MSIF Research News del 1 febbraio 2011
Soppressione della neuroinfiammazione in un modello sperimentale di SM
È stato dimostrato che il fattore di maturazione gliale (GMF) media la produzione di citochine proinfiammatorie nell’encefalite autoimmune sperimentale (ESA), il modello sperimentale di SM. Questo studio ha dimostrato che l’immunizzazione con il peptide 35-55 della glicoproteina della mielina oligodendrocitica (MOG 35-55) causa un esordio precoce e severo di ESA, e dimostra la neutralizzazione di GMF, attraverso 4 iniezioni dell’anticorpo anti GFM dopo 5-11 giorni dall’induzione dell’ESA nel topo, ritarda il tempo di esordio e riduce in modo significativo la gravità della ESA. Esami istologici del cervello e del midollo osseo di topi trattati con l’anticorpo anti GFM ha dimostrato una riduzione significativa dell’infiammazione e della demielinizzazione rispetto ai controlli, suggerendo un importante ruolo di GMF nella ESA.
Suppression of neuroinflammation in experimental autoimmune encephalomyelitis by glia maturation factor antibody Zaheer S, Wu Y, Sahu SK, Zaheer A.Brain Res. 2011 Feb 10;1373:230-9.
Enzima CYP4F e metabolismo del fingolimod
Un gruppo di ricercatori svizzeri ha dimostrato che l’enzima CYP4F2 e altri membri della sottofamiglia dell’enzima CYP4F del citocromo P450, sono i principali enzimi responsabili della “ω-idrossilazione” del fingolimod, che è la principale via di eliminazione del farmaco in vivo. Il Ketoconazolo, inibitore degli enzimi CYP3A e CYP4F2, è risultato anche un inibitore del metabolismo del fingolimod nei HLM, e un anticorpo specifico contro il CYP4F2 è stato in grado di inibire il metabolismo del fingolimod quasi completamente negli HLM, mentre gli anticorpi specifici per CYP2D6, CYP2E1 e CYP3A4 non hanno dimostrato una inibizione significativa.
CYP4F Enzymes Are Responsible for the Elimination of Fingolimod (FTY720), a Novel Treatment of Relapsing Multiple Sclerosis Jin Y, Zollinger M, Borell H, Zimmerlin A, Patten CJ. Drug Metab Dispos. 2011 Feb;39(2):191-8.
Studio retrospettivo sugli effetti collaterali post infusione del rituximab
Un centro clinico americano ha riportato gli effetti collaterali che seguono alla somministrazione del Ritumab (anticorpo monoclonale anti-CD20). L’analisi retrospettiva di 70 persone con SM ha evidenziato che nel 25.7% dei casi si verificavano effetti collaterali post infusione. Le reazioni evidenziate erano da medie a moderate e si verificavano più comunemente alla prima infusione. I ricercatori affermano che la maggior parte delle persone con SM sono state in grado di completare l’infusione dopo trattamento adeguato delle reazioni e la maggior parte delle persone hanno continuato a ricevere dosi successive senza ulteriori reazioni. I ricercatori concludono che comunque le reazioni associate all’infusione sono comuni con il rituximab ma possono essere evitate con la somministrazione di farmaci specifici pretrattamento.
Incidence of Infusion-Associated Reactions with Rituximab for Treating Multiple Sclerosis: A Retrospective Analysis of Patients Treated at a US Centre.Brown BA, Torabi M. Drug Saf. 2011 Feb 1;34(2):117-23.
News del 10 febbraio 2011
Studio dell’efficacia di un nuovo farmaco nel modello sperimentale di SM
La molecola denominata PETIR™ (peptidase-targeted immunoregulation), sviluppata da un gruppo di ricerca tedesco, colpisce selettivamente l’enzima cellulare peptidasi ritenuto importante nell’attivazione delle cellule T. Nell’analisi degli effetti sul modello animale di SM, encefalite sperimentale autoimmune (ESA), la somministrazione intraperitoneale di PETIR da 15 a 24 giorni dopo l’induzione di ESA, ritarda significativamente e diminuisce i segni clinici di attività di malattia. Un beneficio terapeutico simile è stato ottenuto dopo somministrazione orale di PETIR-001 da 12 a 21 giorni dopo l’induzione della malattia. Gli autori suggeriscono che questa nuova molecola potrebbe rappresentare un nuovo ed efficiente approccio terapeutico per la SM.
PETIR-001, a dual inhibitor of dipeptidyl peptidase IV (DP IV) and aminopeptidase N (APN), ameliorates experimental autoimmune encephalomyelitis in SJL/J mice.Reinhold D, Bank U, Entz D, Goihl A, Stoye D, Wrenger S, Brocke S, Thielitz A, Stefin S, Nordhoff K, Heimburg A, Täger M, Ansorge S. Biol Chem. 2011 Mar;392(3):233-7.
SM e tumori
In generale si ritiene che le Persone con SM non trattate farmacologicamente abbiano un rischio minore di sviluppare tumori rispetto alla popolazione generale, pertanto i ricercatori hanno valutato l’influenza dei farmaci utilizzati per la SM sul rischio di sviluppare tumori. Si è visto che le persone che utilizzano farmaci immunomodulanti (Interferone beta-1a, -1b, e glatiramer acetato) non presentavano un aumento del rischio di sviluppare il cancro, ma le persone trattate con immunosoppressori (azatioprina, ciclofosfamide, mitoxantrone, natalizumab, methotrexate) hanno mostrato un aumento del rischio di sviluppare tumori che era maggiore con l’aumentare della durata del trattamento (p<0.001). Gli autori suggeriscono che tali risultati potrebbero influenzare l’atteggiamento della professione medica, rispetto al rapporto rischio/beneficio, quando viene prescritto un trattamento farmacologico.
Cancer and multiple sclerosis in the era of disease-modifying treatments. Lebrun C, Vermersch P, Brassat D, Defer G, Rumbach L, Clavelou P, Debouverie M, de Seze J, Wiertlevsky S, Heinzlef O, Tourbah A, Fromont A, Frenay M. J Neurol. 2011 Feb 4.
La coronin-1 è essenziale nello sviluppo dell’encefalite sperimentale autoimmune
La coronin-1 è essenziale per il mantenimento del pool dei linfociti T a cui non è stato ancora presentato l'antigene (dette naive). Gli autori hanno riportato che in topi in cui manca la coronin-1, l’immunizzazione con il peptide per la mielina non riesce a indurre i sintomi di ESA, il modello sperimentale di SM, nonostante la normale mobilizzazione dei leucociti nel sangue e l’espressione di citochine, suggerendo un ruolo di coronin-1 nello sviluppo di ESA. L’induzione di ESA era ristabilita trasferendo cellule T CD4+ normali nel topo e questo ha suggerito che la resistenza a sviluppare ESA nei topi mancanti di coronin-1 era dovuta a caratteristiche intrinseche delle cellule T. I risultati indicano che la coronin-1 come modulatore cruciale nell’induzione di ESA.
Coronin 1-Mediated Naive T Cell Survival Is Essential for the Development of Autoimmune Encephalomyelitis Siegmund K, Zeis T, Kunz G, Rolink T, Schaeren-Wiemers N, Pieters J.J Immunol. 2011 Feb 2. [Epub ahead of print]
News del 17 febbraio 2011
Il dodecilmaltoside riduce l’mmunogenticità dell’interferone beta
Un gruppo dell’Università americana John Hopkins ha riportato dati preliminari sui risultati del composto dodecilmaltoside, un detergente tensioattivo non tossico, nel ridurre in vitro l’aggregazione dell’interferone beta. I ricercatori suggeriscono che prevenendo l’aggregazione di interferone beta, si possa prevenire la formazione di anticorpi neutralizzanti. In esperimenti dove topi erano stati trattati con interferone beta in presenza o assenza di dodecilmaltoside, è stato visto che il composto era in grado di ridurre l’immunogenicità (produzione di anticorpi) in vivo.
I risultati ottenuti suggeriscono di approfondire il possibile ruolo del dodecilmaltoside come adiuvante terapeutico in modelli sperimentali di SM.
n-Dodecyl-beta-D: -Maltoside Inhibits Aggregation of Human Interferon-beta-1b and Reduces Its Immunogenicity Rifkin RA, Maggio ET, Dike S, Kerr DA, Levy M. J Neuroimmune Pharmacol. 2011 Mar;6(1):158-62. Epub 2010 Jun 8.
Polimorfismo del gene TNF e suscettibilità alla SM: uno studio Egiziano
Questo interessante studio genetico dall’Egitto ha analizzato il polimorfismo in posizione 376 nel gene Tumor Necrosis Factor-alfa in persone con SM e controlli. Il genotipo GG è stato visto essere prevalente nelle persone con SM primariamente progressiva e SM recidivante remittente, rispetto ai controlli. I risultati sono importanti per il noto ruolo pro-infiammatorio del TNF-alfa e potrebbero inoltresuggerire un possibile aumento della suscettibilità verso la SM in soggetti con genotipo GG.
Tumor necrosis factor alpha gene -376 polymorphism and susceptibility to multiple sclerosis: an Egyptian study Nada MA, Labib DA. J Neuroimmune Pharmacol. 2011 Mar;6(1):142-7. Epub 2010 May 25.
Identificazione dell’impatto clinico delle lesioni corticali nella SM
Gli autori hanno analizzato le lesioni corticali di 26 persone con SM, utilizzando la Risonanza Magnetica tridimensionale a 3 Tesla per le lesioni pesate in T1, e sono stati in grado di identificare, lesioni miste corticali-subcorticali (tipo I) e lesioni esclusivamente intracorticali (tipo II), ma sono state evidenziate, ancora una volta, difficoltà tecniche nella rilevazione di lesioni corticali sottomeningee. Il numero delle lesioni corticali era correlata con i punteggi del California Verbal Learning Test, impiegato per valutare la memoria verbale. I punteggi dell’EDSS correlavano con il numero e con il volume delle lesioni corticali, ma non con il volume delle lesioni della sostanza bianca. Il lavoro dimostra che le lesioni corticali rilevabili abitualmente sono collegate alla disabilità fisica e a disfunzioni cognitive.
Identification and Clinical Impact of Multiple Sclerosis Cortical Lesions as Assessed by Routine 3T MR Imaging. Mike A, Glanz BI, Hildenbrand P, Meier D, Bolden K, Liguori M, Dell'oglio E, Healy BC, Bakshi R, Guttmann CR. AJNR Am J Neuroradiol. 2011 Feb 10.
News del 22 febbraio 2011
Anomalie cerebrali nella neuromielite ottica
Storicamente si pensava che la neuromielite ottica (NMO) si distinguesse dalla SM per la mancanza relativa di lesioni cerebrali visualizzate con tecniche di risonanza. Le lesioni cerebrali sono adesso maggiormente riconosciute come caratteristiche della NMO e questo lavoro ha riportato l’incidenza della distribuzione delle lesioni cerebrali in un gruppo coreano. Gli autori hanno osservato che le lesioni cerebrali erano presenti in 11 su 17 persone e che la maggior parte di loro presentava più di due lesioni. La sostanza bianca cerebrale era più frequentemente coinvolta (58,8%) inoltre sono state anche evidenziate lesioni nel corpo calloso, nella capsula interna, nel cervelletto e nel tronco encefalico. Cinque persone hanno soddisfatto i criteri diagnostici di Paty (1988) e altri tre hanno soddisfatto i criteri diagnostici di Barkhof della SM. Gli autori suggeriscono che questi risultati forniscono informazioni importanti per future revisioni dei criteri diagnostici della NMO.
Brain abnormalities in neuromyelitis optica. Kim JE, Kim SM, Ahn SW, Lim BC, Chae JH, Hong YH, Park KS, Sung JJ, Lee KW. J Neurol Sci. 2011 Mar 15;302(1-2):43-8. Epub 2011 Jan 13.
Analisi volumetriche del nervo ottico nella SM
Utilizzando la tecnica della tomografia a coerenza ottica, gli autori hanno caratterizzato il rapporto “cup to disc” (CDR, misura utilizzata in oftalmologia per la valutazione del glaucoma) in 105 persone con SM. Il CDR è definito come rapporto fra due dimensioni che definiscono la forma della papilla e confronta il diametro della porzione “cup” (parametro di forma, che è funzione della quantità di fibre nervose) del disco ottico con il diametro totale del disco ottico. In particolare è stato osservato che due misure la media CDR e il CDR verticale erano maggiori nelle persone con SM rispetto ai controlli sani, mentre l’area del cerchio neuro-retinale era diminuita nelle persone con SM. Gli autori suggeriscono che il CDR potrebbe rappresentare una misura obiettiva per monitorare la progressione della malattia e in teoria per valutare l’efficacia neuroprotettiva dei trattamenti in sperimentazione.
Cup to disc ratio by optical coherence tomography is abnormal in multiple sclerosis. Syc SB, Warner CV, Saidha S, Farrell SK, Conger A, Bisker ER, Wilson J, Frohman TC, Frohman EM, Balcer LJ, Calabresi PA. J Neurol Sci. 2011 Mar 15;302(1-2):19-24. Epub 2011 Jan 11.
La molecola (CORM)-A1 migliora l’encefalomielite allergica sperimentale
Gli autori con questo studio hanno evidenziato che la molecola CORM-A1 (molecola in grado di liberare monossido di carbonio) sarebbe in grado di migliorare i segni clinici e istopatologici dell’encefalomielite allergica sperimentale e pertanto suggeriscono che tale molecola potrebbe rappresentare una possibile strategia terapeutica per il trattamento della SM.
Prevention of clinical and histological signs of proteolipid protein (PLP)-induced experimental allergic encephalomyelitis (EAE) in mice by the water-soluble carbon monoxide-releasing molecule (CORM)-A1Fagone P, Mangano K, Quattrocchi C, Motterlini R, Di Marco R, Magro G, Penacho N, Romao CC, Nicoletti F.Clin Exp Immunol. 2011 Mar;163(3):368-74. doi: 10.1111/j.1365-2249.2010.04303.x. Epub 2011 Jan 14.