Il timore, purtroppo, sta diventando realtà. Nel tentativo di limitare i danni causati dal Covid-19, si mette ulteriormente a rischio il diritto alla salute e alle cure delle persone con altre patologie gravi, anche con sclerosi multipla. Lo conferma il caso della Sardegna, dove la sclerosi multipla è molto diffusa, e dove le persone con SM sono sempre più sole. E la situazione rischia di peggiorare anche altrove.
L’ultima notizia è che il Centro Sclerosi Multipla presente al Binaghi di Cagliari – che ha in carico 4000 persone con SM – sarà riconvertito a centro Covid per far fronte al dilagare del contagio. Le Sezioni AISM sarde stanno ricevendo tantissime chiamate di persone con SM preoccupate di rimanere senza centro di riferimento. L’Associazione sta chiedendo proprio in queste ore alle istituzioni di trovare una soluzione adeguata per garantire il diritto alla cura. In una lettera aperta già inviata alle istituzioni competenti a firma del Presidente Nazionale AISM Francesco Vacca e di Liliana Meini, Presidente del Coordinamento Regionale AISM Sardegna si afferma che: «È certamente necessario intervenire prontamente per arginare la pandemia, ma chiediamo di trovare soluzioni condivise con tutti i soggetti interessati per garantire le migliori soluzioni che possano non compromettere le cure per le persone con sclerosi multipla».
Siamo tutti consapevoli di quanto il sistema sanitario sia oggi sotto pressione, e si debba in ogni modo cercare di arginare il dilagare del contagio. È tuttavia della massima importanza che le persone con SM in tutta Italia continuino ad essere garantite - nel rispetto dei protocolli anti-contagio – con percorsi dedicati sostenuti da adeguate dotazioni strutturali, strumentali e di personale dedicato alla patologia.
L’emergenza Covid-19 in Sardegna è andata ad acuire una situazione già critica, come spiega Liliana Meini: «Da tempo aspettiamo che venga realizzato il PDTA approvato nel febbraio 2019 dalla Regione, invece la situazione è andata peggiorando. A Nuoro e Sassari non ci sono medici dedicati alla sclerosi multipla, e oggi con questa emergenza i medici presenti sono impiegati sempre più con il Covid-19 e tutte le cronicità, non solo la SM, vengono messe in secondo piano». Una carenza di organico a sua volta cronica ormai, continua Liliana: «A Nuoro c’è un ambulatorio due volte a settimana, a Oristano non c’è neanche quello, e peggio ancora nelle zone limitrofe, dove le persone devono fare centinaia di chilometri per raggiungere centri di cura. C’era già prima una generale migrazione verso Cagliari e anche fuori Regione per trovare un’assistenza adeguata». Cagliari era dunque un’ancora per gran parte della Sardegna, nella quale come ricorda il Barometro della SM 2020 sono stimate oltre 6000 persone con SM. Ora verrebbe a mancare anche quel punto di riferimento, in un momento in cui diventa difficile anche muoversi tra Regioni diverse proprio a causa del Covid-19.
Negli ultimi mesi, l’esplosione della pandemia ha aggravato come ovunque la situazione: «le risonanze sono state rinviate, si ha difficoltà ad accedere a esami e alla riabilitazione. Di fronte a queste difficoltà prima le persone si lamentano, poi si rassegnano», continua Liliana.
Il caso della Sardegna è un campanello di allarme di una situazione che può realizzarsi anche in altre Regioni. La seconda ondata della pandemia da SARS- CoV-2 ha purtroppo una prospettiva di lunga durata, e la sclerosi multipla, così come tutto il comparto delle patologie croniche, corrono il pericolo di essere trascurate, andando tra l’altro ad aumentare i costi sociali di malattia e, in primis, a compromettere l’inviolabile diritto alla salute dei cittadini.
Terapie per la sclerosi multipla come quelle infusionali non possono subire ulteriori ritardi rispetto a quelli già accumulati durante il lockdown in primavera, e andranno dunque somministrate in contesti protetti; lo stesso vale per gli esami strumentali – in particolare le RM – che rendono possibili diagnosi precoci nonché il follow up della patologia.
Per non parlare della riabilitazione, che già nella prima fase della pandemia ha subito una sostanziale sospensione dei programmi e dei trattamenti su tutto il territorio nazionale con ricadute negative sulla qualità di vita delle persone con SM. È fondamentale in questo ambito mantenere le prestazioni indifferibili e prevedere servizi alternativi e compensativi – a livello domiciliare- rispetto all’ipotesi di chiusura dei centri diurni.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha recentemente sottolineato come «l'epidemia Covid-19 non pone in lockdown le altre patologie e che troppe cure vengono rinviate a causa della pandemia rischiando ritardi irrecuperabili in diagnosi e terapie che non consentono pause o sospensioni». Auspichiamo che le sue parole, che abbiamo apprezzato, vengano ascoltate e nessuno venga lasciato indietro, come sta purtroppo succedendo in Sardegna, anche di fronte alle criticità della pandemia che tutti stiamo vivendo.