Le “Raccomandazioni” di ECTRIMS e di EBMT (European Society for Blood and Marrow Transplantation), recentemente pubblicate, definiscono il “consenso” nato dal lavoro interdisciplinare della comunità scientifica dei neurologi europei impegnati nel campo del trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche insieme ai rappresentanti della società europea degli ematologi sul valore, i soggetti cui può essere proposto e tutte le modalità concrete con cui può essere eseguito e con le quali monitorare nel tempo la sua sicurezza ed efficacia
Il Professor Paolo Muraro (Imperial College, Londra, UK), che ha guidato i lavori del gruppo che ha definito questo consenso, afferma: «questa pubblicazione rappresenta una svolta sostanziale in cui, come si legge nelle conclusioni, viene autorevolmente indicato il trapianto autologo di cellule staminali ematolinfopoietiche come trattamento a tutti gli effetti per uno specifico gruppo di persone con forme molto aggressive ed esacerbanti di sclerosi multipla a ricadute e remissioni che hanno fallito un precedente trattamento terapeutico con i farmaci oggi disponibili».
Il Professor Gianluigi Mancardi, uno dei pionieri dell’uso del trapianto autologo in Italia e in Europa, che ha partecipato ai lavori ed è tra i firmatari della pubblicazione afferma: «questa pubblicazione ha un notevole peso perché è opera di due società scientifiche molto importanti, quella di ECTRIMS, che rappresenta l’intera società scientifica europea dei neurologi che si occupano di sclerosi multipla e European Society for Blood and Marrow Transplantation -EBMT, la società degli ematologi europei. Al lavoro e alla pubblicazione hanno partecipato sostanzialmente tutti gli esperti che negli ultimi 30 anni hanno lavorato al trapianto autologo. La pubblicazione ripercorre la storia del trapianto autologo e dà indicazioni precise sulle persone per cui può essere utilizzato».
Nel gruppo guidato da Paolo Muraro ha lavorato anche la Professoressa Matilde Inglese (Università di Genova DINOGMI, IRCCS Ospedale San Martino), membro dell’Executive Committee di ECTRIMS e attuale referente dello studio clinico italiano NET-MS , finanziato da FISM, che evidenzia: «il trapianto può e deve essere fatto perché una percentuale di pazienti non risponde in alcun modo alle numerose terapie che abbiamo e perché c’è una percentuale non ancora nota completamente – si pensa tra il 5 e il 17% - che ha una sclerosi multipla talmente aggressiva da poter compromettere le funzioni vitali del paziente. Oggi possiamo usare il trapianto come seconda linea quando il farmaco ad alta efficacia non controlli più la malattia aggressiva, oppure quando la malattia mostra un andamento altamente aggressivo in pazienti che non abbiano ancora avuto nessuna terapia, purché la persona venga inserita in una sperimentazione clinica autorizzata e dopo che abbia firmato il consenso informato».

Breve storia del trapianto autologo e cambiamento di prospettiva
La comunità scientifica giunge oggi a un punto fermo sull’autotrapianto di cellule staminali ematopoietiche, che potrà ulteriormente contribuire a migliorare la vita delle persone con sclerosi multipla, perché tradizionalmente questo tipo di strategia terapeutica, l’auto trapianto, era stato inizialmente riservato alle forme di sclerosi multipla non devastanti, ma devastate: veniva proposto troppo tardi, quando questo tipo di trattamento non poteva più cambiare lo stato delle cose. Era un trattamento di terza linea e anche oltre, una sorta di ultima spiaggia. Nella pubblicazione evidenziamo come, già da diversi anni, si è recepito che l’autotrapianto è più efficace indicazione di seconda linea per il paziente che fallisce un farmaco ad alta efficacia, che sia non abbia una lunga storia di malattia e non abbia ancora sviluppato una disabilità molto grave. In questi casi si può procedere direttamente a un autotrapianto emolinfopoietico, con l’indicazione a fornire questo trattamento in Centri che abbiano acquisito nel tempo un’alta competenza, perché rimane una procedura complessa che richiede una solida esperienza di tipo interdisciplinare tra neurologi ed ematologi».
Indicazioni concrete: ciò che serve sapere e fare prima, durante e dopo il trapianto autologo
Da pazienti, da persone che potrebbero avere bisogno di questo trattamento, chiaramente, vogliamo essere sicuri che chi eventualmente ci proponga questo trattamento abbia tutte le carte in regola per poterlo fare. Al riguardo il Professor Muraro rassicura: «il testo pubblicato è corredato da 160 indicazioni bibliografiche su ciò che la scienza ha sinora imparato riguardo a questo trattamento e ci sono precise e sintetiche tabelle con tutte le indicazioni pratiche su ciò che va fatto. Tutti i medici che leggeranno la pubblicazione troveranno gli elementi essenziali su come può essere effettuato il trapianto, sui protocolli di chemioterapia per la soppressione del sistema immunitario malfunzionante. La tabella 2, in particolare, sintetizza tutte le modalità in cui il trapianto può essere effettuato, quali sono gli elementi necessari, quali le “expertise” che il Centro deve avere per fare seriamente ciò che va fatto».
Inoltre, è importante sottolinearlo, la persona continua a essere seguita anche dopo il trapianto: «nel documento che, negli stretti limiti imposti dal formato della rivista scientifica, è un vero e proprio compendio sull’argomento -spiega ancora Paolo Muraro - sono presenti anche sezioni specifiche su come poi bisogna ottimizzare il follow up neurologico, il monitoraggio sullo stato di salute delle persone, come è possibile ottimizzare la riabilitazione dopo il trattamento, come bisogna tenere sotto controllo la fertilità della persona trapiantata, come gestire le possibili riattivazioni virali, come utilizzare la risonanza per il monitoraggio, come tenere monitorata la salute psicologica e neuropsicologica della persona».
Non servono autorizzazioni delle autorità regolatorie di EMA ed FDA
Non trattandosi di farmaci, ricorda Muraro, ma di procedure mediche, l’indicazione all’uso con tutte le regole e le modalità da utilizzare perché il trattamento sia sicuro ed efficace, viene direttamente dalla comunità scientifica e viene recepita dall’autorità sanitaria.
In Italia esistono specifiche Linee Guida redatte congiuntamente dall’Istituto Superiore di Sanità, revisionate nell’ultima versione da 35 revisori esterni, medici, rappresentanti delle professioni sanitarie ed esperti di AISM nelle quali è indicato, al punto 6.21, che «in casi selezionati, con decorso particolarmente aggressivo e che non rispondono a terapie ad alta efficacia di valutare la possibilità di un trapianto autologo con cellule staminali ematopoietiche, indirizzando la persona con SM a un centro emato-neurologico con esperienza nella procedura e discutendo i possibili benefici e i possibili rischi ed effetti collaterali della terapia».
Referenze
Titolo: Autologous haematopoietic stem cell transplantation for treatment of multiple sclerosis and neuromyelitis optica spectrum disorder — recommendations from ECTRIMS and the EBMT
Autori: Paolo A. Muraro, Alice Mariottini, Raffaella Greco, Joachim Burman, Ellen Iacobaeus, Matilde Inglese, John A. Snowden, Tobias Alexander, Maria Pia Amato, Lars Bø, Giacomo Boffa, Olga Ciccarelli, Jeffrey A. Cohen, Tobias Derfuss, Dominique Farge, Mark S. Freedman, Maria Gaughan, Christoph Heesen, Majid Kazmi, Kirill Kirzigov, Per Ljungman, Gianluigi Mancardi, Roland Martin, Varun Mehra, on behalf of Attendees of the ECTRIMS Focused Workshop on HSC
Rivista: Nature Reviews Neurology .2025 Jan 15, Consensus Statement.