Nella foto: Il team di ricerca di Ovidio Bussolati
In occasione di ECTRIMS 2013 abbiamo intervistato Ovidio Bussolati che presenterà a Copenhagen il suo ultimo progetto finanziato da AISM e la sua Fondazione. Lo studio si propone di trovare nuovi trattamenti farmacologici in grado di aumentare la capacità degli oligodendrociti di difendersi dall’attacco delle cellule dell’infiammazione caratteristico della sclerosi multipla
Si svolge a Copenhagen (Danimarca) dal 2 al 5 ottobre 2013 ECTRIMS uno degli appuntamenti più importanti dell’anno per la ricerca sulla sclerosi multipla, che riunisce migliaia di scienziati provenienti da tutto il mondo. È un momento fondamentale anche per le persone con SM perché in queste occasioni emergono le linee guida della ricerca, si possono trarre informazioni utili, nuove conoscenze sulla malattia e indizi di future terapie. Abbiamo perciò intervistato i ricercatori italiani che presenteranno i propri studi ad ECTRIMS, i cui progetti sono sostenuti da AISM e la sua Fondazione, dando così una panoramica su alcuni dei tantissimi argomenti in discussione all’evento.
Gli interessi scientifici del professor Ovidio Bussolati dell’Università di Parma (Unità di Patologia Generale, Dipartimento di Scienze Biomediche, Biotecnologiche e Traslazionali) riguardano principalmente la fisiopatologia delle funzioni della membrana cellulare, come la regolazione del trasporto di aminoacidi in vari modelli cellulari normali e patologici. La sua ricerca attuale riguarda progetti sulla modulazione del trasporto di glutammato nelle cellule del sistema nervoso centrale. Lo studio che presenta all’ECTRIMS è stato finanziato con il Bando FISM 2010
Ci può descrivere la ricerca che presenta ad ECTRIMS?
«Nella sclerosi multipla il danno ai tessuti è dovuto soprattutto alla risposta immunitaria e alla infiammazione che causano uno stress ossidativo. Le cellule del sistema nervoso sono dotate però di mezzi per difendersi; uno di questi meccanismi è un sistema di trasporto per aminoacidi, cioè una proteina che trasporta sostanze nutritive all’interno delle cellule, chiamato EAAT3. Noi abbiamo dimostrato che questa proteina è espressa anche nelle placche e che, nel cervello di ratto, la sua espressione da parte degli oligodendrociti (le cellule che producono mielina e che sono le principali “vittime” della sclerosi multipla) è stimolata dalla vitamina A e da un suo derivato (un retinoide) già utilizzato in clinica per altre patologie».
Quale obiettivo si pone il suo studio?
«L’obiettivo del nostro studio è cercare mezzi farmacologici per aumentare la capacità degli oligodendrociti di difendersi dall’attacco delle cellule dell’infiammazione, riducendo così il danno cellulare associato alla sclerosi multipla. La ricerca presentata ad ECTRIMS è solo un primo passo, una specie di studio di fattibilità. Ora bisognerà dimostrare che le cellule trattate sono effettivamente più resistenti allo stress ossidativo, sia in laboratorio che in modelli animali, e vedere se i risultati sono verificati in cellule umane».
Se dovesse darle un titolo divulgativo al suo studio quale sarebbe?
«Costruiamo uno scudo contro la Sclerosi Multipla».
Quale pensa possa essere un giorno il risultato per le persone con SM?
«Una terapia orale, con pochi effetti collaterali, che arresti, o almeno migliori, il decorso della malattia. È bene chiarire che ci sono ancora diversi passaggi da affrontare prima di pensare ad una sperimentazione clinica ma, come ho accennato prima, le prossime tappe da percorrere sono ben definite, per lo meno da un punto di vista sperimentale».
Da dove trae la motivazione e lo stimolo per fare il suo mestiere? E quali emozioni le dà?
«Verificare che un risultato ottenuto in laboratorio si conferma nel modello animale è una grande soddisfazione. Studio il trasporto di aminoacidi da molti anni: è una ricerca “di base”, cioè (apparentemente) senza risvolti applicativi o, come si dice oggi, traslazionali. Tuttavia, da medico, sono sempre stato convinto che una buona ricerca di base sia necessaria per lo sviluppo di terapie innovative, di veri salti di qualità. In questo progetto sostenuto da AISM e dalla sua Fondazione (FISM) possiamo applicare le nostre scoperte ad una prospettiva concreta di miglioramento della vita di persone e questa è una motivazione molto importante. C’è poi un altro aspetto: ad ECTRIMS andrà un mio collaboratore, Massimiliano Bianchi. Io non faccio solo ricerca ma anche attività didattica. Certamente, insegnare “ruba” tempo ma consente di avviare bravi studenti alla ricerca bio-medica, nel nostro caso sulla sclerosi multipla. Vedere quotidianamente sul campo nuove forze, con il loro carico di innovazione ed energia, non è solo una emozione forte ma una speranza per il futuro».
Poster ECTRIMS
Retinoid-dependent induction of the glutamate transporter EAAT3: a possible approach for cytoprotection in multiple sclerosis?
M.G. Bianchi, F. Cavaliere, C. MatuteAlmau, S. Amor, P. van derValk , H. Kagechika, O. Bussolati (Parma, IT; Leioa, ES; Amsterdam, NL; Tokyo, JP)