«Il cinque per mille è una misura di democrazia fiscale – afferma il Direttore Affari Generali e Relazioni Istituzionali AISM Paolo Bandiera – e tutte le risorse che i cittadini decidono di destinare, attraverso questo istituto, al finanziamento di specifiche attività di interesse pubblico ed utilità sociali devono arrivare dove i cittadini chiedono che arrivino. Ossia alle diverse organizzazioni di volontariato, ricerca scientifica, sanitaria e universitaria ma anche alle politiche sociali perseguite dai comuni, alle attività sportive dilettantistiche, alle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, al sostegno alla gestione delle aree protette. È ora che lo Stato tolga ogni tetto o, in alternativa, lo incrementi in maniera tale evitare la mancata distribuzione delle risorse. Per questo, oggi, AISM, a nome di diverse organizzazioni del Terzo Settore, è stata in audizione congiunta delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato per chiedere di inserire nella prossima Legge di Bilancio dello Stato un emendamento che, una volta per tutte, e a vantaggio di tutti i potenziali beneficiari, tolga l’attuale tetto che ogni anno viene posto all’erogazione delle risorse del cinque per mille».
Lo Stato già ha fatto diversi passi in avanti: dal 2014, dopo quasi dieci anni in cui la misura veniva rifinanziata di anno in anno, ha stabilizzato l’istituto del cinque per mille e successivamente ha aumentato il tetto massimo di finanziamento fino ai 525 milioni previsti per il 2022.
«Ora è il momento di togliere finalmente anche l’ultimo tetto o di aumentarlo in modo tale da poter distribuire effettivamente tutte le risorse indicate dai contribuenti – continua Bandiera -. Infatti mentre, al netto della diminuzione delle preferenze del 2020 a causa della contrazione economica dovuta alla pandemia, continua a crescere la fiducia dei cittadini nel confronti del Terzo Settore, sinora l’incremento del numero di contribuenti del cinque per mille non ha comportato un proporzionale aumento delle risorse percepite dai beneficiari, poiché il tetto massimo previsto dalla misura, negli anni, ha di fatto sottratto ai destinatari anche cifre vicine ai 100 milioni di euro l’anno».
Del resto già da diversi anni, con la sentenza 202/2007, la Corte Costituzionale ha sottolineato l’obbligo per lo Stato di assegnare interamente ai beneficiari tutte le risorse loro destinate dai contribuenti. Più a fondo, la mancata distribuzione da parte dello Stato del totale delle risorse destinate dal contribuente va a inficiare la piena attuazione del principio di sussidiarietà previsto dall’art. 118 della Costituzione.
In parallelo, gli obblighi e i vincoli di trasparenza cui le organizzazioni devono rispondere, per poter usufruire di questa misura sono estremamente rigorosi e, da qui in avanti, potranno accedere al cinque per mille solo gli enti e le organizzazioni di Terzo Settore iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, che entra in vigore dal prossimo 23 novembre: un’ulteriore garanzia per tutti i contribuenti che ogni euro del cinque per mille vada a chi ha tutti i requisiti necessari ed è in grado di utilizzarlo al meglio.
L’emendamento per l’abolizione del tetto, proposto oggi al Parlamento, è firmato, oltre che da AISM, da Action Aid International Italia, Emergency, FAI, Fondo Ambiente Italiano, Fondazione AIRC Ricerca sul cancro, Fondazione Telethon, Lega del Filo d’oro, Save the Children.
In questa stessa linea una proposta di emendamento al Decreto Legge 26 ottobre 2019, n°124, con cui si chiede l’abolizione del comma 154 dell’art.1 della Legge 190/2014, che prevede una capienza massima per la misura del cinque per mille, è al momento in corso di valutazione presso le Commissioni riunite finanze e lavoro del Senato, presentata dal senatore Tommaso Nannicini, con il quale è particolarmente attivo un confronto su questi temi.
«È una battaglia di democrazia che va a vantaggio di tutti, anche di Comuni, Università e altre organizzazioni e va anche oltre il grande mondo del Terzo Settore – conclude Bandiera -: AISM ci crede, e ci lavora intensamente, da anni».
«AISM e la sua Fondazione – afferma il Presidente FISM Mario A. Battaglia – hanno scelto da subito di destinare interamente il cinque per mille, per lungimirante scelta dell’assemblea associativa, alla ricerca scientifica che, per le persone con SM, significa impatto concreto oggi e domani sulla loro vita oltre la malattia. Per questo continueremo ad investire sulla ricerca di eccellenza, ad attivarci per avere a disposizione il massimo delle risorse che i cittadini decideranno di destinare alla nostra ricerca. Lo avevamo scritto nell’Agenda 2020 della sclerosi multipla: una priorità assoluta è garantire “risorse finanziarie adeguate dedicate alla ricerca”. Lo abbiamo fatto sino a oggi. E l’impegno ad ottenere tutte le risorse che servono per capire e curare la sclerosi multipla sarà ancora una delle #1000 azioni oltre la SM che caratterizzeranno la nuova Agenda 2025 della sclerosi multipla. Siamo convinti che, insieme, arriveremo al traguardo di un mondo libero dalla sclerosi multipla».