Due sono le cose che contano, anzi tre. La pace, la salute, il lavoro. Senza, non possiamo vivere.
Per quel che riguarda il lavoro, come ricordava il Barometro della Sclerosi Multipla 2021, solo una persona con sclerosi multipla su due ha trovato il lavoro adatto alle proprie capacità. Solo il 15% dei lavoratori con sclerosi multipla viene inserito con il collocamento mirato e, anche quando il lavoro è stato trovato, poi almeno una persona con SM su tre ha dovuto lasciarlo. Vuol dire che, oggi, il lavoro non è ancora un diritto compiuto per tutti. C’è ancora molto da fare.
Ma qualcosa sta cambiando. Il 10 marzo il Ministero del Lavoro ha approvato e pubblicato, dopo quasi sette anni di attesa, le nuove “Linee Guida per il collocamento mirato” che erano previste dal Jobs Act (Decreto Legge 151/2015).
Un approdo che chiude un cerchio: con l’inserimento nel Jobs Act del 2015 del diritto al part time per tutte le persone con patologie croniche e ingravescenti si era aperto il percorso dell’Agenda della SM 2015-2020 e ora, con l’introduzione di queste Linee Guida, si concretizza una delle #1000azionioltrelaSM guidate dall’Agenda della Sclerosi Multipla 2020 e si apre un percorso nuovo, da scrivere nuovamente insieme a tutti gli attori coinvolti, le istituzioni, le persone con disabilità, il Terzo settore, il mondo profit. In questo modo l’Agenda della SM diventerà sempre di più un’agenda di cambiamento per l’intero paese.
La sfida delle nuove normative, quando vengono approvate, è sempre quella di essere poi applicate veramente. Sarà così anche per queste Linee Guida.
Ma, intanto, abbiamo finalmente un riferimento sinora mancante a fare da guida per garantire un lavoro dignitoso in Italia ai giovani con disabilità, ai disabili disoccupati da almeno 24 mesi, ai lavoratori con disabilità che intendono rientrare nel mercato del lavoro dopo dimissioni, licenziamenti, periodi di malattia, infortunio sul lavoro, malattia professionale o riabilitazione.
«Le Nuove Linee Guida –commenta Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali e Relazioni Istituzionali AISM e coordinatore del gruppo di lavoro FISH sui temi del lavoro e disabilità - sono costruite per assicurare concretamente sull’intero territorio nazionale la presenza e la fruibilità di servizi, strumenti e risorse adeguati destinati ai cittadini con disabilità e alle imprese interessate dalla normativa del collocamento mirato. Per questo vengono standardizzati con puntualità processi e prassi attuative, strutturati sistemi e flussi di monitoraggio e valutazione, promossi concreti modelli partecipativi e di collaborazione interistituzionale».
Il documento è stato elaborato a seguito di un'ampia concertazione con le Federazioni come FISH- Federazione Italiana Superamento Handicap-, che hanno al loro interno le associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità. Noi di AISM, con FISH, abbiamo dato un contributo consistente alla versione definitiva del testo: le nuove Linee Guida hanno recepito quasi integralmente tutte le osservazioni mosse da AISM, FISH e dalle altre organizzazioni del mondo della disabilità.
Piccolo viaggio tra le principali novità
Proviamo ora a rilevare alcune delle principali novità introdotte, che riguardano strumenti, metodi e contenuti della partita impegnativa del lavoro per le persone con disabilità nel prossimo futuro.
Non un percorso nascosto, ma un posto nel “mainstream”
Bisognerà rendere normale un cambiamento importante: l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità non dovrà più essere un’eccezione, una tassa da pagare, un obbligo imposto dalla Legge 68/1999, da assolvere con il minor costo possibile. Le Linee Guida appena emanate sostengono la necessità di un approccio che inserisca la disabilità nel “mainstream”, ossia nel flusso principale della vita sociale e produttiva, per garantire equità e rispetto di diritti, ma anche come chiave per la crescita economica e la valorizzazione del potenziale di sviluppo del Paese e di tutte le sue componenti.
Un cambio di passo culturale, connesso a questa visione, sarà anche l’adozione di un sistema di valutazione dello stato di salute e della disabilità della persona che orienti l’attenzione all’individuazione del suo funzionamento, delle sue capacità di partecipazione, mettendo in evidenza le abilità della persona senza limitarsi all’accertamento delle conseguenze delle sue menomazioni. È dentro questo “mainstream” che ogni persona con disabilità potrà essere integrata come risorsa per il successo della propria azienda.
L’importanza dell’accomodamento ragionevole e dello smart working: oltre l’emergenza, una strada normale
In tutte le aziende che hanno in organico o vogliono inserire persone con disabilità andranno integrati in modo organico i mutamenti nati nell’emergenza pandemica. Bisognerà dare la cittadinanza a concetti come quelli dei “lavoratori fragili”, ma anche potenziare istituti come il lavoro agile, introdotto come effettivo strumento di ‘accomodamento ragionevole’ per garantire il mantenimento del posto insieme alla protezione della salute individuale e collettiva, evitando però l’emarginazione e l’isolamento delle persone.
La definizione di accomodamento ragionevole nei luoghi di lavoro riprende quella della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità: gli accomodamenti ragionevoli includono sia la modifica dell’ambiente fisico e degli strumenti di lavoro, sia modifiche del processo operativo, dell’orario di lavoro o dell’organizzazione lavorativa, utilizzando il lavoro a tempo parziale, la riorganizzazione dei turni, la concessione di permessi che garantiscano lo svolgimento di attività riabilitative, la possibilità di usare congedi estesi e anche, come dicevamo, il telelavoro e il lavoro agile.
Responsabile inserimento mirato e disabilty management: il contributo delle Associazioni delle persone con disabilità
Le Linee Guida indicano un ruolo rilevante per il responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro pubblici e per figure con competenze di disabilty management nei contesti privati. Avranno il compito di interfacciarsi con il servizio collocamento mirato per le nuove assunzioni e per ottimizzare le condizioni lavorative di persone con disabilità già occupate. Queste figure dovranno avere competenze specifiche acquisite in percorsi di formazione e partecipare alla costruzione del progetto personalizzato di inserimento dei singoli lavoratori con disabilità. Queste funzioni potranno essere esternalizzate attraverso il coinvolgimento di associazioni di categoria o di enti del Terzo Settore che al loro interno abbiano figure professionali, opportunamente formate, in grado di rivestire il ruolo di responsabili dell’inserimento lavorativo. Noi di AISM in questo campo abbiamo un’ampia competenza e potremo certamente dare contributi significativi alle aziende per l’inserimento e la migliore occupazione possibile di lavoratori con disabilità.
Il ruolo dell’associazionismo nei patti territoriali
Oltre a ciò, le organizzazioni rilevanti del Terzo Settore, le cooperative sociali, le associazioni delle persone con disabilità dovranno essere coinvolte insieme alle organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro nella sottoscrizione di accordi territoriali, con funzioni di proposta, verifica e valutazione sulle linee programmatiche delle politiche ricondotte ai principi del collocamento mirato su base territoriale. Saranno le Regioni a dover costruire questi luoghi di concertazione.
Dalle buone pratiche alle pratiche diffuse
Vi sarà inoltre una raccolta sistematica delle buone pratiche di inclusione lavorativa, che confluiranno in una piattaforma informatica dinamica e sempre consultabile.
Diffondendo la conoscenza di esperienze positive ed efficaci si alzerà lo standard di gestione del sistema di collocamento mirato e si diffonderanno su tutto il territorio modelli, procedure, azioni, progettualità che potranno essere replicate ad ampio raggio e rendere sempre più reale per tutti il diritto ad avere un lavoro sicuro e dignitoso.