Uno studio ha analizzato le motivazioni che spingono a modificare la terapia per la sclerosi multipla e la soddisfazione dopo il cambiamento
I trattamenti modificanti la malattia (DMT, Disease Modifying Treatment) disponibili per le persone con SM sono in aumento. Ciascuno di questi farmaci ha dei rischi e dei benefici noti, poiché derivanti dagli studi che ne hanno portato all’autorizzazione e in generale vengono utilizzati per prevenire le ricadute e rallentare l'accumulo di disabilità.
Come tutti i farmaci, non tutti sono adatti a tutte le persone indistintamente, pertanto in base alle diverse esigenze individuali si cerca sempre di più di personalizzare i trattamenti disponibili, cercando di capire quale farmaco sarebbe più appropriato e adatto a quella particolare persona.
Il presente studio pubblicato sulla rivista Patient Preference and Adherence (2014 Jul 4;8:971-9) ha analizzato le motivazioni di un gruppo di persone con SM americane che le hanno portate a decidere di cambiare la terapia.
Le persone con SM che sono state coinvolte, erano 308 ed erano registrate sulla banca dati NARCOMS (North American Research Committee on Multiple Sclerosis). In particolare i partecipanti allo studio dovevano avere come requisito il fatto di aver cambiato trattamento recentemente rispetto all’inizio dello studio. Di questi 308 partecipanti, 257 (83.4%) erano di sesso femminile, l'età media era di 52 anni ed i partecipanti avevano mediamente la SM da 14 anni. I DMT che le persone stavano assumendo erano trattamenti iniettabili di prima linea, trattamenti somministrati mediante infusione e trattamenti orali.
Lo studio è stato condotto tramite somministrazione di un questionario che prendeva in considerazione l’attuale DMT, il periodo di tempo nel quale il trattamento era stato usato, la loro valutazione sull’efficacia del trattamento, quali altri DMT aveva preso in precedenza e per quanto tempo. Inoltre ha raccolto informazioni circa la ragione principale per cui avevano voluto cambiare DMT ed eventuali ulteriori motivi che avevano contribuito alla loro decisione di cambiare il farmaco e infine chi aveva introdotto per primo l’argomento di cambiare il trattamento.
Il 49% dei partecipanti ha dichiarato di aver preso loro per primi l’iniziativa di parlare con il loro medico curante della possibilità di cambiare il trattamento, il 48.7% ha riferito invece che era stato il loro medico ad introdurre tale argomento, il restante 1.3% ha risposto che invece erano stati entrambi a prendere l’iniziativa. Per circa il 39% di coloro che avevano introdotto direttamente l’argomento, tale decisione era stata motivata soprattutto dagli effetti collaterali, mentre il 32.9% avevano motivato la loro scelta poiché avevano la percezione che il farmaco non funzionava in modo efficace.
Questo studio ha evidenziato che la discussione su eventuali variazioni nel trattamento della SM viene spesso introdotta per la prima volta dalla persona stessa, anche se ovviamente vengono ancora presi in considerazione il parere e le raccomandazioni del medico curante. I risultati hanno mostrato che la maggioranza dei partecipanti sembrava essere felice del loro cambiamento farmacologico ma gli autori suggeriscono che sarebbero necessari studi con periodo di follow up maggiori per verificare se le persone continuano ad essere soddisfatte del cambiamento o sentono prima o poi la necessità di cambiare nuovamente.
Salter AR, Marrie RA, Agashivala N, et al. Patient perspectives on switching disease-modifying therapies in the NARCOMS registry. Patient Prefer Adherence. 2014 Jul 4;8:971-9.