durante il suo studio, Pedullà in questa prima fase – svolta su persone sane - ha osservato che i compiti svolti singolarmente attivano aree già note: le zone motorie durante una camminata o quelle prefrontali durante le attività cognitive: «Quando però combiniamo insieme le diverse attività, in compiti dual task, osserviamo un nuovo pattern di attivazione cerebrale, da cui possiamo estrapolare per 'sottrazione' quali sono le aree associate unicamente allo svolgimento del dual task».
Quanto osservato, oltre ad arricchire la ricerca di base, permettendo di capire quali zone del cervello sono unicamente associate alla capacità di svolgere più compiti insieme, potrebbe avere delle ripercussioni importanti per le persone con SM: «L'idea infatti è quella di poter arrivare un giorno a stabilire non solo se esistono delle differenze nei pattern di attivazione tra persone sane e persone con SM, ma anche di poter contare su uno strumento che permetta di valutare diverse strategie di riabilitazione – continua Pedullà – questo perché potremmo usare l'informazione ottenuta tramite la spettroscopia a infrarossi per capire quale tecnica di riabilitazione è più efficace a potenziare le capacità di dual task. E potremmo farlo in condizioni che non richiedono approcci invasi o sedute impegnative per il paziente”. Dopo l'estate, conclude Pedullà, comincerà il reclutamento delle persone con SM, includendo un gruppo con patologia recidivante-remittente e uno con forme progressive.
Classe 1985, Ludovico è laureato in Fisioterapia e Bioingegneria e ha un dottorato in Neuroscienze, con indirizzo in scienze delle attività motorie e sportive conseguito presso l'Università di Genova. Oggi è un ricercatore, vincitore di una borsa della Fondazione dell'Associazione italiana sclerosi multipla (FISM).
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