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05/09/2016

Sclerosi multipla: comunicati i primi risultati degli studi di fase III sul Siponimod

Il trattamento orale è in sperimentazione per le forme secondariamente progressive di SM. L’Azienda ha dichiarato raggiunto l’obiettivo della ricerca: ridurre il rischio della progressione della disabilità rispetto al placebo. La presentazione dei risultati alla comunità scientifica al prossimo ECTRIMS di Londra

 

Lo scorso agosto 2016 l’azienda Novartis ha comunicato i primi risultati dello studio di fase III (Expand) sull’efficacia del trattamento orale Siponimod, condotto su 1651 persone con SM secondariamente progressiva.
Obiettivo principale dello studio era un miglioramento del tempo di progressione della disabilità confermata a tre mesi, valutata tramite Expanded Disability Status Scale (EDSS), rispetto al placebo. I primi dati preannunciati avrebbero mostrato il raggiungimento di tale obiettivo. I risultati verranno condivisi con la comunità scientifica internazionale al congresso ECTRIMS di Londra, in corso dal 14 al 17 settembre a Londra.

 

Il Siponimod appartiene alla stessa classe di farmaci del fingolimod (Gilenya®): i modulatori dei recettori della sfingosina 1-fosfato (S1PR). Come la terapia già approvata, anche questa agisce sul sistema immunitario tramite i linfociti, cellule coinvolte nell’attacco autoimmune che caratterizza la sclerosi multipla, impedendogli di uscire dalle ghiandole linfatiche, e quindi entrare nel cervello. In questo modo riduce l’attacco immunitario sul sistema nervoso centrale.

 

Altri studi di fase II (Studio Kappos) realizzati in precedenza su tale molecola nelle forme recidivanti remittenti hanno mostrato che il farmaco ridurrebbe il tasso di ricadute se confrontato con placebo.

 

«La presentazione di questi risultati alla comunità scientifica  in occasione di ECTRIMS – dice Mario Alberto Battaglia, Presidente FISM – ci darà modo di conoscere più approfonditamente lo studio. Un segnale comunque importante per questa forma di sclerosi multipla, perché permette di ampliare le conoscenze e apre la strada a nuove proposte terapeutiche per una parte delle persone con SM progressiva».