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17/12/2014

Bomprezzi: il saluto di AISM per un grande uomo

Da poche ore è venuto a mancare Franco Bomprezzi, giornalista, scrittore, a lungo Presidente di UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), Direttore editoriale di «Superando», il sito della Federazione Italiana Superamento Handicap. Il saluto di AISM per un grande uomo.

 

1994. Nella foto, da sinistra: Franco Bomprezzi, Mario Alberto Battaglia, Pietro Barbieri.


CIAO FRANCO, 74.000 MILA PERSONE CON SM TI ABBRACCIANO PER L’ULTIMA VOLTA

«Sto combattendo una dura battaglia, ma la vincerò. Sono ben curato e coccolato. Non abbiate paura. Non vi mollo. Sto già meglio». Pochi giorni fa, dalla sua camera al Centro Nemo di Milano, nel mezzo della sua ultima «dura battaglia», Franco ci aveva voluto incoraggiare, lui, come ha fatto mille e mille volte nella sua vita così piena di conquiste, emozioni e affetti.


Oggi, all’improvviso, abbiamo saputo che è venuto a mancare, e che ci mancherà ogni giorno, da qui in poi.
Forse in un altro modo, misterioso, è vero che «sta già meglio». Di certo siamo convinti che nemmeno oggi ci ha mollato. Né che mai smetterà di regalare a tutte le persone con disabilità il coraggio di essere se stesse fino in fondo, di uscire da ogni steccato, lavorare, amare. In una parola, vivere.


E siamo certi che continuerà a scrivere nelle nostre menti la voglia di parlare, fino in fondo, con la nostra voce, con la nostra faccia, a tutti, a testa alta.
Fu, nel 1999, uno degli ideatori della Prima Conferenza delle Politiche della disabilità in Italia, sotto uno slogan che lo rappresentava in pieno: «Liberi di vivere, come tutti».


Anche noi dell’AISM l’abbiamo imparato un po’ da lui, dalla sua appassionata intelligenza, che se vogliamo un «mondo libero dalla sclerosi multipla» ce lo dobbiamo costruire, conquistare, con il sorriso ma anche con la fermezza di chi non chiede niente di meno e niente di più che di poter vivere fino in fondo la propria vita come tutti, con gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti. E di chi è consapevole che vivere «oltre» ogni malattia e disabilità non è solo un problema individuale, ma una questione politica, che tutti interpella e coinvolge, nessuno escluso.


«La contea dei ruotanti», il suo «romanzo-manifesto» nel quale immagina un «mondo capovolto», costruito a misura di chi vive e si muove in carrozzina, si conclude con un capitolo intitolato «l’addio».
Come succede oggi a noi, viene un momento in cui ci si deve dire «addio», senza ritorno.

 

E lì, alla fine del romanzo, Francesca, la protagonista che rappresenta lo stesso Franco, libera dalla prigionia dentro la «contea dei ruotanti» l’uomo «camminante» di cui si è innamorata.
«Vai, Paolo», gli dice.
Perché l’amore vero è quello che lascia andare e non cerca di trattenere.

 

Allora addio, Franco. Non ti deluderemo, continueremo a percorrere con ogni forza le strade di libertà che tu hai aperto. E a lottare, ogni giorno, perché ogni vita sia degna di essere vissuta pienamente.

Un abbraccio da tutte e 74.000 le persone con SM d’Italia e dalla nostra Associazione.