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12/02/2015

Sclerosi multipla: il ruolo dell’accumulo di ferro e danno cerebrale

La presenza di ferro potrebbe aiutarci a capire il processo di infiammazione legato alla patologia

Under Pressure - Italia
Nella foto: un'immagine del reportage Under Pressure - Living with MS in Europe. © 2012, Carlos Spottorno - UNDER PRESSURE

 

Il ferro nel nostro corpo svolge alcune funzioni fondamentali, come il trasporto di ossigeno nel sangue. Tuttavia, in determinate condizioni, troppo ferro può essere dannoso. In cervelli sani, il ferro è depositato nelle cellule che producono mielina e nelle guaine mieliniche. Quando, a causa della sclerosi multipla, queste vengono distrutte, il ferro viene rilasciato e può portare a infiammazione. È stato riportato che l'aumento del ferro è associato con una diminuzione del volume del cervello. Tale aumento può anche precedere l’atrofia cerebrale, suggerendo che è coinvolto nella neurodegenerazione.

 

Diversi studi hanno dimostrato che la risonanza magnetica (RM) può indirettamente diagnosticare un possibile aumento del ferro nel cervello delle persone con SM. Tuttavia, il ruolo del ferro nella progressione della malattia e nello sviluppo di disabilità è poco conosciuto. Nel 2007, i ricercatori della New York University sono stati pionieri di una nuova tecnica RM  per rilevare l’aumento ferro nelle aree cerebrali profonde.

 

Lo stesso team ha recentemente pubblicato uno studio condotto su 31 persone con SM e 17 volontari sani. Con il nuovo metodo RM, hanno trovato un aumento del ferro in diverse aree cerebrali profonde delle persone con SM, ma non nei soggetti sani. Questo significa che il ferro potrebbe essere un biomarcatore utile, per capire il processo di infiammazione SM e potrebbe anche essere un indicatore di progressione della malattia. Tuttavia, per meglio definire l’ accumulo di ferro in specifiche aree cerebrali bisogna  analizzare un maggior numero di persone con SM.

 

Relationship between iron accumulation and white matter injury in multiple sclerosis: a case-control study.
Raz E1, Branson B, Jensen JH, Bester M, Babb JS, Herbert J, Grossman RI, Inglese M. J Neurol. 2014 Nov 22. [Epub ahead of print]

 

Fonte: MSIF