«Cives ad curam». AISM ha scelto una lingua antica per dare il nome un progetto innovativo, un modello di attestazione delle competenze messo a punto insieme a Fondazione Prioritalia, per valorizzare le competenze di cittadinanza che i giovani acquisiscono durante il loro anno di Servizio Civile Universale.
«La parola “cives” - spiega Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali e Relazioni Istituzionali di AISM- significa “cittadini” e rimanda al mondo latino dove l’essere cittadini indicava non solo uno status ed una condizione formale, ma una concentrazione di diritti e i doveri quale parte di una comunità: il civis, in questa ottica, è colui che sceglie di andare oltre la sfera privata individuale e di prendersi cura del bene comune, della “civitas”, appunto in di cui è parte e artefice . Le parole “ad curam” indicano la tensione verso l’interesse generale, l’attitudine al prendersi cura degli altri e del contesto, che sostanzia la scelta di non restare passivi ad aspettare che lo Stato o altri soggetti facciano qualcosa per noi, mettendoci in gioco in prima persona per la costruzione del bene comune».
Esce oggi il booklet “Cives ad curam” che racconta l’ispirazione, i valori, ma anche i processi e i metodi attraverso cui AISM arriva oggi a riconoscere, valorizzare e attestare per i giovani che svolgono servizio civile in associazione le competenze di “cittadini che sanno prendersi cura del bene comune”. L’intero percorso di certificazione e il booklet sono stati realizzati con il contributo essenziale di Fondazione Prioritalia, nata nel 2017 da parte di Manageritalia e Cida, per promuovere l’impegno civile e sociale della comunità manageriale in una logica di restituzione di valori e competenze a supporto di progettualità innovative e concrete a beneficio del territorio.
Marcella Mallen, Presidente di Fondazione Prioritalia e di ASVIS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, racconta così il percorso fatto in sinergia con AISM: «Noi di Fondazione Prioritalia, espressione del mondo manageriale italiano e AISM, realtà di punta del Terzo Settore, ci siamo ascoltati reciprocamente, per conoscerci e costruire sulle peculiarità e unicità di ciascuno, cercando punti di incontro ma facendo leva sulla nostra diversità. L’obiettivo non è stato quello di replicare certificazioni già presenti nel mondo profit e manageriale, ma di ideare insieme uno strumento che fosse aderente alla Carta dei Diritti, all’Agenda, al Barometro delle persone con sclerosi multipla e patologie correlate, agli aspetti organizzativi e amministrativi dell’associazione e rispondesse al bisogno di AISM e alle storie delle persone con SM, delle loro famiglie, dei volontari che le seguono».
Mettersi insieme, tra diversi, per costruire una società migliore per tutti, è parte della storia e del DNA di AISM.
Una storia iniziata da molto lontano, come ricorda lo stesso Bandiera: «quando nel 1972 fu approvata in Italia la prima legge che riconosceva il diritto all’obiezione di coscienza, noi di AISM eravamo già pronti ad accogliere i primi obiettori. E oggi continuiamo a credere nel servizio civile universale come istituto fondamentale del nostro Paese in grado di costruire pace, tessere legami, alimentare il rispetto, la dignità, la cultura dei diritti, il senso di appartenenza alla comunità. I giovani che scelgono di vivere il servizio civile in AISM, tra cui anche molti giovani con SM e familiari di persone con SM, sperimentano un percorso di vita in cui imparano nel concreto che la difesa della patria, dovere costituzionale di ogni cittadino, è anzitutto coesione, rigenerazione civica, capacità di mettersi in gioco in un mondo in cui ognuno possa sentirsi protagonista. Un servizio civile che è anche straordinaria occasione di crescita personale, di emersione e valorizzazione di competenze, tant’è che nella rinnovata Carta dei Diritti presentata lo scorso maggio affermiamo, all’interno del diritto all’educazione ed alla formazione, il diritto al sistema di competenze e conoscenze civiche e trasversali e a esperienze di servizio civile e cittadinanza attiva».
Il valore delle competenze riconosciute da “Cives ad curam”
Per dare il giusto valore all’esperienza di servizio civile in AISM sono state identificate quattro aree fondamentali di riferimento: relazioni interpersonali, autonomia, appartenenza associativa, cittadinanza attiva. Le competenze che vengono valutate nelle quattro aree sono: empatia, intelligenza culturale, ascolto attivo, lavoro di gruppo; responsabilità e affidabilità; problem solving; flessibilità, capacità organizzative; condivisione dei valori associativi e senso di appartenenza ad AISM; senso civico e partecipazione attiva.
Paolo Bandiera ne spiega così il senso: «diamo valore al modo con cui un giovane in servizio civile, da cittadino, intende il proprio modo di coesistere all’interno di una comunità di riferimento, al suo modo di abitare il suo tempo e il territorio e di interagire con le politiche che qualificano il tessuto in cui opera. Per noi di AISM questo è il senso profondo che invitiamo i giovani in SCU a ritrovare consapevolmente in ogni attività quotidiana che svolgono: quando guidano un pulmino attrezzato per portare una persona con SM a fare una visita medica, quando danno un’informazione su come esigere un diritto, quando organizzano e partecipano ad un evento di comunicazione e diffusione della conoscenza della SM e della disabilità nelle scuole, quando affiancano persone con SM per le esigenze di tipo digitale, stanno mettendo in gioco e costruendo competenze civiche, stanno difendendo la patria. È importante non lasciarsi mai soffocare dal rumore quotidiano delle cose e saper cogliere il senso più profondo di ciò che si fa. È così che il servizio civile diventa esperienza di crescita umana».
Il modello valutativo di “Cives ad curam” descrive anche le modalità effettive con cui un giovane si mette in gioco nelle quattro aree fondative dell’impegno di servizio civile. Parliamo di empatia, intelligenza culturale, ascolto attivo, lavoro di gruppo; responsabilità e affidabilità; problem solving; flessibilità, capacità organizzative; condivisione dei valori associativi e senso di appartenenza ad AISM; senso civico e partecipazione attiva.
Si tratta di capacità preziose per il cittadino di domani e preziose anche in ambito professionale, dove spesso queste competenze di base, oggi chiamate soft skills”, vengono apprezzate quanto e più delle specifiche competenze tecniche pur necessarie.
Marcella Mallen aggiunge un riscontro importante: «il sistema di osservazione e valutazione delle competenze – spiega - intende lavorare proprio sulla dimensione della autoconsapevolezza dei giovani, in una logica di miglioramento della capacità di adattarsi ai cambiamenti. In questo modo i giovani di oggi si attrezzano per diventare i leader di domani: risvegliando i valori della curiosità, della capacità di relazione con “l’altro”, insieme alla “competenza di cittadinanza” per ritrovare il senso civico e il desiderio di confrontarsi con le opportunità e i rischi offerti dalla realtà».
La pace da costruire e il mondo del volontariato: come restare per sempre cittadini in servizio civile
Due annotazioni conclusive ampliano la portata di questo progetto.
«Come indica l'Agenda ONU 2030 – conclude Bandiera - abbiamo anche il compito, per il futuro, di promuovere società pacifiche, istituzioni solide, giustizia vera. Il servizio civile si muove in questo contesto ampio ed è fortemente radicato nella solidarietà e nella sussidiarietà, nella prossimità delle istituzioni al cittadino, nell’affermazione dei valori di pace, legalità, attuazione dei diritti. Attraverso il percorso di servizio civile in AISM costruiamo nuovi equilibri tra il cittadino come singolo individuo e il cittadino come sodale, persona capace di solidarietà, parte di un sodalizio, attore di corresponsabilità. Noi tutti, non solo i giovani in servizio civile, ma anche coloro che come noi ogni giorno vivono e animano il servizio civile dentro gli Enti, con diversi ruoli e responsabilità, abbiamo questa sfida davanti: diventare sempre più corresponsabili della cosa pubblica, anche attraverso il servizio civile. Ed in effetti con il servizio civile realizziamo concretamente un equilibrio e sintesi tra individuo e gruppo, tra persona e ente, esercitando concretamente-forme di coprogrammazione e coprogettazione in un quadro di rinnovata intermediazione per la gestione condivisa della cosa pubblica, elementi questi che rappresentano di per sé, nel processo attraverso cui si dispiegano, fattore straordinario di impatto sociale sulla comunità di riferimento».
La seconda conclusione riguarda la dimensione innovativa di questo modello come strumento di “servizio civile” permanente e veramente universale: «Siamo convinti – afferma ancora Paolo Bandiera - che questo modello possa diventare un riferimento di consapevolezza anche per tutti i volontari del Terzo Settore, per le persone che rivestono cariche associative in AISM, per lo stesso mondo aziendale e manageriale: siamo tutti chiamati, ognuno nel proprio ruolo, ad essere “cives ad curam”. In questo progetto di avanguardia, visionario, AISM una volta ancora restituisce all’intera società qualcosa che va ben oltre i confini del mondo legato alla SM e va a creare modelli che possono poi essere ripetibili e messi in circolo.
La pubblicazione del booklet di “Cives ad curam” ha esattamente questo scopo: disseminare una cultura di cittadinanza attiva e responsabile, come sottolinea infine Marcella Mallen: «condividiamo una visione comune di sviluppo sostenibile, intesa a promuovere la partecipazione attiva e responsabile delle giovani generazioni e di tutti noi, qualsiasi sia il nostro ruolo in società, alla vita civile. Come ricorda l’attualissima frase di Antonio Gramsci riportata nell’introduzione del nostro libro “L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Chi vive veramente non può non essere cittadino».
La formazione inclusiva e la “garanzia di accesso a percorsi per le competenze trasversali nonché all’emersione, validazione, certificazione delle competenze di tipo professionale e civico” rappresentano una delle priorità strategiche dell’Agenda della Sclerosi Multipla e patologie correlate 2025.
Partecipiamo anche noi alla realizzazione dell’Agenda e, per cominciare, firmiamo la Carta dei Diritti delle Persone con Sclerosi Multipla e patologie correlate, loro familiari e caregiver. #1000azionioltrelasm