Uno studio ha analizzato otlre 1.200 persone con sclerosi multipla seguendole per due anni. I risultati indicano che il nuovo farmaco è più efficace nel ridurre l'attività di malattia e l'atrofia cerebrale
Alemtuzumab è un trattamento efficace approvato per la sclerosi multipla recidivante remittente, ma rispetto ad altri farmaci presenta un alto rischio di effetti collaterali gravi. Agisce su alcuni tipi di cellule del sistema immunitario (cellule T e B), che normalmente ci proteggono attaccando virus e batteri, ma nella sclerosi multipla colpiscono la mielina che ricopre i nervi nel cervello e nel midollo spinale. Alemtuzumab impedisce a queste cellule di raggiungere il cervello e il midollo spinale prima che possano danneggiare i nervi.
Nel 2012, due studi clinici (chiamati CARE MS-I e CARE MS-II) hanno valutato gli effetti di alemtuzumab rispetto a quelli dell’interferone beta-1. Entrambi gli studi hanno evidenziato un'efficacia maggiore di alemtuzumab nel ridurre il numero di attacchi in persone con sclerosi multipla.
Recentemente un gruppo di ricercatori ha pubblicato i risultati di un'ulteriore analisi di risonanza magnetica (RM) di questi due studi. Sono state analizzate 1.248 persone con SMRR, seguite per i successivi due anni. Alemtuzumab è risultato superiore all'interferone nel ridurre l'attività di malattia in RM e l’atrofia cerebrale (che potrebbe essere il risultato della morte di cellule cerebrali). I risultati di questo nuovo studio confermano e integrano i dati precedenti sulla maggiore efficacia di alemtuzumab rispetto all’ interferone beta-1a, utilizzando analisi di risonanza magnetica.
Arnold DL, Fisher E, Brinar VV, et al.; CARE-MS I and CARE-MS II Investigators. Superior MRI outcomes with alemtuzumab compared with subcutaneous interferon β-1a in MS. Neurology. 2016 Oct 4;87(14):1464-1472.
Fonte: MSIF