Il trattamento con l’agente ipometilante DAC determina un miglioramento del decorso clinico di malattia nel modello sperimentale di SM: Lo ha dimostrato uno studio cofinanziato da AISM e la sua Fondazione FISM, condotto dalla dottoressa Katia Mangano e coordinato dal professor Ferdinando Nicoletti dell’Università di Catania
Le molteplici variazioni dei geni che possono influenzare la suscettibilità della sclerosi multipla (SM) individuate tramite studi genetici, non possono spiegare da sole la varietà delle forme di malattia. In particolare, studi genetici ‘genome wide’ che hanno analizzato i geni dei linfociti T in gemelli omozigoti non hanno trovato chiare differenze che possano spiegare l’alta discordanza della SM riscontrata tra i due gemelli.
È stato suggerito che l’epigenetica possa costituire un legame tra geni e fattori ambientali nello sviluppo di malattie autoimmuni come la SM. L’epigenetica è una branca della genetica che studia tutte le modificazioni ereditabili che provocano una diversa espressione dei geni dell'organismo pur non alterando la sequenza del DNA. Una modifica epigenetica che avviene sul DNA è la ‘metilazione’ cioè l’ addizione di un gruppo metile in siti specifici di DNA chiamati CpG (citosina-fosfato-guanina). Lo stato di metilazione di questi siti CpG può avere un forte impatto sull'attività dei geni.
Nonostante vari studi abbiano suggerito che ci sono variazioni epigenetiche alla base della patologia della SM sia in persone con SM che in modelli sperimentali della malattia, non sono mai stati proposti trattamenti per la SM che portino ad un cambiamento dello stato epigenetico.
I ricercatori di questo studio hanno analizzato gli effetti dell'agente ipometilante 5-aza-2'-deossicitidina (DAC) in due modelli sperimentali di encefalomielite sperimentale allergica (ESA).
I risultati hanno dimostrato che il trattamento con DAC era associato ad un miglioramento significativo delle caratteristiche cliniche e istologiche della malattia in entrambi i modelli di ESA. Questi effetti sono stati osservati sia utilizzando DAC per profilassi che come trattamento terapeutico. Un decorso più lieve della malattia è stata associato ad una riduzione del numero di linfociti infiltranti nel midollo spinale e ad un miglioramento dei segni istopatologici associati all’ ESA. Inoltre, sono stati osservati un aumento dei livelli di trascrizione di citochine anti-infiammatorie e una diminuzione di mediatori pro-infiammatori. Infine, il trattamento con DAC ha determinato un aumento della percentuale di cellule circolanti T regolatorie.
Questi risultati confermano che il trattamento con DAC determina un miglioramento della malattia nei modelli sperimentali di SM e gli autori suggeriscono l’importanza di condurre studi di clinici su persone con SM per testare la sicurezza di DAC e il suo possibile ruolo come agente terapeutico per la SM
Hypomethylating Agent 5-Aza-2'-deoxycytidine (DAC) Ameliorates Multiple Sclerosis in Mouse Models. Mangano K, Fagone P, Bendtzen K, Meroni PL, Quattrocchi C, Mammana S, Di Rosa M, Malaguarnera L, Coco M, Magro G, Di Marco R, Nicoletti F.J Cell Physiol. 2014 Apr 2. doi: 10.1002/jcp.24641. [Epub ahead of print]