In occasione di ECTRIMS 2013 abbiamo intervistato Alice Laroni che presenterà a Copenhagen il suo ultimo progetto finanziato da AISM e la sua Fondazione. Lo studio si propone di capire il funzionamento delle cellule del sistema immunitario “natural killer” nella SM
Si svolge a Copenhagen (Danimarca) dal 2 al 5 ottobre 2013 ECTRIMS uno degli appuntamenti più importanti dell’anno per la ricerca sulla sclerosi multipla, che riunisce migliaia di scienziati provenienti da tutto il mondo. È un momento fondamentale anche per le persone con SM perché in queste occasioni emergono le linee guida della ricerca, si possono trarre informazioni utili, nuove conoscenze sulla malattia e indizi di future terapie. Abbiamo perciò intervistato i ricercatori italiani che presenteranno i propri studi ad ECTRIMS, i cui progetti sono sostenuti da AISM e la sua Fondazione, dando così una panoramica su alcuni dei tantissimi argomenti in discussione all’evento.
La dottoressa Alice Laroni lavora presso il Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica dell’Università di Genova. Specializzata in neurologia si è dedicata alla ricerca in campo neuroimmunologico fin dall’inizio della sua formazione con particolare interesse sul funzionamento del sistema immunitario nella sclerosi multipla. Lo studio che presenta all’ECTRIMS è stato finanziato con una borsa di studio del Bando FISM 2009.
Ci può descrivere la ricerca che presenta ad ECTRIMS?
«Nella mia ricerca, che porto avanti nel laboratorio guidato da Antonio Uccelli - con la collaborazione preziosa di vari colleghi e presso il Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Genova, diretto da Gianluigi Mancardi - studio il funzionamento del sistema immunitario, ed in particolare di un tipo di globuli bianchi che sono chiamati cellule "natural killer". La loro fama di killer è dovuta al fatto che sono in grado di uccidere le cellule malate del nostro organismo, ad esempio quelle tumorali o infettate da virus. In laboratorio abbiamo osservato che queste cellule sono capaci anche di uccidere altre cellule del sistema immunitario, i linfociti T attivati: una specie di antincendio naturale che pensiamo sia utile a proteggere l’organismo da un eccesso di infiammazione. Abbiamo poi studiato il funzionamento delle cellule natural killer in persone con sclerosi multipla, e visto che queste cellule sono meno efficienti nell'uccidere i linfociti T attivati: questo è importante, visto che i linfociti T attivati sono tra le cellule che attaccano al mielina nella sclerosi multipla. E’ possibile quindi che nelle persone con SM le cellule natural killer siano troppo “buone”, permettendo ai linfociti T attivati di moltiplicarsi e di andare ad attaccare la mielina. Attualmente stiamo continuando gli esperimenti per confermare questi dati in gruppi più ampi di pazienti, capire quali sono le "armi" che le cellule natural killer usano per uccidere i linfociti, e successivamente indagare quali meccanismi non funzionano nelle persone con SM».
Quale obiettivo si pone il suo studio?
«Stabilire se le cellule natural killer siano dei "regolatori" del sistema immunitario e quali armi usino per questo loro compito; capire poi se il loro funzionamento sia compromesso nella SM ed infine come mai questo accada».
Se dovesse darle un titolo divulgativo al suo studio quale sarebbe?
«Sclerosi Multipla: un problema di killer?»
Quale pensa possa essere un giorno il risultato per le persone con SM?
«Confermare che le cellule natural killer sono compromesse nella SM e capire come questo accada permetterebbe di progettare delle terapie che agiscano su queste cellule, ripristinandone la funzione. La strada è ancora lunga ma capire cosa non funziona è il primo passo per poter pensare di intervenire».
Da dove trae la motivazione e lo stimolo per fare il suo mestiere? E Quali emozioni le dà?
«Fin dagli anni dell’università mi sono appassionata allo studio dei meccanismi, ancora in gran parte sconosciuti, che governano il nostro organismo, e il cui malfunzionamento può portare allo scatenarsi delle malattie come la SM. Mi sono specializzata in neurologia e, allo studio teorico, si è affiancato l’incontro quotidiano con donne, uomini e ragazzi con la SM. La loro forza e la loro sofferenza danno la motivazione e la spinta al mio lavoro che spero possa aggiungere un piccolo “tassello” alla comprensione di questa malattia. Come neurologa, condivido le emozioni dei miei pazienti: la soddisfazione quando la terapia giusta aiuta a stare bene e vivere la propria vita familiare, scolastica e professionale, la rabbia quando le cose non vanno come vorremmo, la speranza delle nuove terapie. Il lavoro di ricercatrice di laboratorio richiede molta pazienza perché spesso si portano avanti settimane di esperimenti senza successo; la soddisfazione e l’emozione che provo, però, quando ottengo un risultato sono grandi e ripagano di tutta la fatica».
Poster ECTRIMS
Natural killer cells are functionally defective in multiple sclerosis
A. Laroni, E. Armentani, R. Gandhi, I. Gandoglia, F. Ivaldi, N. Kerlero de Rosbo, G. Mancardi, H. Weiner, A. Uccelli (Genoa, IT; Boston, US)