I risultati di uno studio inglese ripresi da alcuni organi di stampa con toni sopra le righe. “È uno dei tanti studi pubblicati in questi anni. In Italia l’intervento si fa da tempo”, afferma il Presidente FISM
Una serie di titoli in cui si parla di miracolo, di “guarigione” (anche se tra virgolette) dalla sclerosi multipla, di inversione della malattia sono apparsi nelle ultime ore sulla stampa inglese e poi a ruota su quella italiana. Toni non consueti in ambito scientifico, che meritano alcune precisazioni. Il casus è rappresentato da una ricerca inglese - condotta presso il Royal Hallamshire Hospital di Sheffield e il Kings College Hospital di Londra - che ha analizzato gli effetti del trattamento con cellule staminali ematopoietiche nella SM.
La notizia è stata subito lanciata con titoli che richiamano appunto, a esiti miracolosi.
“Questo studio è uno dei tanti pubblicati in questi anni, si inserisce insieme a moltissime altre ricerche in un filone basato sull’utilizzo delle cellule staminali nella sclerosi multipla. – dice Mario Alberto Battaglia, Presidente FISM - In questo campo la ricerca è impegnata dalla fine degli anni Novanta: di recentissima pubblicazione, per esempio, lo studio condotto dal Prof. Mancardi dell’Università di Genova, che ha confrontato gli effetti del trapianto di staminali ematopoietiche, rispetto a una terapia standard come il mitoxantrone. Non solo, bisogna evidenziare come molti centri italiani offrano già da tempo questo tipo di intervento a chi ne ha i requisiti, soprattutto legati alla gravità della malattia. Il Centro Trapianti di Midollo Osseo dell’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze nel 2014 risultava quello che ha effettuato il maggior numero di questi trapianti in Europa”.
Il Prof Gianluigi Mancardi, dell’Università di Genova, spiega come funziona la tecnica: “Il trattamento è indicato per i casi gravi di sclerosi multipla – spiega Gianluigi Mancardi dell'Università degli Studi di Genova - e consiste nell'applicare un'intensa immunosoppressione seguita da trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche. Questa procedura - simile a quella che si applica per il trapianto nelle leucemie - è nota da tempo ed è indicata solo nei casi in cui il paziente è affetto da una forma molto aggressiva di sclerosi multipla, ma non per quelli costretti sulla sedia a rotelle. Si tratta infatti di un trattamento molto forte che ha un tasso di mortalità intorno all'1-2 per cento. Non può quindi essere somministrato a cuor leggero".
Gianluigi Mancardi Direttore del Dipartimento di Neuroscienze, riabilitazione, oftalmologia, genetica e scienze materno-infantili (DINOGMI) di Genova e Presidente del Comitato Scientifico dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla ha avuto un ruolo di promozione e coordinamento degli studi europei nel campo delle cellule staminali ematopoietiche. Anche sul fronte della sperimentazione delle cellule staminali mesenchimali – il progetto internazionale MESEMS – coordinato dal Prof Antonio Uccelli dell’Università di Genova, che si concluderà nel 2016 - la ricerca italiana è all’avanguardia.
AISM e la sua Fondazione sono state tra le prime realtà impegnate nella ricerca sulla sclerosi multipla a puntare sulle cellule staminali, finanziando e promuovendo ricerche rigorose. Dal 2000 ha scommesso su quello che allora era un territorio ancora inesplorato. In questi anni FISM ha messo a disposizione di questo campo di ricerca oltre 5 milioni di euro. |