02/08/2009
Progetto finanziato dalla FISM sull’utilizzo della risonanza magnetica nella SM benigna
Questo lavoro, pubblicato online in data 8 luglio sul Journal of Neurology, Neurosurgery e Psychiatry, degli autori Beatrice Benedetti, Maria A Rocca, Marco Rovaris, Domenico Caputo, Mauro Zaffaroni, Ruggero Capra, Antonio Bertolotto, Vittorio Martinelli, Giancarlo Comi e Massimo Filippi, è stato coordinato dal dottor Marco Rovaris (attualmente in organico presso U.O. Sclerosi Multipla, IRCCS S. Maria Nascente Fondazione Don Gnocchi di Milano), titolare nel 2006 di un progetto finanziato da FISM e terminato nell’aprile 2008 presso l’Unità di Ricerca di Neuroimmagine e Dipartimento di Neurologia dell’Istituto Scientifico e l'Università Ospedale San Raffaele, Milano.
Lo studio analizza, tramite la risonanza magnetica, la zona cervicale del midollo spinale in persone con SM benigna e la confronta con le stesse immagini di risonanza magnetica in persone con forme secondariamente progressive e persone sane.
Le lesioni al midollo spinale sono tra le maggiori cause di disabilità nelle persone con SM, ma alcune persone mostrano un decorso favorevole della malattia con l’accumulo di poche o nulle disabilità molti anni dopo l’esordio della malattia, queste sono dette forme benigne di SM. I ricercatori si sono focalizzati sulle lesioni a livello del tratto cervicale della colonna vertebrale (perché questa è la zona più colpita nella SM), con l’obbiettivo di definire eventuali fattori associati all’accumulo di disabilità irreversibili nella SM.
Entrambi i gruppi di persone con SM avevano lesioni macroscopiche localizzate a livello cervicale ma al di fuori di queste zone le lesioni cervicali sono limitate nei pazienti con forma benigna rispetto alle persone con la forma secondariamente progressiva. Inoltre le lesioni del cervello T2 pesate sono più grandi nei soggetti con forme secondariamente progressive rispetto a coloro che hanno una forma benigna. I risultati della ricerca, forniscono diversi elementi per una migliore comprensione della fisiopatologia della SM benigna ed in particolare confermano l’importanza del danno regionale (soprattutto midollare) nel determinare l’evoluzione della malattia verso un determinato fenotipo.
Tale studio ha evidenziato come l’analisi tramite RM delle lesioni della colonna siano un utile strumento per monitorare la progressione della malattia e per aumentare la comprensione del meccanismo responsabile dello sviluppo di disabilità permanenti nella SM. Pur non potendo trarre conclusioni in senso prognostico, questi risultati consentono comunque di ipotizzare che una precoce valutazione del danno nelle sedi suddette potrebbe contribuire ad identificare pazienti con maggiore o minore possibilità di evoluzione a SM benigna.
Lo studio analizza, tramite la risonanza magnetica, la zona cervicale del midollo spinale in persone con SM benigna e la confronta con le stesse immagini di risonanza magnetica in persone con forme secondariamente progressive e persone sane.
Le lesioni al midollo spinale sono tra le maggiori cause di disabilità nelle persone con SM, ma alcune persone mostrano un decorso favorevole della malattia con l’accumulo di poche o nulle disabilità molti anni dopo l’esordio della malattia, queste sono dette forme benigne di SM. I ricercatori si sono focalizzati sulle lesioni a livello del tratto cervicale della colonna vertebrale (perché questa è la zona più colpita nella SM), con l’obbiettivo di definire eventuali fattori associati all’accumulo di disabilità irreversibili nella SM.
Entrambi i gruppi di persone con SM avevano lesioni macroscopiche localizzate a livello cervicale ma al di fuori di queste zone le lesioni cervicali sono limitate nei pazienti con forma benigna rispetto alle persone con la forma secondariamente progressiva. Inoltre le lesioni del cervello T2 pesate sono più grandi nei soggetti con forme secondariamente progressive rispetto a coloro che hanno una forma benigna. I risultati della ricerca, forniscono diversi elementi per una migliore comprensione della fisiopatologia della SM benigna ed in particolare confermano l’importanza del danno regionale (soprattutto midollare) nel determinare l’evoluzione della malattia verso un determinato fenotipo.
Tale studio ha evidenziato come l’analisi tramite RM delle lesioni della colonna siano un utile strumento per monitorare la progressione della malattia e per aumentare la comprensione del meccanismo responsabile dello sviluppo di disabilità permanenti nella SM. Pur non potendo trarre conclusioni in senso prognostico, questi risultati consentono comunque di ipotizzare che una precoce valutazione del danno nelle sedi suddette potrebbe contribuire ad identificare pazienti con maggiore o minore possibilità di evoluzione a SM benigna.