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02/10/2013

Sclerosi multipla e SLA: uno studio di risonanza magnetica sul danno della sostanza grigia

 

In occasione di ECTRIMS 2013 abbiamo intervistato Eleonora Tavazzi  che presenterà il suo ultimo progetto finanziato da AISM e la sua Fondazione. Si propone di studiare il processo neurodegenerativo cerebrale della SM primariamente progressiva e della SLA.

 

Si svolge a Copenhagen (Danimarca) dal 2 al 5 ottobre 2013 ECTRIMS uno degli appuntamenti più importanti dell’anno per la ricerca sulla sclerosi multipla, che riunisce migliaia di scienziati provenienti da tutto il mondo. È un momento fondamentale anche per le persone con SM perché in queste occasioni emergono le linee guida della ricerca, si possono trarre informazioni utili, nuove conoscenze sulla malattia e indizi di future terapie. Abbiamo perciò intervistato i ricercatori italiani che presenteranno i propri studi ad ECTRIMS, i cui progetti sono sostenuti da AISM e la sua Fondazione, dando così una panoramica su alcuni dei tantissimi argomenti in discussione all’evento.

 

La dott.ssa Eleonora Tavazzi lavora come assistente medico presso l'Unità Operativa di Riabilitazione Neuromotoria-Centro SM dell'Istituto Santa Maria Nascente della Fondazione Don Gnocchi, Milano e collabora a numerosi progetti di ricerca volti allo studio dei processi neurodegenerativi in SM e degli aspetti clinici e di imaging dell’effetti della riabilitazione neuromotoria sui meccanismi di plasticità cerebrale. La sua attività scientifica si traduce in più di 50 pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali. Nel corso degli anni ha sviluppato una grande esperienza nel campo della SM e un interesse nei confronti della ricerca nel capitolo delle malattie demielinizzanti del sistema nervoso centrale, rivolgendo un'attenzione particolare nei confronti dell'applicazione della RM convenzionale ed avanzata nello studio dei meccanismi patogenetici di malattia.

 

La Sclerosi multipla progressiva (SM) e le malattie del motoneurone (MND) condividono caratteristiche comuni, come ad esempio il corso di malattia caratterizzata da una disabilità progressiva. Lo studio del modello di perdita di tessuto cerebrale regionale in queste malattie, con l'individuazione di analogie e differenze, potrebbe aiutare a chiarire il loro meccanismo patogenetico.

 

Ci può descrivere la ricerca che presenta ad ECTRIMS?
Si tratta di uno studio condotto presso l'Istituto Santa Maria Nascente della Fondazione Don Gnocchi, dal team multidisciplinare che si occupa di sclerosi multipla, composto da neurologi e bioingegneri. Nasce dalla idea di confrontare i pattern di riduzione di volume della sostanza grigia cerebrale in due patologie del sistema nervoso centrale in cui prevale la componente neurodegenerativa, la forma primariamente progressiva di SM e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). I nostri risultati dimostrano un danno della sostanza grigia sia corticale che sottocorticale più esteso nella SM che nella SLA. Confermano inoltre, come emerso da recenti dati di letteratura un coinvolgimento di aree extra-motorie nella SLA. Questi dati sembrano suggerire delle similitudini tra i meccanismi patogenetici delle due malattie. Il decorso meno aggressivo della SM e quindi la maggiore durata di malattia potrebbe in parte spiegare il più esteso coinvolgimento della sostanza grigia.

 

Quale obiettivo si pone il suo studio?
L'obiettivo del nostro studio è il confronto dei pattern regionali di perdita di sostanza grigia cerebrale in pazienti affetti da SM primariamente progressiva e pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica utilizzando la voxel based morphometry (VBM). La VBM è una metodica avanzata di risonanza magnetica che permette di identificare le aree di sostanza grigia corticale e profonda significativamente differenti tra due gruppi a confronto.

 

Se dovesse darle un titolo divulgativo al suo studio quale sarebbe?
Danno della sostanza grigia nella sclerosi multipla primariamente progressiva e nella sclerosi laterale amiotrofica: uno studio di risonanza magnetica

 

Quale pensa possa essere un giorno il risultato per le persone con SM?
Il nostro studio, tramite l'applicazione di metodiche avanzate di risonanza magnetica, si propone di migliorare le conoscenze sul processo degenerativo che coinvolge fin dalle prime fasi di malattia la sostanza grigia, confrontandolo con quanto avviene in una popolazione di pazienti affetti da SLA, una patologia neurodegenerativa che, pur avendo un decorso più sfavorevole della SM, ne condivide apparentemente alcuni aspetti. La ricerca scientifica nel campo della SM attualmente è focalizzata alla comprensione dei meccanismi patogenetici di malattia e all'identificazione di marcatori radiologici o biologici che permettano una individuazione tempestiva dei pazienti più a rischio di una evoluzione sfavorevole. L'obiettivo finale comune è la definizione di interventi farmacologici mirati e il più possibile incisivi sul decorso di malattia.

 

Da dove trae la motivazione e lo stimolo per fare il suo mestiere? E quali emozioni le dà?
Mi sono avvicinata al mondo della SM fin dagli inizi del mio percorso di formazione in ambito neurologico. Mi sono subito appassionata alla patologia per vari motivi: la maggiore incidenza in età giovanile, le problematiche correlate al dover rielaborare la malattia, il suo andamento non del tutto prevedibile, i problemi legati alle terapie. Dal punto di vista scientifico è un campo che presenta problematiche tuttora irrisolte e sfide che ritengo estremamente interessanti, come la coesistenza/interdipendenza di due processi patogenetici, infiammazione e degenerazione e la possibilità di indagarne vari aspetti tramite l'applicazione di tecniche avanzate di RM in continua evoluzione e di metodiche di laboratorio del tutto innovative. Per me, avere l'opportunità di seguire i pazienti nella pratica clinica insieme alla possibilità di effettuare ricerca scientifica, prevalentemente orientata allo studio della SM tramite risonanza magnetica, è di continuo stimolo ed interesse

 

Patterns of grey matter damage in progressive multiple sclerosis: a voxel-based morphometry study versus motor neuron disorders
E. Tavazzi, M.M. Laganà, N. Bergsland, P. Tortorella, G. Pinardi, C. Lunetta, G. Baselli, M. Corbo, M. Rovaris (Milan, IT)