Oggi è la Giornata internazionale del Servizio civile. Una tappa significativa della storia italiana: esattamente cinquant'anni fa, il 15 dicembre 1972, per la prima volta in Italia veniva emanata una legge (L.772/1972) che permetteva quella che allora si chiamò "obiezione di coscienza" e che oggi ha assunto la forma del "servizio civile" come scelta volontaria di dedicare alcuni mesi della propria vita alla difesa non violenta e non armata della Patria.
Abbiamo oggi un’occasione preziosa per per rendere il nostro mondo attento al valore irrinunciabile del servizio civile universale.
Il tempo del servizio civile, per chi lo ha vissuto e lo vive è un percorso di cittadinanza partecipativa, un’esperienza formativa, che cambia in meglio la vita di chi lo vive e costruisce un tessuto sociale permanente di attenzione concreta all’altro.
In AISM è stato ed è così, un’esperienza che forma ad essere costruttori di pace e cittadini attivi, permanentemente a servizio di chi ha maggiori fragilità, come ricorddell'Associazione Italiana di Neuro Immunologia (AINI), che ha iniziato la sua avventura umana e professionale proprio facendo servizio civile in AISM, nella Sezione di Milano: «l’allora Presidente della Sezione, Ippolita Loscalzo – dice - ha visto in me, quando non lo sapevo e non ci credevo neppure io, un medico e un ricercatore. che poi avrebbe vinto il Premio Rita Levi Montalcini e sarebbe stato riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Quando ho fatto il servizio civile dovevo ancora laurearmi e nemmeno io credevo che avrei potuto fare quella carriera. Ma il Servizio civile in AISM, con la sua concretezza e la sua visionarietà, ha indirizzato per sempre il percorso della mia vita».
C’è tutta questa lunga storia di servizio civile nella scelta di AISM di contribuire alla realizzazione del “position paper” curato da ASVIS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, pubblicato di recente come percorso verso la realizzazione del “Goal 16” dell’Agenda ONU 2030 e intitolato: “Il servizio civile universale. Giovani, cittadinanza e pace”.
Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 PaesI, l’Agenda ONU 2030 è un programma d’azione declinato in sedici obiettivi per le persone, il pianeta e la prosperità.
Il servizio civile universale è uno strumento insostituibile per realizzare l’obiettivo 16.
Come ricorda infatti la frase di Antonio Gramsci scelta dagli autori per introdurre il documento ASVIS «chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita».
Marcella Mallen, Presidente di ASVIS, presenta così il valore del Servizio civile Universale e di questa stessa pubblicazione:
«Coltivare il benessere dipende dalla capacità di aprirsi all’esperienza dell’ascolto, alla pratica dell’accoglienza e all’arte del dialogo. Per spezzare la catena culturale dell’indifferenza e coltivare una disposizione d’animo verso il coinvolgimento e l’altruismo occorre impegnarsi e mettersi in gioco. Un’attitudine che si coltiva partendo dall’educazione, allenando i giovani a vivere in una dimensione di valore meno centrata sul benessere individuale e più sul bene comune. Ragionare in termini di reciprocità e solidarietà è fondamentale oggi, nel momento in cui la civiltà umana mostra i suoi limiti: del sistema economico, degli assetti sociali, ingiusti e diseguali, dello sfruttamento delle risorse naturali».
È una precisa fotografia della lunga storia del servizio civile proposto e vissuto in AISM: non restare indifferenti, intervenire oggi, come ieri, per un domani migliore, personale e sociale.
Anche in tempo di pandemia – evidenzia Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali e Relazioni istituzionali di AISM - «il servizio civile in AISM non si è mai fermato, nel momento in cui la nostra patria, cioè le persone, soprattutto le più fragili, andavano difese dal Coronavirus e dai suoi effetti sulla nostra comunità. Il servizio civile esiste per rispondere al dovere costituzionale di “solidarietà” (art 2) e di difesa della patria (art. 52) che vale per tutti, nessuno escluso. Con il servizio civile vogliamo essere protagonisti della storia che si scrive nei giorni che stiamo vivendo».
Una storia che noi di AISM continuiamo a costruire attivamente, insieme a tanti altri enti del Terzo Settore, nella CNESC – Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, che nel nostro tempo e nella nostra società agisce non solo come custode del valore dell'esperienza di obiezione e servizio civile, ma soprattutto come realtà in grado di interpretare e attuare ogni giorno una comune idea di Servizio Civile Universale, sia nei giovani che nei volontari e staff dedicato, e di rilanciare questo fondamentale istituto verso il futuro.
AISM – come ricorda ancora Bandiera – è sempre attenta a formare i ragazzi rispetto ai valori, ai principi, alla cultura dell’Associazione e, nello stesso tempo, valorizza il flusso di energia e di visione del mondo dei giovani in servizio civile come fonte di ispirazione e strumento per qualificare il proprio modo di essere Associazione, il linguaggio, le modalità di lavoro: «Negli anni, noi di AISM e i giovani che ci hanno scelto siamo cresciuti insieme. Non è un caso che tantissimi giovani passati per il servizio civile siano restati in AISM anche al termine dell’esperienza, come volontari ma anche come operatori. Questa capacità di coinvolgimento ampio è veramente la matrice che caratterizza la lunga storia del servizio civile in AISM. E ancora oggi, verso il futuro, promozione e il sostegno dell’accesso al servizio civile universale come esperienza di educazione e formazione inclusiva è una delle priorità dell’Agenda della Sclerosi Multipla e patologie correlate 2025, che si inserisce pienamente nei percorsi dell’Agenda ONU 2030 nel suo impegno a rigenerare una società più giusta, inclusiva, equa, partecipativa».
Scarichiamo allora, la pubblicazione ASVIS, cui ha contribuito anche AISM.
Prendiamoci il tempo di leggerlo, di appassionarci al percorso che ci propone, partendo dal suo valore di istituzione nata per la “difesa non violenta della patria” per approdare sulle pagine dedicate ai soggetti e alle esperienze del Servizio civile universale e poi ripartire dalle conclusioni, dall’esigenza di riaffermare senza ambiguità la dimensione della pace e del rifiuto e contrasto della violenza e della guerra in ogni sua manifestazione, dall’irrinunciabilità di investire in modo deciso e prospettico sul Servizio Civile Universale, riconoscendo la naturale e ineludibile tensione dell’istituto come opportunità da riconoscere alla totalità dei giovani titolati che intendano aderire a questa “chiamata verso il bene comune e l’autorealizzazione”.
Oggi è il giorno giusto per farlo sapere al mondo, con una voce che sappia superare il rumore delle tante guerre che ancora insensatamente continuano a distruggere vite, territori e speranze.
Leggiamolo oggi, questo “Position Paper” e facciamolo leggere, soprattutto ai giovani che entrano in contatto con AISM.