Anticipare la diagnosi, per trattare prima i pazienti, migliorare la gestione della malattia e così contrastare la progressione della disabilità, a tutto vantaggio della qualità di vita dei pazienti. E’ questo lo spirito che ha guidato gli addetti ai lavori che si sono occupati della revisione dei criteri diagnostici per la sclerosi multipla, che ha ricadute importanti sulla vita delle persone con la sclerosi multipla. Non un mero aggiornamento, ma qualcosa di più. “Rivedere i criteri diagnostici ci aiuterà a fare diagnosi più precoci”, riassume infatti Xavier Montalban del Cemcat, il Centro per la Sclerosi Multipla della Catalogna, che ha preso parte a questa revisione. Montalban è stato ospite dell’ultimo congresso dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, e qui è possibile rivedere il suo intervento.
Grazie alla ricerca, conosciamo sempre meglio le manifestazioni della malattia, così come i meccanismi patologici. Ed è dimostrato, come ha spiegato Montalban, che prendere in considerazione le nuove conoscenze sulla malattia, e revisionare così di conseguenza i criteri diagnostici, può tradursi in benefici concreti per i pazienti. “I nuovi criteri diagnostici saranno presentati ufficialmente al prossimo congresso ECTRIMS - in programma per settembre, a Copenaghen - e sono frutto di un'accurata revisione delle evidenze scientifiche che si sono accumulate negli ultimi anni, portata avanti da un team multidisciplinare, tenendo conto anche delle prospettive dei pazienti, che si è riunito a Barcellona a dicembre dello scorso anno”, ha spiegato l’esperto illustrando la metodologia dietro l’ultima della revisione dei criteri di McDonald.
I nuovi criteri diagnostici prendono in considerazione, tra l’altro, aspetti relativi al nervo ottico, nuovi segnali derivanti da analisi di risonanza magnetica, il valore di biomarcatori nel liquido cerebrospinale e la valutazione di chi non manifesta ancora sintomi di malattia ma presenta segni tipici nella risonanza. Sono i pazienti con quella nota come sindrome radiologicamente isolata (RSI). “Con questi nuovi criteri diagnostici forse alcuni dei pazienti con RSI verranno identificati come persone con SM e alcuni verranno trattati molto precocemente, con un impatto importante in termini di prognosi nel lungo termine”, ha spiegato Montalban, lasciando intendere che in questo senso, e in questi casi, potrebbe essere possibile considerare anche la diagnosi precoce una forma di prevenzione.
Il congresso è stato reso possibile con la sponsorizzazione non condizionante dei Main sponsor Alexion, AstraZeneca Rare Disease, Biogen, Merck Italia, Neuraxpharm, Novartis Italia e dello Sponsor Bristol-Myers Squibb
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