Salta al contenuto principale

02/11/2016

Dal Congresso2016 della Società Italiana di Neurologia una fotografia sulle malattie neurologiche

Sono la condizione patologica più diffusa del mondo occidentale, più delle malattie cardiologiche e del cancro. Lo scenario emerso dall'incontro dei neurologi italiani, nel quale si è parlato anche di sclerosi multipla

 

«Più delle malattie cardiologiche, più del cancro, le malattie neurologiche sono la condizione patologica più diffusa nel mondo occidentale». È questo lo senario emerso dal 47° Congresso della Società Italiana di Neurologia, che si è svolto a Venezia dopo quattro giorni di conferenze e workshop cui hanno partecipato circa 2.000 dei 6.000 neurologi italiani. Nell’anno del Barometro della Sclerosi Multipla, anche la Società Italiana di Neurologia ha scattato una fotografia della situazione, con numeri decisamente impattanti sulle condizioni di vita di tante persone: «Oggi – ha dichiarato il Presidente SIN Leandro Provinciali – 5 milioni di italiani soffrono di cefalea, un milione è affetto da demenza, di cui 600mila da Alzheimer, 930mila persone fanno i conti con le conseguenze invalidanti dell’ictus, 200mila hanno il Parkinson, 500mila hanno l’epilessia, 110mila hanno la sclerosi multipla».

 

Quello della sclerosi multipla è un caso particolarmente rilevante in questo panorama: se, numeri alla mano, non è la malattia più diffusa, i costi per affrontarla sono tra i più alti in assoluto: «curare chi ha un tumore – ha spiegato il Presidente Provinciali – ha costi diretti di circa 47mila euro all’anno per persona; la sclerosi multipla ne chiede 35mila, l’ictus 20mila. Poi bisogna aggiungere i costi indiretti. Sono malattie in costante aumento, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento della nostra aspettativa di vita: per questo oltre agli sforzi della ricerca, che non mancano, sono sempre più necessari nuovi e più efficaci modelli di assistenza socio-sanitaria che rispondano con efficacia ai bisogni di tutti».

 

Barometro della SM 2016: la ripartizione dei costi della SM
Nella foto qui sotto il grafico dei costi della sclerosi multipla diviso per voci di costo (perdita di produttività, costi sanitari e costi non sanitari) come emerge dal Barometro della  SM 2016

Due, dunque, i pilastri per una vera cura della salute: una ricerca di eccellenza e un sistema socio-sanitario che sappia accompagnare ogni persona che si ammala con modelli appropriati di presa in carico lungo tutto il proprio percorso di vita.

La ricerca, certamente, sta facendo la propria parte. Come ha ricordato il professor Gioacchino Tedeschi (II Università di Napoli): «da gennaio 2016, contando solo i gruppi di ricerca delle Università condotti da professori ordinari di neurologia, sono stati pubblicati quasi mille studi sulle malattie neurologiche e, tra questi, 114 sono frutto di collaborazioni internazionali a guida italiana». In questo orizzonte, nella cura della sclerosi multipla l'Italia rappresenta un vero e proprio modello per tutti, sia per quanto riguarda i successi della ricerca che per la costruzione di una rete efficace per la presa in carico. «Grazie alla ricerca – ha ricordato il professor Gianluigi Mancardi, Presidente Comitato Scientifico di AISM e Presidente eletto di SIN – oggi le persone con SM hanno a disposizione 14 terapie approvate, mentre altre 4 nuovi trattamenti stanno arrivando». E questa è una vera rivoluzione, che è arrivata per la SM come per nessun’altra malattia neurologica: «Ora parliamo di terapia personalizzata – ha spiegato il professor Antonio Uccelli, dell'Università di Genova -  ciò vuol dire che possiamo valutare la storia clinica e radiologica del paziente e, insieme, capire bene i meccanismi di azione dei diversi farmaci per riuscire a fare con la persona la scelta di cura migliore». Lo stesso Mancardi ha aggiunto: «Le persone con sclerosi multipla vogliono condividere la scelta del trattamento. Ma vogliono anche un medico propositivo e attivo, che dedichi tutto il tempo che serve per spiegare le scelte che propone e che alla fine si faranno insieme».

 

Ma la vera sfida dei prossimi anni, per la SM come per tutti gli italiani, è la gestione di una lunga cronicità. «Oggi – ha aggiunto Mancardi - le persone con SM vivono meglio e più a lungo. Invecchiando, però, si possono aggiungere, come per ogni persona anziana, anche altre patologie che stiamo imparando a gestire».