Nell’ultimo anno sono state riportate alcune osservazioni scientifiche sulla possibile presenza di anomalie del circolo venoso cerebrale nelle persone con Sclerosi Multipla (SM), che hanno suscitato grande interesse sia nel mondo scientifico sia, soprattutto, nelle persone con Sclerosi Multipla e nelle loro Associazioni il cui compito è anche quello di promuovere la ricerca scientifica sulla malattia.
I primi studi presentati nel 2009 del gruppo del Prof. Paolo Zamboni presso l’Università di Ferrara e del gruppo del Prof. Robert Zivadinov presso l'Università di Buffalo hanno suggerito un’associazione tra insufficienza venosa cerebrovascolare cronica o insufficienza cerebrospinale venosa cronica (CCSVI) e SM, mentre altri studi successivi hanno conseguito risultati in contrasto con questi studi.
Durante il congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS) tenutosi a Goteborg dal 13 al 16 Ottobre 2010, in due sessioni dedicate e 14 poster, i ricercatori e clinici hanno presentato risultati diversi e contrastanti sul tema della CCSVI e la SM. Inoltre la European Charcot Foundation ha organizzato in apertura del congresso un simposio dedicato al tema CCSVI: correlazione con la Sclerosi Multipla.
Paolo Zamboni (Ferrara, Italia), Robert Zivadinov (Buffalo, New York), Florian Doepp (Berlin, Germania), Omar Khan (Detroit, Michigan) tra i principali esponenti delle ricerche finora realizzate nell’ambito CCSVI e SM durante il simposio hanno discusso i risultati scientifici cercando di rispondere alle domande ancora aperte su questo argomento e che dividono la comunità scientifica. Tra i vari argomenti di dibattito: la mancanza di una tecnica “gold standard” per la diagnosi o di linee guida validate, il disaccordo su quali tecniche di immagine sono migliori per valutare le anomalie venose e risultati inconcludenti su come e quanto la CCSVI possa contribuire alle anomalie venose.
Una conclusione importante raggiunta con il consenso di tutti i clinici e ricercatori presenti al simposio è che la CCSVI non è la causa della SM e che non si devono consigliare trattamenti vascolari per la CCSVI, ma sono importanti piccoli studi rigorosamente controllati con placebo per valutare la sicurezza e l’effetto sulla patofisiologia della SM di tali interventi.
Di seguito la sintesi di alcuni lavori presentati durante il congresso:
Studi di prevalenza della CCSVI nella SM e correlazione con le fasi di malattia
-Il dottor Zivadinov dell’Univerità di Buffalo ha presentato molti lavori durante il congresso:
• dati già precedentemente presentati durante il congresso dell’American Academy of Neurology (AAN) a Toronto nell’Aprile 2010 sulla prevalenza della CCSVI in 499 persone, che comprendono 289 persone con SM, 21 persone con CIS, 26 persone con altre malattie neurologiche e 163 controlli sani. I risultati hanno dimostrato anomalie in 54,6% persone con SM contro il 22.4 % dei controlli sani. Gli autori inoltre hanno visto che la CCSVI era più frequente nelle persone con forme di SM progressiva (69,6%) rispetto alle forme non progressive (48.6%);
• altro studio presentato hanno valutato la possibile relazione tra il gene HLA 1501 associato con un maggior rischio di progressione di malattia e la presenza di CCSVI. Gli autori non hanno trovato un’associazione significativa tra il fattore genetico e la CCSVI nelle persone con SM;
• utilizzando tecniche convenzionali di Risonanza Magnetica ha analizzato la correlazione tra CCSVI e lesioni T2. Le persone con CCSVI sono risultate avere un numero medio più alto di lesioni T2 rispetto a quelli senza CCSVI.
• utilizzando tecniche di Immagini di Risonanza Magnetica a 3 Tesla (susceptibility-weighted imaging, SWI) ha anche analizzato i tessuti cerebrali e le vene di 59 persone con SM e 33 controlli sani per valutare la correlazione tra CCSVI e sistema vascolare venoso del cervello. Di questi il 79% di persone con SM e il 18,2% risultavano soddisfare i criteri di CCSVI rilevati con sonografia Doppler. I risultati hanno evidenziato che le persone con SM avevano un minor volume assoluto venoso rispetto ai controlli, un minor volume delle vene con diametro inferiore a 0.3 mm e una maggior distanza tra le vene. Questa diminuzione delle vene minori era correlata con una minore visibilità della vascolatura venosa soprattutto nelle persone con CCSVI. Parzialmente in contrasto con i loro risultati precedentemente ottenuti hanno visto che tale relazione era maggiore nelle persone con SM recidivante remittente rispetto a quelle con SM secondariamente progressiva.
• ha analizzato la concentrazione di ferro in 93 persone con SM e 51 controlli sani. Utilizzando la sonografia Doppler hanno trovato che il 66,7% di persone con SM e il 27.5% di controlli presentavano la CCSVI. Attraverso RMI della sostanza grigia hanno visto che le persone con SM e CCSVI che presentavano maggior insufficienza venosa avevano anche una maggior concentrazione di ferro in specifiche regioni del cervello.
-Il dottor Claudio Baracchini ha presentato in anteprima all’ECTRIMS i risultati di uno studio in corso di pubblicazione. Gli autori hanno sottoposto a sonografia eco-color Doppler delle vene transcraniche ed extracraniche 50 persone con CIS e un gruppo di costituito da 110 soggetti sani e da 60 persone con amnesia globale transiente (TGA). Le persone che risultavano positive alla CCSVI venivano successivamente sottoposte a venografia selettiva. Tutte le persone con CIS sono risultate prive di anomalie all’esame delle vene transcraniche, mentre il 52% delle persone con CIS, il 31,8% di tutti controlli sani e il 68,3% dei soggetti con TGA sono risultati avere una o più anomalie evidenziate con l’esame extracranico. Solo il 16% delle persone con CIS sono risultate soddisfare tutti i criteri per la diagnosi di CCSVI mentre l’esame di venografia selettiva, condotto successivamente in questi soggetti non ha mostrato anomalie venose. I risultati ottenuti indicano che la CCSVI è una condizione poco frequente nelle CIS e che le anomalie, evidenziate dalla sonografia eco-color Doppler delle vene extracraniche nel 16% di soggetti CIS, non influenzano l’emodinamica delle vene cerebrali. Gli autori concludono che il loro studio non supporta l’ipotesi che l’ostruzione delle vene cerebrali svolga un ruolo patogenetico nella SM e suggeriscono che sono necessari ulteriori studi per chiarire se la CCSVI possa essere associata a stadi più tardivi della SM e se possa caratterizzare le forme progressive della malattia.
-Il dottor Yamout dell’Università di Beirut ha riportato uno studio dove utilizzando l’angiografia venosa extracranica selettiva in 42 persone con SM con diversa durata di malattia divisi in due gruppi: persone con CIS o SMRR o una durata di malattia minore di 5 anni e un gruppo con SM RR con durata maggiore di 10 anni. Non sono stati segnalati controlli. Sono stati presi in considerazione dati di risonanza magnetica e di ricaduta clinica per ciascuna persona. Gli autori concludono che è improbabile che la stenosi delle vene extracraniche sia la causa della SM in quanto non presente nella maggior parte di persone con diagnosi recente di SM e raramente coinvolge più di una vena. ma più probabilmente potrebbe essere un fenomeno secondario alla malattia.
-Il dottor Doepp dell’Università di Berlino ha presentato l’estensione di un suo lavoro recentemente pubblicato dove con sonografia Doppler delle vene extra ed intracraniale in 56 persone con SM e 20 controlli, aveva analizzato i criteri CCSVI e altri indici quali il volume del flusso sanguigno e la compromissione della valvola della giugulare interna e non aveva trovato evidenze di CCSVI. Lo studio è stato ampliato a 59 persone e, eccetto che per una persona, la direzione del flusso venoso è risultata normale in tutti i soggetti analizzati. In nessuno è stata riscontrata stenosi della vena giugulare interna e il volume del flusso sanguigno misurato in posizione supina era uguale sia nei controlli che nelle persone con SM mentre il volume del flusso misurato quando si alzavano in piedi era meno pronunciato nelle persone con SM. Gli autori concludono che sono necessari ulteriori studi per chiarire le differenze riscontrate tra persone con SM e soggetti sani del volume del flusso venoso e che i loro risultati non supportano l’ipotesi che la congestione delle vene cerebrali giochi un ruolo significativo nella patogenesi della SM.
-Il dottor Wattjes di Amsterdam ha analizzato 20 persone con SM and 20 controlli sani utilizzando una tecnica di venografia di risonanza magnetica a 3 Tesla, per cercare di valutare l’ostruzione venosa utilizzando una tecnologia che a differenza della sonografia Doppler può fornire un risultato che indipendentemente dall’operatore che effettua l’esame. La MRI a contrasto di fase è stata utilizzata per quantificare il flusso delle vene cerebrali interne. Le immagini sono state analizzate da due neurologi in cieco. Gli autori hanno trovato una stenosi venosa intracraniale in 4 persone con SM e in 1 controllo sano e una stenosi extracraniale in 8 persone con SM e 7 controlli sani e in nessuna delle persone analizzate è stato riscontrato un blocco del flusso venoso.
-Il dottor Simka di Katowice in Polonia ha presentato i risultati di un’analisi condotta su 331 persone con SM e con CCSVI che sono state valutate per durata e gravità di SM, fatica e altri fattori. Non sono stati segnalati controlli. Gli autori non hanno trovato correlazione tra severità delle stenosi venose e età o durata della malattia ma le persone che presentavano un restringimento delle vene azygos tendevano ad avere un decorso clinico più aggressivo.
-Il dottor Alikani di Londra ha studiato la frequenza di anomalie delle vene cervicali evidenziate con venografia di risonanza magnetica in 46 persone di cui 21con SM, 5 con possibile SM, 6 con CIS e 14 controlli. Gli autori hanno trovato anomalie nel 23, 8% di persone con SM e nel 21.4 % dei controlli, in 1 persona con CIS, e in nessuna delle persone con possibile diagnosi di SM.
La caratteristica che distingueva maggiormente le persone con SM era l’età che risultava maggiore nelle persone con anomalie MRV rispetto alle persone senza anomalie.
Studi sui trattamenti endovascolari
• Il dottor Simka di Katowice in Polonia ha riportato in un poster i risultati sulla sicurezza e complicazioni delle procedure endovascolari (angioplastica con palloncino e utilizzo di stent) in 347 persone con la SM e CCSVI che sono state trattate. Gli autori che non hanno specificato il tempo di follow-up hanno riportato tra le complicazioni 2 casi di trombosi in seguito all’inserimento di stent, 1 caso di rimozione chirurgica del palloncino, 5 casi con emorragie, 2 casi di aritmia cardiaca transiente, 4 casi con problema di posizionamento di stent e 4 caterizzazioni non riuscite di vene giugulari interne con stenosi.
• Il dottor Zamboni dell’Università di Ferrara insieme il gruppo di Buffalo ha presentato un poster sulla sicurezza e tollerabilità dei trattamenti vascolari (angioplastica percutanea transluminale senza stent) in 15 persone con SM e CCSVI che hanno continuato a mantenere le cure farmacologiche. Il trattamento consisteva in una venografia selettiva e dilatazione con palloncino con un follow-up di 12 mesi. Il trattamento è risultato ben tollerato con un solo caso di sindrome vasovagale (battito cardiaco irregolare) transitoria dopo un’ora dal trattamento. La ristenosi si è verificata solo nelle vene giugulari nel 26,7% di persone.