Pubblicato sulla rivista scientifica Nature Genetics uno studio finanziato FISM sull’analisi delle variazioni genetiche che possono predisporre alla SM
La sclerosi multipla (SM) è una malattia neuroinfiammatoria multifattoriale e autoimmune causata dall’interazione tra fattori ambientali ancora sconosciuti e molteplici fattori genetici solo in parte conosciuti. Individualmente i singoli geni coinvolti non causano la malattia ma solo un aumentato rischio di svilupparla.
Lo studio della dott.ssa Serena Sanna e colleghi, coordinato dal prof. Francesco Cucca dell’Istituto di Neurogentica e Neurofarmacologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Monserrato e del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari, ha evidenziato una variazione del gene chiamato CBLB che aumenterebbe il rischio di sviluppare la malattia. Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Genetics è parte di un progetto multicentrico, finanziato dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, che oltre al gruppo di ricerca del prof. Cucca, comprendeva il gruppo della prof.ssa Maria Giovanna Marrosu del centro SM Cagliari e quello del prof. Giulio Rosati del centro SM di Sassari.
La ricerca della dottoressa Sanna e colleghi rientra nell’ambito degli Genome wide association study (o GWAS), che prevedono appunto lo studio sistematico dell'intero genoma per ricercare le varianti genetiche più comuni nelle persone con SM rispetto alle persone senza SM.
Lo studio è stato condotto in Sardegna, dove la prevalenza della SM è elevata, con un disegno sperimentale a due stadi in cui nella prima fase sono state analizzate in 883 persone con SM e 872 controlli sani oltre 6 milioni di variazioni genetiche; il numero più elevato di varianti analizzate nella SM fino ad aggi. I risultati più interessanti sono stati quindi analizzati in ulteriori 1775 persone con SM e 2005 controlli sani anch’essi sardi.
Grazie ad analisi genetiche e statistiche sofisticate gli autori sono così riusciti ad individuare una variazione del gene CBLB che risulta significativamente associata alla sclerosi multipla.
Il gene CBLB produce una proteina con molteplici funzioni tra le quali spicca la regolazione delle funzioni dei linfociti, cellule specializzate del sistema immunitario. In particolare il prodotto di CBLB inibisce l’iper-attivazione dei linfociti, fenomeno che potrebbe essere alla base del processo autoimmune. Studi precedenti in modelli sperimentali di SM avevano dimostrato che, l’assenza di questo gene causa l’encefalite sperimentale autoimmune (ESA), e sembra avere un ruolo importante nella formazione dei processi autoimmuni caratteristici della malattia. E’ ora importante proseguire gli studi per chiarire il ruolo del prodotto proteico di questo gene nei meccanismi alla base del malfunzionamento del sistema immunitario nella SM.
“I dati provenienti dal nostro studio sono importanti per capire meglio i meccanismi alla base della malattia e per cercare di identificare nuovi potenziali bersagli terapeutici, anche se la strada è ancora lunga”, spiega Francesco Cucca, che sottolinea anche la natura collaborativa e il gioco di squadra alla base dello studio “senza l’azione coordinata dei principali gruppi di ricerca e centri clinici impegnati nello studio e cura della SM in Sardegna, questa ricerca semplicemente non sarebbe stata possibile” conclude infatti Cucca.