I ministri della Disabilità ed Infrastrutture e Mobilità Sostenibili hanno annunciato l’arrivo della nuova piattaforma informatica del CUDE (Contrassegno Unificato Disabili Europeo), che raccoglierà tutti i dati dei contrassegni italiani e dei rispettivi titolari, per consentire a ogni Comune di gestire la mobilità nei propri territori anche su ZTL, corsie preferenziali BUS , ecc.
Si tratta di una svolta profondamente positiva, che le associazioni richiedono da anni e che ha avuto un percorso lungo e non lineare. Dopo molte vicissitudini e passaggi anche con il garante della privacy, nel 2012 era finalmente entrato in vigore in Italia il contrassegno unico europeo (CUDE) e entro il 2015 i Comuni dovevano adeguarsi e introdurlo ovunque. L’introduzione è stata ultimata, un passaggio fondamentale e indispensabile per consentire di concretizzare il diritto alla libera circolazione.
Restavano fino ad oggi ancora gravi difficoltà di mobilità, in quanto ogni Comune regola, ad esempio, in maniera diversa la gestione delle proprie ZTL e le modalità di trasmissione dei dati del titolare del contrassegno, del mezzo che utilizza per spostarsi, così che, andando in un Comune diverso da quello di residenza, si doveva nuovamente comunicare il proprio passaggio e il veicolo usato, pena multe e blocchi.
Per questo motivo e per rendere reale la libera mobilità delle persone con disabilità da tempo le Associazioni, tra cui AISM con FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), hanno proposto l’introduzione di una banca dati unica, collegata a un chip elettronico da inserire nel contrassegno riconoscibile automaticamente dai sistemi telematici e dalla banca dati.
Finalmente con il Decreto-Legge 16 luglio 2020, n. 76 ("D.L. Semplificazioni") è stata istituita una piattaforma unica nazionale informatica, per consentire la verifica delle targhe e quindi dei permessi collegati al contrassegno unificato disabili europeo (CUDE) accessibile da tutti i Comuni per regolare i transiti delle persone con disabilità.
La piattaforma tuttavia al momento non prevedrebbe il chip e quindi sarà il titolare del contrassegno, che tramite app dovrà comunque segnalare eventuali modifiche e informazioni relative all’uso del CUDE e ai veicoli associati ad esso che userà.
In particolare sarà necessario fare richiesta al proprio Comune del “codice univoco” per il CUDE. La richiesta può anche essere fatta telematicamente (con SPID o carta di identità digitale) e si dovrà compilare un modulo per indicare le targhe delle auto usate dalla persona con disabilità. Se si utilizzassero poi veicoli diversi, sarà necessario che la persona avvisi il Comune del cambio e faccia aggiornare le targhe indicate. Dopo che la Motorizzazione avrà generato il “codice univoco”, il CUDE sarà attivo, cioè riconoscibile nella banca dati unica, quando ci si sposta.
Infine ricordiamo che la legge 159/2020 ha prorogato fino al 31 marzo 2022 la validità dei documenti di riconoscimento, scaduti a partire dal 31 gennaio 2020, compreso il CUDE. Ma è opportuno verificare il recepimento di tale proroga da parte del proprio Comune.
Ultimo aggiornamento 29 settembre 2021