Negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli progressi nella comprensione di molti aspetti della sclerosi multipla e certamente gran parte di questi è stato possibile grazie all’affinarsi di tecniche di neuroimaging sempre più efficaci. Tale strumento è determinante non solo nel processo diagnostico, cioè per arrivare a identificare con certezza la presenza della malattia, ma anche nella definizione prognostica, cioè nella previsione del decorso della malattia, e nel monitoraggio terapeutico, ossia nella valutazione degli effetti delle terapie.
Negli anni i criteri diagnostici della sclerosi multipla si sono evoluti tenendo conto dei progressi delle tecniche di RM e oggi è possibile porre diagnosi di sclerosi multipla con ragionevole certezza anche dopo un solo episodio clinico. Ciò consente di ridurre al minimo l’intervallo tra l’esordio della malattia e l’utilizzo di terapie in grado di prevenire, almeno parzialmente, l’accumularsi di danno nel sistema nervoso centrale.
Una volta formulata la diagnosi, rimane la difficoltà di fornire informazioni rispetto alla possibile evoluzione della malattia.
Studi prospettici hanno dimostrato che la Risonanza Magnetica è l’indicatore prognostico più affidabile tra quelli presi in considerazione. Essa si è rivelata uno strumento fondamentale per lo studio in particolare delle prime fasi della malattia, permettendo di individuare, tra i pazienti con primo episodio clinico suggestivo di sclerosi multipla, quelli ad alto rischio di conversione verso la forma definita di malattia.
Bibliografia
Nicola Canal, Angelo Ghezzi, Mauro Zaffaroni Sclerosi multipla. Attualità e prospettive, p.528, 2011, Elsevier
a cura di Jack S. Burks,Kenneth P. Johnson Multiple sclerosis: diagnosis, medical management, and rehabilitation, p. 598, 2000, Edizioni Demos
Ultimo aggiornamento febbraio 2012