MSIF Research News del 30 marzo 2011
Una forma reversibile di danno assonale nella encefalomielite autoimmune sperimentale
Il danno assonale immunomediato è responsabile dei deficit neurologici permanenti della SM, ma come il danno assonale abbia inizio non è del tutto noto. Gli autori hanno usato immagini in vivo per identificare un processo precedentemente al danno assonale, denominato 'degenerazione assonale focale' (FAD), nell’encefalite autoimmune sperimentale (EAS), modello di sclerosi multipla. La FAD è stata caratterizzata in fasi sequenziali, a partire da gonfiori focali sugli assoni arrivando alla alla frammentazione degli assoni. Gli autori propongono che la demielinizzazione non è un prerequisito per il danno assonale nella sclerosi multipla, e che la patologia intra-assonale mitocondriale è il primo segno di danno ultrastrutturale, che precede i cambiamenti nella morfologia degli assoni. Lo studio di immagini molecolari e le valutazioni sperimentali farmacologiche hanno dimostrato che macrofagi derivati da specie reattive dell'ossigeno e dell'azoto (ROS e RNS) potrebbe innescare la patologia mitocondriale e avviare la FAD e che la loro neutralizzazione preserverebbe gli assoni. Gli autori concludono che danno assonale infiammatori potrebbero essere reversibili spontaneamente e quindi un potenziale bersaglio per la terapia.
Siger M, Durko A, Nicpan A, Konarska M, Grudziecka M, Selmaj K. Nat Med. 2011 Mar 27.
Appendicectomia e rischio di sclerosi multipla
In passato è stato dimostrato che l’intervento di appendicectomia sarebbe inversamente correlato al rischio di alcune malattie immunitarie. Gli studi precedenti condotti nello specifico nel campo della SM sono stati però inconcludenti. Il presente studio svedese ha osservato un intervento chirurgico di appendicectomia per perforazione dell’appendice risulterebbe associato ad un più basso rischio di sviluppare la sclerosi multipla. Tali dati non hanno raggiunto la significatività statistica, mentre l’appendicectomia per trattare l’appendicite senza perforazione aveva un valore statistico migliore. Questi risultati possono aiutare a spiegare perché studi precedenti condotti appunto sulla possibile associazione tra appendicectomia e di rischio di SM abbiano dato risultati contraddittori.
Roshanisefat H, Bahmanyar S, Hillert J, Olsson T, Montgomery SM. Eur J Neurol. 2011 Apr;18(4):667-9
Associazione tra due polimorfismi dell’angiotensinogeno e progressione della SM
Un gruppo di ricercatori della Repubblica Ceca ha concluso che i polimorfismi nel gene angiotensinogeno possono essere collegati con la SM. Infatti è stata trovata una associazione significativa tra il polimorfismo M235T e la progressione della malattia. In particolare il polimorfismo che è risultato più alto è stato il tipo MT.
Hladikova M, Vaškù A, Stouraè P, Benešová Y, Bednaøík J. J Neurol Sci. 2011 Apr 15;303(1-2):31-4
Valutazione dell’interruzione della terapia con interferone beta nella SM multipla alta attività di malattia
Questo studio ha osservato, dopo sospensione della terapia, una coorte di persone con SM, che avevano avuto una buona risposta alla terapia con interferone beta. In totale 43 persone che hanno interrotto il trattamento dopo circa 2 anni di trattamento sono stati seguiti per una media di 34 mesi. Durante il periodo di osservazione 28 persone (65,1%) hanno presentato gravi ricadute, di questi, 16 persone (57,2%) hanno avuto una ricaduta, 9 (32,1%) ha avuto due ricadute e 3 (10,7%) hanno avuto tre ricadute. Sebbene lo studio non fosse controllato gli autori suggeriscono che i loro risultati indicano che le persone con SM con elevata attività di malattia pre-trattamento e una buona risposta alla terapia con interferone beta dovrebbe continuare il trattamento e l'interruzione del trattamento non dovrebbe essere raccomandata.
Siger M, Durko A, Nicpan A, Konarska M, Grudziecka M, Selmaj K. J Neurol Sci. 2011 Apr 15;303(1-2):50-2
MSIF Research News del 23 marzo 2011
L’espressione della cistatina C come indicatore di demielinizzazione/rimielinizzazione
Gli autori hanno esaminato il modello spazio-temporale dell’espressione della cistatina F, una molecola inibitoria della cisteina proteinasi lisosomiale, tramite tecniche di ibridazione in situ e immunoistochimica in modelli sperimentali di demielinizzazione e nel tessuto del midollo spinale di persone con sclerosi multipla. I ricercatori hanno dimostrato che i tempi di induzione della cistatina F coincidevano con processi di demielinizzazione attiva e inoltre l’espressione della cistatina F si sovrapponeva con l'area in cui la remielinizzazione era in corso. Infine l’induzione della cistatina F era in grado di fermare i processi di demielinizzazione cronica, nei quali era stata persa la capacità remielinizzante. Gli autori suggeriscono che le loro scoperte dimostrano che l'espressione della cistatina F indica i processi di demielinizzazione/remielinizzazione in corso e che invece la sua assenza indica la cessazione dei processi di remielinizzazione nella zone demielinizzate.
Microglial cystatin F expression is a sensitive indicator for ongoing demyelination with concurrent remyelination . Ma J, Tanaka KF, Shimizu T, Bernard CC, Kakita A, Takahashi H, Pfeiffer SE, Ikenaka K. J Neurosci Res. 2011 May;89(5):639-49
Ridotta attività del proteasoma 20S nella sostanza bianca e grigia nella SM
Gli autori hanno studiato il grado di disfunzione proteasomiale nella SM, nel tentativo di capire i meccanismi che stanno alla base dell'accumulo di proteine ossidate nel cervello di persone con SM. Hanno misurato pertanto l'attività del proteasoma 20S e di altri sistemi di degradazione proteica nella sostanza bianca e grigia in 13 persone con SM e controlli e hanno osservato che l'attività di tre peptidasi del sistema proteasoma 20S erano ridotti nella sostanza bianca e grigia in persone con SM, anche se la quantità del proteasoma 20S presente non era ridotta. Gli autori suggeriscono anche che ci potrebbe essere un deficit del proteasoma 26S, siccome le proteine contenenti Lys-48 poli-ubiquitina sono state trovate accumulate nei tessuti SM. Gli autori suggeriscono che l’inattivazione diretta dei centri di degradazione proteica nelle particelle 20S e/o la presenza di specifici inibitori potrebbe essere la causa della disfunzione proteasomiale nella SM.
Decreased activity of the 20S proteasome in the brain white matter and gray matter of patients with multiple sclerosis. Zheng J, Bizzozero OA. J Neurochem. 2011 Apr;117(1):143-53
Parametri di risonanza per predire la progressione nella SMPP
Questo ampio studio longitudinale di neuroimmagini su 47 persone con SM primariamente progressiva, ha valutato il ruolo del carico lesionale in T2 (T2LL) e il rapporto di trasferimento di magnetizzazione (MTR) nella sostanza bianca che appare normale (NAWM) e nella sostanza grigia (GM) per predire la progressione della malattia. Gli autori hanno scoperto che il T2LL fatto all’inizio e la posizione del picco GM e l'altezza del picco MTR erano predittori indipendenti di progressione, valutata da un test specifico di cammino nel tempo e che un maggior tasso di progressione era correlato con un aumento rapido nelle T2LL e un declino più veloce della media del GM e della posizione del picco MTR. I risultati suggeriscono che la risonanza magnetica potrebbe avere un ruolo prognostico nella SM primariamente progressiva in fase iniziale.
Complementary roles of grey matter MTR and T2 lesions in predicting progression in early PPMS. Tur C, Khaleeli Z, Ciccarelli O, Altmann DR, Cercignani M, Miller DH, Thompson AJ. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2011 Apr;82(4):423-8.
MSIF Research News del 16 marzo 2011
Aumento di frequenza della SM a Catania
Gli autori hanno condotto tale studio allo scopo di determinare la prevalenza e l'incidenza della SM e il suo profilo temporale dal 1975 al 2005, nella città di Catania. Hanno trovato un tasso di prevalenza di 127.1/100,000 e una media di incidenza annuale di 7.0/100,000 che era più alta nelle donne (8.4/100,000) rispetto agli uomini (5.3/100,000). Complessivamente gli autori hanno osservato che nel corso degli ultimi 30 anni l'incidenza della SM in questa popolazione è aumentata da 1.3/100,000 nei primi 5 anni di studio a 7.0/100,000 negli ultimi 5 anni, suggerendo che l'incidenza della SM è ancora in crescita supportando così i dati provenienti da altri studi.
Increasing frequency of multiple sclerosis in Catania, Sicily: a 30-year survey. Nicoletti A, Patti F, Lo Fermo S, Messina S, Bruno E, Quattrocchi G, Laisa P, Cilia S, Mostile G, Marziolo R, Scillieri R, Maimone D, Zappia M. Mult Scler. 2011 Mar;17(3):273-80
Esordio con forma primariamente progressiva o recidivante: valore prognostico delle IgM nel liquor cerebrospinale
Gli autori segnalano il possibile ruolo della produzione intratecale delle IgM oligoclonali (OCIgM) nel predire il decorso della sclerosi multipla, distinguendo tra la forma primariamente progressiva (SMPP) e la forma recidivante-remittente di sclerosi multipla (SMRR). I loro risultati suggeriscono che le OCIgM erano più comunemente osservate nelle SMRR rispetto alle SMPP (46% vs 13%) e che ciò non ha influenzato il decorso della malattia nelle SMPP, ma predice un decorso più aggressivo nelle persone con SMRR definito come tempo a raggiungere un EDSS di 4. Gli autori suggeriscono che i meccanismi patogenetici coinvolti nella SMRR e nella SMPP potrebbero essere diversi.
Primary progressive versus relapsing-onset multiple sclerosis: presence and prognostic value of cerebrospinal fluid oligoclonal IgM. Sola P, Mandrioli J, Simone AM, Ferraro D, Bedin R, Annecca R, Venneri MG, Nichelli PF, Merelli E. Mult Scler. 2011 Mar;17(3):303-11
Fattori predittivi per la SM nelle persone con sindrome clinicamente isolata del midollo spinale
Gli autori hanno condotto tale studio con lo scopo di esaminare il valore predittivo per la conversione in SM delle variabili della storia clinica, risonanza magnetica e liquor cerebrospinale, in 114 persone con una mielite acuta parziale. La SM è stata diagnosticata in 78 persone appartenenti a questo gruppo durante 4,0 ± 1,9 anni di follow-up, mentre la diagnosi di sola mielite è stato mantenuto per 36 persone. L'analisi multivariata ha identificato tre possibili fattori predittivi di diagnosi di SM: età minore o uguale ai 40 anni, presenza di attività infiammatoria al liquor e almeno 3 o più lesioni periventricolari cerebrali alla risonanza magnetica. Gli autori hanno concluso che due sui tre dei fattori individuati potrebbero predire la conversione a SM con maggiore precisione rispetto ai criteri di McDonald.
Predictive factors for multiple sclerosis in patients with clinically isolated spinal cord syndrome. Ruet A, Deloire MS, Ouallet JC, Molinier S, Brochet B. Mult Scler. 2010 Nov 11.
MSIF Research News del 9 marzo 2011
Ruolo terapeutico del naltrexone nell’encefalomielite autoimmune sperimentale
L'uso del naltrexone a basso dosaggio (LDN) in persone con SM nella pratica clinica è oggetto di discussione. Questo studio ha esaminato gli effetti a lungo termine del fattore di crescita degli oppioidi (OGF, [Met5]-encefalina) e del LDN sulla espressione della glicoproteina mielinica degli oligodendrociti nell’encefalomielite autoimmune sperimentale (EAE). I risultati indicano che il trattamento con LDN e OGF non ha avuto conseguenze deleterie a lungo termine e non ha peggiorato la EAE, ma anzi ha contribuito ad arrestare la progressione della malattia, a migliorare i disturbi neurologici, e ha impedito la comparsa di disturbi neurologici in un lungo periodo di tempo.
Prevention and diminished expression of experimental autoimmune encephalomyelitis by low dose naltrexone (LDN) or opioid growth factor (OGF) for an extended period: Therapeutic implications for multiple sclerosis. Rahn KA, McLaughlin PJ, Zagon IS.Brain Res. 2011 Mar 24;1381:243-53.
I mastociti regolano la gravità della malattia in un modello sperimentale di SMRR
Gli autori hanno studiato se i mastociti (cellule che partecipano ai processi infiammatori) potessero influenzare il modello sperimentale di SM recidivante remittente utilizzando un particolare tipo di topi. Studi precedenti avevano scoperto che i mastociti possono peggiorare la gravità della SM in un modello sperimentale di malattia della forma primariamente progressiva.
Gli autori in questo studio hanno visto che il modello sperimentale di SM RR che hanno utilizzato, pur essendo simile al modello di topi con SMRR disponibile in commercio in quanto entrambi privi di mastociti, presentavano una gravità della malattia significativamente ridotta rispetto al modello commerciale, ma conservano il decorso di SM recidivante-remittente e che tale fenotipo veniva revocato da una ricostituzione selettiva di mastociti. I risultati di questo studio confermano che l’influenza precedentemente descritta dei mastociti sul decorso clinico della EAE non è limitato ad un unico modello animale.
Cutting edge: mast cells regulate disease severity in a relapsing-remitting model of multiple sclerosis. Sayed BA, Walker ME, Brown MA. J Immunol. 2011 Mar 15;186(6):3294-8
Fumo di tabacco ambientale associato ad un aumentato rischio di sclerosi multipla
Questo studio di popolazione caso-controllo segnala l'incidenza del fumo passivo nelle persone con SM e controlli che non avevano mai fumato. Attraverso il confronto del tasso di incidenza della SM tra i non fumatori che erano stati esposti al fumo passivo e il confronto con quello dei non fumatori che non erano mai stati esposti, è stato calcolato un valore di odds ratio (misura impiegata negli studi caso-controllo come stima del rischio relativo) pari a 1,3 (95% CI 1.1-1.6). Inoltre gli autori hanno anche osservato che il rischio di SM aumenterebbe con l'aumentare della durata dell'esposizione al fumo passivo. Pertanto gli autori concludono che il fumo passivo è associato ad un aumentato rischio di sviluppare la SM e che ciò potrebbe essere correlato all’irritazione polmonare che si viene a creare, visto che l’uso orale del tabacco sotto forma di tabacco da fiuto non è associato ad un aumentato rischio.
Exposure to environmental tobacco smoke is associated with increased risk for multiple sclerosis. Hedström A, Bäärnhielm M, Olsson T, Alfredsson L. Mult Scler. 2011 Mar 3
MSIF Research News del 1 marzo 2011
Incidenza crescente della SM nelle donne in Finlandia settentrionale
Gli autori hanno valutato l'incidenza e la prevalenza della sclerosi multipla nel Nord della Finlandia attraverso uno studio di coorte retrospettivo che riguardava il periodo compreso tra il 1992 e il 2007, secondo i vecchi criteri per definire la malattia di Poser e di McDonald, trovando che l'incidenza aveva una tendenza ad aumentare nel corso del periodo di 16 anni a causa, principalmente, alla crescente incidenza femminile. Gli autori propongono tra i possibili meccanismi la carenza della vitamina D. Tuttavia i risultati sembrano indirizzare verso un possibile ruolo di fattori ambientali correlati al sesso femminile.
Increasing incidence of multiple sclerosis in women in Northern Finland. Krökki O, Bloigu R, Reunanen M, Remes A. Mult Scler. 2011 Feb;17(2):133-8
Valore prognostico dell’analisi del liquido cerebrospinale al verificarsi di un primo evento demielinizzante
Questo studio francese aveva l’obiettivo di valutare il possibile ruolo come valore predittivo del risultato della puntura lombare per la conversione da SM clinicamente definita alla sindrome clinicamente isolata (CIS). Gli autori hanno scoperto che l'età di insorgenza, la diffusione spaziale evidenziata tramite risonanza cerebrale e nel liquore la conta dei globuli bianchi nel CSF sono indipendentemente associati con la conversione a breve termine nella forma clinicamente definita. In particolare dall’analisi multivariata è emerso che un numero di globuli bianchi maggiore di 4 nella puntura lombare sembra predire la conversione da CIS a SM indipendentemente da altri fattori predittivi noti.
Prognostic value of cerebrospinal fluid analysis at the time of a first demyelinating event. Gout O, Bouchareine A, Moulignier A, Deschamps R, Papeix C, Gorochov G, Héran F, Bastuji-Garin S. Mult Scler. 2011 Feb;17(2):164-72
Natalizumab migliora anomalie registrate ai potenziali evocati in persone con sclerosi multipla recidivante-remittente
Il presente studio, confrontando misure di potenziali evocati visivi (PEV), somatosensoriali (SEP), e potenziali evocati motori (PEM) in 44 persona con SM, eseguiti un anno prima del trattamento con natalizumab e dopo 6-12 mesi di follow up, ha rilevato che una percentuale significativa di persone ha mostrato miglioramenti nei PEV e nei PES dopo l'inizio della terapia, ma che non sono stati osservati cambiamenti nei (PEM). Questi risultati supportano i precedenti risultati ottenuti in altri studi sul ruolo del natalizumab nel migliorare i risultati visivi. Gli autori suggeriscono che questi risultati dimostrano che il natalizumab è in grado di stabilizzare e migliorare la funzionalità di conduzione del sistema nervoso e che i potenziali evocati potrebbero essere uno strumento utile per valutare gli effetti dei farmaci ma sono necessarie ulteriori analisi.
Natalizumab restores evoked potential abnormalities in patients with relapsing-remitting multiple sclerosis. Meuth SG, Bittner S, Seiler C, Göbel K, Wiendl H. Mult Scler. 2011 Feb;17(2):198-203