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29/05/2012

Un'analisi della qualità della vita delle persone con SM e dei loro cari

Solari

La dott.ssa Alessandra Solari (Unità di Neuroepidemiologia della Fondazione IRCSS Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano), ha condotto uno studio sullo stato di salute degli adulti con sclerosi multipla e i loro cari.

 

Lo Studio POSMOS - questo il nome dell’indagine – è stato condotto attraverso il metodo della indagine postale, nella  provincia di Milano. Obiettivi dello studio erano valutare prospetticamente i cambiamenti nello stato di salute e nella qualità di vita nel corso di 11 anni in una coorte di persone con SM e valutare i sintomi depressivi nelle persone vicine ai pazienti.

 

Dai dati è emerso che le persone vicine ai pazienti con SM presentano valori di qualità della vita (QDV) significativamente più bassi relativamente agli ambiti “vitalità”, “salute mentale”, e un aumento significativo dei sintomi depressivi rispetto ai controlli. Questi risultati sono stati confermati nei modelli multivariati, dopo che il controllo è stato eseguito per sesso, età e grado di scolarità.

 

Il carico psicologico dovuto alla malattia, nelle persone vicine ai pazienti, è risultato particolarmente elevato per le donne e gli anziani, e non è parso influenzato dalla gravità della SM, quanto dalla presenza di sintomi depressivi nella stessa persona con SM.

 

Per quanto riguarda le persone con SM, esse riportano cambiamenti significativi nel tempo dei valori di QDV. Alcune dimensioni peggiorano (funzioni cognitive, stress, cambiamenti nello stato di salute), mentre altre (benessere emotivo, funzione sociale) migliorano nel tempo.

 

A nostro giudizio” – dichiara la dott.ssa Solari, coordinatrice dello studio – “questo potrebbe indicare un possibile accomodamento che si è verificato nel tempo da parte delle persone con SM, che affrontano la malattia e - al di là dell’aggravamento clinico che si presenta - reagiscono ad essa, cercando di gestire al meglio l’aspetto emotivo e sociale che la loro condizione comporta”.

 

Altri dati mostrano che i pazienti presentano alti livelli di sintomi depressivi che non cambiano significativamente nel tempo. Tali livelli sono i più alti rispetto ai loro cari e ai controlli.

 

I nostri risultati, unici nel loro genere nel panorama nazionale e internazionale,” – continua la dott.ssa Solari – “sono consistenti con gli studi precedenti, che indicano la necessità di interventi mirati a ridurre lo stress e la depressione nelle persone con SM e nei loro caregiver.”

 

Questo studio è stato finanziato grazie al bando FISM 2009.