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29/04/2021

Diritti delle donne con disabilità: conoscere il quadro generale e le azioni possibili

 

Quali sono i diritti delle donne con disabilità. È su questo tema che si apre oggi l’appuntamento on line che si terrà sui canali social di AISM a partire dalle ore 17.30 promossi nell’ambito del progetto I per informare le donne e renderle più consapevoli. 

 

Si partirà analizzando la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne che il 6 aprile ha celebrato i 10 anni dalla sua sottoscrizione. La Convenzione è stata ratificata da 33 Paesi europei (tra cui l’Italia, con la Legge 77/2013). Non è stata ancora ratificata da 13 Paesi né dall’Unione Europea. Aggiungiamo che la Turchia si è ritirata recentemente dalla Convenzione di Istanbul. 

 

A che punto siamo? Le donne con disabilità si trovano ancora ai margini dei diritti umani e continuano ad avere una posizione di svantaggio nella società. La violenza domestica e di genere è aumentata in molti Paesi europei dall’inizio della pandemia. Le donne e le ragazze con disabilità continuano ad esserne vittime più delle altre donne e affrontano barriere nel denunciare e accedere alla giustizia. 

 

Cosa prevede la Convenzione di Istanbul per le donne con disabilità? La disabilità è espressamente citata nella Convenzione solo in due occasioni: nel citare la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità tra i vari trattati presi in considerazione per la stesura della Convenzione di Istanbul stessa, e nell’esplicito divieto di discriminazione sulla base della disabilità; gli altri riferimenti sono impliciti e riguardano la raccomandazione di adottare specifiche misure per «le persone [che versano] in circostanze di particolare vulnerabilità»,  e quella che le misure adottate siano accessibili.

 

Nel primo rapporto di valutazione, pubblicato a gennaio 2020, il Gruppo di esperti/e indipendenti del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne (GREVIO) esorta le autorità italiane ad adottare maggiori misure per proteggere le donne dalla violenza. Pur accogliendo con favore l'adozione di alcune leggi innovative, in particolare in materia di stalking, congedi speciali retribuiti per le lavoratrici vittime di violenza di genere e sostegno agli orfani delle vittime, il rapporto indica che molto resta ancora da fare. Il rapporto sottolinea che la causa dell’uguaglianza di genere incontra ancora resistenze nel paese e che sta emergendo una tendenza a reinterpretare e riorientare la nozione di parità di genere in termini di politiche per la famiglia e la maternità.

 

Nel rapporto ombra delle Associazioni di Donne dell’ottobre 2018 si segnala un vuoto riguardante la condizione delle ragazze e delle donne con disabilità. Generalmente nelle analisi della condizione di disabilità il genere non viene mai considerato. Questa irrilevanza del genere è causa ma anche effetto di una assenza di elementi per esplorare ed analizzare l’influenza che il genere ha sulle donne con disabilità. Tutto ciò ha portato ad una mancanza di interesse nel pensare alle necessità specifiche delle ragazze e delle donne con disabilità e quindi nel produrre analisi e riflessioni, nel progettare interventi e prassi, nel proporre politiche ed azioni specifiche in tutti gli ambiti della loro vita.

 

Per quanto riguarda le ragazze e le donne con disabilità, nell’ordinamento giuridico italiano non esiste una normativa specifica a loro tutela. Si applica pertanto la normativa sulle pari opportunità e parità di trattamento di genere tra uomo e donna e la normativa specifica per la condizione di disabilità. Ciò significa che nessuna norma, politica, misura od azione a favore dell’uguaglianza di genere include specifici riferimenti alle ragazze ed alle donne con disabilità mentre nessuna prospettiva di genere viene adottata nello sviluppo e nell’applicazione di norme, azioni e programmi relativi alla condizione di disabilità. Con specifico riferimento alla violenza, non ci sono indicazioni specifiche alle donne con disabilità nella L. 66/1996 “Norme contro la violenza sessuale”, ma solo un generico aggravamento della pena per le violenze compiute a danno delle persone con disabilità a prescindere dal genere.

 

Emerge la totale assenza di riferimenti alle donne con disabilità nel "Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere” DPCM 7 luglio 2015. Nel Piano strategico 2017-2020 si trova finalmente una lodevole attenzione specifica alla situazione delle donne migranti, rifugiate e richiedenti asilo, mentre per le donne con disabilità si rimanda ad una generica citazione delle “Persistenti fenomenologie che devono indurre a riflessioni ed interventi specifici, come ad esempio l’esposizione alla violenza di gruppi vulnerabili (giovani donne, donne disabili) [..]” non sufficienti a produrre azioni a tutela di queste donne. 

 

Il Digital Talk sarà anche l’occasione per riprendere in mano il Secondo Manifesto sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità adottato nel 2011 dall’Assemblea Generale del Forum Europeo sulla Disabilità (EDF) in seguito ad una proposta del Comitato delle Donne del Forum stesso. Nel 2017 è stata realizzata la traduzione italiana del Secondo Manifesto. Da quando è stato tradotto in lingua italiana a cura di Informare un'H, hanno aderito al Secondo Manifesto 57 tra enti pubblici e privati tra i quali anche AISM. Le 70 pagine del manifesto, in versione italiana, hanno reso accessibile un documento che è stato ignorato per anni. È organizzato in 18 aree tematiche che lo rendono facilmente consultabile: uguaglianza e non discriminazione; sensibilizzazione, mass media e immagine sociale; accessibilità; situazioni a rischio ed emergenze umanitarie; pari riconoscimento di fronte alla legge e accesso alla giustizia; violenza contro le donne; la vita nella comunità; diritti sessuali e riproduttivi; istruzione; salute; abilitazione e riabilitazione; lavoro e impiego; standard di vita adeguati e protezione sociale; emancipazione e leadership; accesso alla cultura, lo sport e il tempo libero; intersezionalità fra genere e disabilità; raccolta dei dati e cooperazione a livello internazionale. Per combattere la discriminazione l’EDF si pone come obiettivo “un impegno stabile e fermo nel campo del gender, un impegno a lottare non solo contro la discriminazione internazionale basata sulla disabilità e il sesso, ma anche un impegno a favore della spinta alla creazione di un progresso politico” che possa trasformare i passi avanti che sono stati compiuti in “politiche di uguaglianza per combattere le discriminazioni multiple”.

 

Altro documento di cui si parlerà all’incontro è la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne (CEDAW) adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1979, è entrata in vigore nel 1981. È stata ratificata dall’Italia nel 1985 con la Legge 132/1985. Non contiene richiami specifici alla condizione delle donne con disabilità, ma rappresenta comunque un importante riferimento giuridico.

 

Gli appuntamenti online fanno parte del progetto I>DEA – Inclusione >Donne, Empowerment, Autodeterminazione, dedicato a tutte le donne con sclerosi multipla che subiscono una doppia discriminazione prima come donne e poi come persone con disabilità.  Il Progetto, di cui AISM è capofila, è realizzato in partnership con Associazione Differenza Donna, Human Foundation e ASPHI. Adesioni: Regione Lazio, Regione Liguria, CISL, Comitato Pari Opportunità Consiglio dell’Ordine Avvocati-Milano, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. E’ realizzato grazie al finanziamento concesso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sul fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all’art. 72 del decreto legislativo n. 117 / 2017.

  

Tra le altre attività I

 

Per maggiori informazioni: retered@aism.it

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