Nella foto: Antonio Uccelli
Antonio Uccelli è ricercatore dell'Università di Genova - Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica. Si occupa da diverso tempo di ricerca sulla SM, in particolare con cellule staminali. In occasione dell'ECTRIMS 2011, è stato invitato in qualità di relatore un corso organizzato dal dott. Gianvito Martino, per parlare degl ultimi sviluppi della ricerca con cellule staminali mesenchimail (Studio MESEMS) come possibile terapia per la SM.
In questa intervista ci racconta i dettagli della sua ricerca e le prospettive per le persone con SM.
Di cosa si occupa l’ambito di ricerca che illustrerà all’ECTRIMS, e come si colloca nel quadro globale della ricerca sulla SM?
«Il tema è quello delle cellule staminali mesenchimali. Ed è uno studio che ha permesso di chiarire importanti meccanismi di azione delle cellule staminali mesenchimali sul sistema immunitario in vivo».
Dal punto di vista scientifico qual è il contributo della sua ricerca?
«La ricerca ha descritto per la prima volta un nuovo meccanismo attraverso il quale le cellule staminali mesenchimali, un tipo di staminali adulte isolate dal midollo osseo, sono in grado di modificare in vivo la risposta immunitaria: iniettando in endovena le staminali mesenchimali è possibile “paralizzare” le cellule dendritiche impedendo loro di interagire con i linfociti T, una popolazione di cellule del sistema immunitario coinvolta nella risposta contro una proteina bersaglio».
Quali ritorni possono avere nell’immediato futuro sulla vita delle persone con SM gli esiti degli studi che sta presentando? Si riesce a identificare un orizzonte temporale entro cui dalle ricerche che state effettuando si avranno ritorni diretti per una vita di qualità oltre la SM?
«Si. Questo è un importante passo avanti per la ricerca: speriamo nei prossimi anni di avere delle terapie che promuovano la riparazione del danno neurologico. Nelle nostre strategie di ricerca stiamo andando ad investire in campi che ci permetteranno di comprendere i meccanismi di inizio e lo sviluppo della malattia, di terapie innovative, come quelle che utilizzano appunto le cellule staminali».
Dovesse mandare un messaggio alle persone sullo stato globale della ricerca nella SM, sul quadro complessivo che le sembra possa emergere all’ECTRIMS e sulle principali conquiste che ci possiamo aspettare nei prossimi anni, cosa direbbe?
«Direi che questo risultato ha una grandissima rilevanza perché permette di comprendere uno dei principali meccanismi di azione attraverso i quali le mesenchimali svolgono la loro azione terapeutica in pazienti con sclerosi multipla che non hanno risposto alle terapie attualmente disponibili.
Le staminali mesenchimali, pur non potendo riparare i tessuti nervosi irreparabilmente danneggiati dalla malattia, potrebbero rappresentare un’opportunità unica nella cura della sclerosi multipla vista la loro capacità di bloccare le cellule del sistema immunitario che aggrediscono le proteine della mielina, la guaina che riveste i nervi, e di proteggere le cellule nervose.».
Volesse trovare per il vostro contributo un «titolo da giornale» (ossia divulgativo, con un’immagine in grado di sintetizzare e aiutare le persone a capirne il valore per la propria vita), quale sceglierebbe?
«Le cellule staminali mesenchimali sono in grado di regolare il sistema immunitario: la conferma viene da uno studio made in Italy».
Guarda la videointervista di Antonio Uccelli in occasione dell'ultimo Congresso FISM (maggio 2011)