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11/12/2020

AISM: «la cannabis terapeutica e i farmaci sintomatici vanno inseriti nei LEA»

 

«L’accesso alle terapie sintomatiche, tra cui la cannabis terapeutica, è una questione di garanzia di diritti, sostegno e promozione della ricerca, strutturazione dei servizi: un tema di importanza centrale per la salute e la qualità di vita di moltissime persone con sclerosi multipla e non solo», ha spiegato Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali e Advocacy AISM in occasione del webinar Cannabis terapeutica: un’occasione mancata … sinora”, che ha visto la presenza del dottor Achille Iachino, Ministero della Salute - Direttore Generale Dispositivi Medici e Servizio Farmaceutico -, di parlamentari, sindacalisti, rappresentanti del mondo farmaceutico e medico.

 

C’erano il Ministero della Salute, l’industria dei produttori di cannabis, la Società Italiana dei Farmacisti preparatori, medici, parlamentari e rappresentanti della società civile all’incontro organizzato per parlare della cannabis terapeutica, tra le opportunità terapeutiche che offre alla cura e le difficoltà per accedervi.

 

E c’era AISM, a rappresentare la voce di tutti i pazienti che, secondo il Decreto Ministeriale del 9 novembre 2015, possono avere accesso alla prescrivibilità gratuita di farmaci a base di cannabis per il trattamento di specifici sintomi o malattie: sclerosi multipla, trattamento della spasticità, dolore oncologico e cronico, cachessia (in anoressia, HIV, chemioterapia), vomito e inappetenza da chemioterapici, glaucoma, Sindrome di Tourette.

 

A conferma ulteriore della capacità dell’Associazione di essere interlocutore autorevole di tutti gli stakeholder nel campo della tutela dei diritti delle persone, in rappresentanza non solo di chi ha la sclerosi multipla ma di tutti i pazienti che vivono condizioni di fragilità e disabilità derivanti da patologie croniche e progressive e che, unitamente ai farmaci che incidono sull’evoluzione della specifica patologia, quando disponibili, necessitano anche di poter accedere in condizioni di certezza, equità e uniformità sull’intero territorio nazionale ai farmaci e preparati per il trattamento dei sintomi che possono avere un fortissimo impatto sulla qualità di vita, sulla partecipazione sociale, sul lavoro.

 

«AISM, sulle questioni legate alla cannabis, c’è sempre, al fianco dei diritti di tutti – ha affermato Bandiera - ricordando come già nel 2016, in base agli impegni assunti nell’Agenda della SM 2015-2020, l’Associazione abbia partecipato «a un’audizione parlamentare per richiedere che fosse garantita in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale la prescrizione, erogazione e dispensazione dei prodotti cannabinoidi per uso terapeutico sia nell’area ospedaliera che in quella della cura domiciliare. Come per altri trattamenti e prestazioni, anche sull’accesso ai farmaci di origine cannabinoide esiste una accentuata disparità tra le diverse Regioni: va superata. Per questo AISM ha lavorato e continua a farlo ogni giorno per la definizione di Percorsi Diagnostico Terapeutici e Assistenziali specifici per la SM in cui venga pienamente riconosciuto il diritto di accedere ai farmaci sintomatici ed alla cannabis terapeutica previsti nel piano personalizzato di cura, e perché l’accesso a questi trattamenti venga collocato a pieno titolo all’interno del sistema di garanzia dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). La gestione dei sintomi è una parte essenziale del modello di presa in carico di patologie complesse come la sclerosi multipla. Garantire l’utilizzo di questo tipo di possibilità terapeutica a tutte le persone che ne possono trarre beneficio è una questione di diritti e giustizia sociale, in particolare per quelle persone in fase più avanzata di malattia e con sintomi più impattanti sulla qualità di vita».

 

Come noto, dal 2013 l’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato il Sativex® in Italia, come farmaco a base di cannabinoidi, per il trattamento della spasticità da moderata a grave in persone con sclerosi multipla, che non abbiano manifestato una risposta adeguata ad altri farmaci antispastici.

 

Ma ci sono anche altri sintomi per cui persone con sclerosi multipla possono avere benefici da prodotti a base di cannabis, come i disturbi urinari e il dolore neuropatico: «L’accesso ai farmaci sintomatici è anche una questione di diritto al lavoro, all’inclusione sociale, –ha evidenziato Paolo Bandiera – e alla qualità di vita: ci sono giovani professionisti che devono smettere di lavorare per l’impossibilità a gestire disturbi urinari o altri gravi sintomi sul luogo di lavoro. Per questo AISM ritiene, e lo ha ufficialmente chiesto alle Istituzioni nazionali e regionali, che debba essere garantita la piena accessibilità a carico del Servizio Sanitario Nazionale ai farmaci sintomatici per la SM, che – come evidenzia il Barometro della Sclerosi Multipla – comportano oggi una spesa significativa per le persone che ne hanno bisogno.  Secondo le ultime indagini AISM, infatti, il 38% delle persone con SM non riceve gratuitamente i farmaci sintomatici, per i quali sostiene una spesa annua che va da 1.300 a 6.500 euro. Rispettando tutti i criteri scientifici, bisogna che i farmaci sintomatici prescritti nel piano personalizzato di cura per le persone con SM vengano inseriti nei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, anche rispetto a quei principi e dosaggi oggi collocati in fascia C. Non solo. Bisogna anche garantire un’adeguata informazione alle persone e formazione dei medici di base e delle figure mediche deputate alla prescrizione. Infine è importante sostenere la ricerca scientifica, ad esempio per esplorare i possibili effetti immunomodulanti o neuroprotettori dei cannabinoidi. E non potrà mancare l’apporto della prospettiva del paziente, dei Patient Reported Outcome, per indirizzare la ricerca verso le risposte che servono veramente alle persone, a partire dai modelli virtuosi costruiti da AISM e la sua Fondazione».

 

 

Una strada lunga, insomma, da affrontare insieme.

«Spesso - ha aggiunto Paolo Bandiera - e in modo anche più consistente durante l’emergenza Covid-19, le persone con SM hanno segnalato al Numero Verde di AISM la difficoltà ad accedere al farmaco o alle preparazioni magistrali presso le farmacie galeniche. Durante l’emergenza ci siamo confrontati direttamente lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, deputato a livello nazionale alla produzione di cannabis naturale per l’uso terapeutico, per capire a che punto fosse la situazione delle scorte e il livello di produzione, viste la carenza di materia prima di importazione. Ma c’è anche bisogno che dalle Regioni arrivino allo Stato flussi organizzati di informazioni sulle necessità terapeutiche, in modo da garantire un’adeguata programmazione della quantità di cannabis che soddisfi tutti i bisogni dei pazienti».

 

La difficoltà pratica ad avere accesso alla cannabis terapeutica tramite le “preparazioni magistrali” delle farmacie galeniche, per diversi motivi, è stata segnalata da parte di tanti relatori e degli stessi parlamentari che sono intervenuti nel dibattito.

 

Il dottor Achille Iachino, rispondendo alle sollecitazioni, ha condiviso lo sforzo che il Ministero per la Salute intende fare per garantire scorte adeguate e di qualità: «Dal 2021 – ha affermato - intendiamo incrementare la disponibilità di cannabis per uso terapeutico, ma garantendo la qualità. Intendiamo aumentare la produzione, a partire dallo stabilimento chimico militare di Firenze, dentro un quadro di regole e controlli condivisi. Facile a dirsi e complicato a farsi, perché servono accorgimenti e precise garanzie nella produzione, per garantire un prodotto di eccellenza a tutela pazienti.».

 

L’incontro è stato introdotto da un’indagine curata da EuroMedia Research, che ha indicato come il 70% degli intervistati fosse a conoscenza che dal 2006 in Italia la cannabis può essere usata a fini terapeutici, con precise regole di prescrizione e assunzione, ma sinora solo il 7% degli intervistati ha usato prodotti sotto prescrizione medica. Di questi, il 32% ha utilizzato la cannabis terapeutica per contrastare il dolore oncologico o cronico in patologie neurodegenerative, il 15,2% per controllare gli spasmi muscolari dovuti alla sclerosi multipla.

 

Il dottor Giuseppe Fenu, rappresentante della Società Neurologi e neurochirurghi Ospedalieri (SNO) ha commentato: «Se è vero che l’uso principale della cannabis a livello terapeutico è per il contrasto del dolore nelle fasi terminali della vita, nella sclerosi multipla il trattamento con cannabis viene integrato nei percorsi ordinari, come strumento per la gestione dei sintomi e per garantire qualità di vita. I pazienti hanno un approccio razionale a questo tipo di trattamenti, ne percepiscono l’impatto sui sintomi di spasticità, dolore, o sui problemi sfinterici: alcuni ne apprezzano l’esito, altri riferiscono che non è efficace, esattamente come per gli altri farmaci. Ma è un’opportunità e bisogna dare accesso a questa opzione a tutti quelli che ne possono trarre beneficio in base alle evidenze disponibili. Inoltre, più si garantisce l’accesso e più si ha la possibilità di raccogliere dati utili per fare crescere la ricerca e dare risposte sempre più efficaci ai bisogni e alla voglia di vita delle persone».