Epidemiologia
• Le indagini epidemiologiche più recenti hanno evidenziato prevalenza media di 188 casi per 100.000 abitanti. In particolare, nel 2015 sono stati stimati dai dati amministrativi delle Regioni 170-180 casi ogni 100.000 abitanti in Veneto; nel 2012, 183 casi in Puglia; nel 2011, 188 in Toscana. Una situazione peculiare è invece rappresentata dalla Sardegna dove si hanno 360 casi ogni 100.000 abitanti. Questi i dati più recenti : sono quelli amministrativi tenuti dalle Regioni a cui si può risalire attraverso il codice malattia o il tesserino del codice fiscale.
• Sulla base di questi dati, assumendo come riferimento per l’intero territorio nazionale una media calcolata sui dati di prevalenza e incidenza disponibili nelle aree che sono state oggetto di indagini epidemiologiche, secondo la stima di prevalenza dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), in Italia nel 2015 vi dovrebbero essere circa 110.000 persone con SM. Tale stima si basa sull’osservazione che ogni anno vengono diagnosticate nuove persone giovani, che vivranno molti anni e nel contempo muoiono poche persone con SM prevalentemente grave.
• Per l’incidenza si stima che ogni anno in Italia vi siano circa 3.400 nuovi casi (5-6 nuovi casi all’anno ogni 100.000 persone, 12 in Sardegna); la mortalità in Italia è pari a 0,4 ogni 100.000 persone.
• La prevalenza media della sclerosi multipla per l’Italia si stima intorno ai 188 casi per 100.000 abitanti con eccezione della Sardegna (360 casi per 100.000 abitanti).
• La patologia è diagnosticata nella maggior parte dei casi tra i 20 ed i 40 anni di età, con una diffusione doppia nelle donne rispetto agli uomini.
La Sclerosi Multipla può assumere diverse forme, tra le quali quelle progressive e recidivanti. Nel primo caso, diffuso nel 15% dei soggetti, i sintomi sono destinati a peggiorare in modo irreversibile con il passare del tempo, mentre nel secondo – diffuso nell’85% dei casi - fasi acute si intervallano a regressioni parziali o totali dei sintomi.
Il costo della malattia
• Il costo medio annuo per persona con SM ammonta a 45.000 euro per un totale di circa 5 miliardi di euro all’anno in Italia, a cui si aggiungono i costi intangibili stimati come oltre il 40% dei costi totali. L’impatto economico della SM aumenta all’aumentare della gravità della patologia: da circa 18.000 euro per nelle fasi iniziali della malattia a 84.000 euro malati gravissimi. I costi sanitari a carico del SSN rappresentano il 34% del totale; i costi non sanitari, invece, prevalentemente a carico di persone e famigliari sono il 37% del totale. A causa della malattia l’onere economico per perdita di produttività è pari a 13.000 euro anno per persona corrispondente a 13 settimane lavorative/anno.
• Circa il 48% delle persone con SM è in trattamento con farmaci modificanti la malattia con costo medio annuo per utilizzatore che supera gli 11.000 euro. Tuttavia si riscontrano difformità sul territorio nell’accesso ai farmaci modificanti la malattia e molti farmaci per il trattamento dei sintomi correlati alla patologia risultano a carico dei pazienti con costi che possono andare da qualche centinaio di euro a migliaia di euro/anno a carico della persona o nucleo familiare: il 38% delle persone con SM - dato che sale a circa il 44% in presenza di una disabilità pari o superiore a 7 - non riceve gratuitamente tutti i farmaci sintomatici di cui ha necessità ed è costretta a sostenerne in proprio il costo.
• Chi ha ricevuto la diagnosi prima dei 25 anni ha maggiori difficoltà a sviluppare percorsi di autonomia e indipendenza: nel 56% dei casi vive nella famiglia di origine contro il 26,4% di chi l’ha ricevuta dopo i 25 anni di età. Inoltre il 39% delle persone con SM denuncia una significativa diminuzione delle relazioni sociali in dipendenza della perdita di autosufficienza: il dato arriva al 48% per persone con EDSS ≥ a 7. Il 40% delle persone con SM che necessitano di supporto nelle attività quotidiane lamentano una forte insoddisfazione rispetto alla propria vita sociale: il dato aumenta al 50% per le persone con EDSS ≥ a 7. Oltre il 40 % delle persone con SM hanno un care giver dedicato (dato che arriva al 75% nel caso di persone con elevata disabilità), per un totale di 1.100 ore di assistenza informale anno per ciascuna persona con SM. A fronte dell’impegno di assistenza, il 5% dei familiari è costretto all’abbandono o riduzione dell’attività lavorativa.
La presa in carico
• C'è una profonda disparità di trattamento e presa in carico delle persone con SM sul territorio nazionale, mancano linee guida e standard nazionali, si nota una accentuata separazione tra ospedale e territorio e tra sistema sanitario e servizi sociali, fortissimi sono gli squilibri tra Regioni e territori nell’accesso ai farmaci, ai servizi, agli ausili. Il 70% di chi ha una disabilità grave riceve aiuto solo dalla famiglia.
• Solo 6 Regioni - grazie anche al ruolo di impulso ed al contributo offerto dall’Associazione di rappresentanza dei pazienti - hanno avviato la messa a punto e stanno iniziando l’applicazione nelle Aziende e nei territori di PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) dedicati alla presa in carico delle persone con SM, riconoscendo la particolare complessità e necessità di gestione unitaria di questa condizione di malattia e di vita: Sicilia, Veneto, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Puglia. Altri 7 sono in corso di elaborazione o in fase di avvio: Lombardia, Sardegna, Umbria, Campania, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria.
La rete dei centri clinici
• La distribuzione sul territorio nazionale dei centri clinici specializzati per la SM è disomogenea, cosicché alcune persone con SM sono costrette a percorrere lunghe distanze per ottenere il farmaco e i periodici esami e controlli.
• I 249 Centri clinici neurologici di riferimento per la SM costituiscono la rete di riferimento per oltre il 70% delle persone con SM. Secondo un’indagine svolta da AISM nell’aprile 2016, a cui hanno risposto 200 Centri clinici, la rete dei Centri clinici segue oltre 80.000 persone, cui sono dedicati 500 neurologi e oltre 400 infermieri. I neurologi strutturati all’interno dei Centri sono pari a 1 ogni 300 pazienti seguiti; il numero dei neurologi non aumenta in proporzione anche quando il numero dei pazienti raddoppia, e ci sono Centri che seguono oltre 2.000 pazienti. Si va da 1 neurologo strutturato ogni 100-300 pazienti a 2,6 neurologi oltre i 1000 pazienti. Se consideriamo il ruolo determinante del neurologo nel percorso diagnostico - terapeutico - assistenziale e il fatto che il Centro clinico costituisce il principale - e spesso unico - riferimento per la persona con SM, è evidente come il rapporto numerico risulti assolutamente inadeguato e rappresenti una forte criticità nel garantire, pur nella disponibilità e nel riconosciuto impegno degli operatori, quel livello di presa in carico e di continuità di relazione tra medico e paziente alla base della costruzione di percorsi di cura efficaci e adeguati.
• Analogo discorso emerge per le figure degli infermieri: addirittura il rapporto tra infermiere dedicato alla SM (presente nel 96% delle strutture) e paziente è pari a 1 a 195, dato che oscilla tra 1 a 101 nei centri più piccoli e tra 1 e 1.172 nei grandi centri in relazione al crescere del volume dei pazienti seguiti. Ma, anche in questo caso, al crescere del volume dei pazienti non corrisponde un incremento proporzionale delle figure e del tempo dedicato.
Accesso alle cure e all'assistenza
• Molti pazienti lamentano di non ricevere a carico del SSN tutti i farmaci (sia sintomatici che specifici di cui avrebbe bisogno), di non riuscire a reperire un interlocutore nel caso di necessità di aggiustare le terapie o per la gestione degli effetti indesiderati.
• Il peso economico delle terapie farmacologiche sintomatiche per i pazienti con EDSS superiore a 7 viene considerato rilevante in termini di impatto sul budget familiare nel 42% dei casi; in generale i pazienti in condizioni più gravi manifestano difficoltà con frequenza sistematicamente maggiore.
• Considerando la spesa media che una persona con SM deve affrontare per l’acquisto dei farmaci sintomatici più utilizzati nel piano terapeutico per il trattamento di specifici sintomi, essa varia al variare della tipologia e della quantità di farmaci necessari. Il costo anno per paziente per farmaci legati alla patologia e non somministrati dal sistema sanitario oscilla da circa 100 euro a oltre 6.500 euro con una valore medio di 1.325 euro per utilizzatore.
• 1 persona con SM su 3 lamenta problemi nel processo di accertamento dell’invalidità, handicap, disabilità.
• L’accesso alla riabilitazione e la qualità dei servizi riabilitativi, per il 38% delle persone con SM, continua a essere indicato come una delle maggiori difficoltà. Nella realtà la presa in carico riabilitativa da parte di un'equipe interdisciplinare per le diverse fasi di malattia appare un’eccezione, essendo l’accesso alle cure riabilitative fortemente condizionato dai ridotti budget dedicati dalle Aziende Sanitarie e limitandosi l’offerta riabilitativa a poche sedute di fisioterapia. Accade infatti che a una persona con SM riceva non più di un pacchetto di 10 sedute annue di fisioterapia, e non sia predisposto un vero piano riabilitativo individuale, come prescrive la legge italiana.
La ricerca nella sclerosi multipla
• FISM, la Fondazione di AISM, negli ultimi 3 anni ha investito 20 milioni di euro nella Ricerca innovativa sulla SM, sostenendo 69 gruppi di ricerca che lavorano in Italia: un lavoro che ha prodotto 383 pubblicazioni scientifiche finanziate da FISM, con un Impact Factor (IP) medio di 6.
L'informazione sulla sclerosi multipla
• Un italiano su due conosce direttamente una persona con sclerosi multipla e circa metà degli italiani ha una adeguata conoscenza della malattia.
• Il 72% delle persone con SM cerca informazioni sulla malattia su Internet; il 49% si rivolge al medico.
• Il sito di AISM, riconosciuto come fonte autorevole di informazioni sulla malattia, registra oltre un milione e mezzo di visite all’anno. Inoltre, da un’indagine compiuta da AISM sui frequentatori del blog “GiovanioltrelaSM”, sempre nel 2015, si evidenzia come i partecipanti abbiano dichiarato che grazie alla lettura e alla frequentazione del blog hanno migliorato alcuni aspetti della relazione con la SM: il 76% ha inoltre dichiarato di aver trovato spunti per effettuare un cambiamento concreto nella gestione della malattia.
Nota metodologica
Nella costruzione del Barometro sono state censite e analizzate le principali fonti , secondo criteri di significatività, rilevanza, specificità, e per quanto possibile attualità del dato
- provenienti dai sistemi Informativi pubblici (Monitoraggio LEA, Flussi amministrativi regionali, Registri regionali di patologia, etc.);
- ricavate dall’attività di ricerca sanitaria e sociale sulla malattia, analizzando la più recente ed accreditata letteratura in materia nonché i lavori prodotti dalla stessa FISM;
- derivanti dall’Osservatorio AISM sui diritti delle persone con SM che negli anni ha raccolto migliaia di segnalazioni attraverso il proprio servizio di numero verde e la rete degli sportelli di accoglienza, informazione, orientamento, attivati a livello nazionale e locale;
- frutto di indagini, analisi, studi compiuti dalla Associazione Italiana AISM con l’ampio coinvolgimento dei portatori di interesse a partire dalle persone con SM dei quali sono stati analizzati i bisogni e aspettative.
La scelta degli indicatori chiave, frutto di un processo partecipato non solo con i ricercatori e gli operatori ma anche con la comunità delle persone con SM che vive e opera in Associazione e con la rete territoriale (costituita da oltre 160 sedi presso cui risulta fortemente presente la componente delle persone che convivono ogni giorno con la realtà della SM) è stata effettuate tenendo conto della necessità di rappresentazione del fenomeno SM nelle sue molteplici dimensioni e variabili.