Si è svolto recentemente a Stoccolma il congresso scientifico ECTRIMS, il più grande e importante meeting europeo di ricercatori provenienti da tutto il mondo e impegnati nella sclerosi multpla. Come ogni anno, nelle fasi finali dell'evento, la sessione highlights raccoglie gli studi valutati più promettenti presentati al consesso. Si tratta di dati su studi in corso, che devono ancora essere confermati nelle pubblicazioni. Qui presentiamo una prima parte di queste ricerche, focalizzate sul rapporto tra sclerosi multipla e gravidanza.
Per le donne con la sclerosi multipla la gravidanza è sicura? È necessario programmare la nascita di un figlio e sospendere le terapie per tempo? Quali farmaci hanno dimostrato di non provocare danni al feto? Sono molte le domande che le coppie si pongono e altrettanti i quesiti a cui i ricercatori cercano risposte grazie all'osservazione dei dati storici e la conduzione di studi clinici.
In generale, finora la letteratura scientifica ha indicato che le donne con sclerosi multipla hanno un maggior rischio di partorire prima del termine e di far nascere neonati con minor peso rispetto alle donne senza SM. Ma negli ultimi anni sono stati introdotti molti farmaci che agiscono con meccanismi specifici e cresce la domanda di informazioni per le singole terapie e a secondo del tipo di malattia. Per questo al congresso ECTRIMS, il più importante appuntamento dell'anno per la ricerca sulla sclerosi multipla, che si è svolto a Stoccolma a metà settembre, la gestione della gravidanza è stato uno dei temi principali di discussione nella sessione degli highlights.
E' stato per esempio presentato uno studio sull’azione protettiva della gravidanza rispetto all’esordio della malattia. La ricerca, condotta in Australia da Ai-Lan Nguyen su oltre 3000 donne, ha dimostrato che le donne che non hanno avuto figli vengono diagnosticate prima di Sindrome Clinicamente Isolata (CIS) e di sclerosi multipla rispetto a quelle che hanno figli e hanno allattato.
Sclerosi multipla e gravidanza: per saperne di più
L'azione protettiva della gestazioneè confermata ormai da anni, così come, purtroppo, il rischio di ricadute subito dopo il parto. Un altro studio presentato a ECTRIMS mostra che la gravidanza può essere un fattore negativo in alcuni casi di malattia attiva. Il gruppo del dottor Emilio Portaccio ha analizzato una coorte di 300 donne non trattate o in trattamento con interferone beta o glatiramer acetato prima della gravidanza, che avevano avuto una ricaduta nell’anno prima del concepimento. Lo studio conclude che in donne con malattia attiva la gravidanza va pianificata dopo un periodo di stabilizzazione.
Cosa succede se la gravidanza non si pianifica e quindi si continuano a prendere i farmaci anche dopo il concepimento? Un gruppo di ricerca svedese ha presentato un'indagine condotta sui registri di malattia del paese scandinavo che mostra che l'esposizione all'interferone beta prima del concepimento e/o nel primo trimestre non comporta un aumento del rischio di anomalie congenite gravi. Inoltre, i dati mostrano che gli esiti della gravidanza sono in linea con gli andamenti nella popolazione generale.
Sempre Emilio Portaccio della Fondazione Don Gnocchi di Firenze ha studiato cosa succede alle donne in terapia con natalizumab. I dati presentati a Stoccolma dimostrano che le donne che hanno sospeso natalizumab per programmare il concepimento raggiungono prima la progressione di disabilità.
Uno studio internazionale presentato dalla dottoressa Fink, del Karolinska University Hospital di Stoccolma, ha invece analizzato retrospettivamente cosa è accaduto alle donne in trattamento con rituximab (farmaco elencato tra le terapie off label per la sclerosi multipla), raccogliendo la coorte di pazienti più ampia mai studiata con questo obiettivo, non registrando nessun aumento di problemi durante la gestazione o di salute del feto.
Un'analisi condotta su fingolimod in oltre 1500 gravidanze condotta da Sandra Vukusic ha messo in evidenza un leggero aumento di malformazioni fetali nelle donne trattate rispetto alla popolazione generale. In ogni caso, a luglio scorso, l'Agenzia Europea del Farmaco ha introdotto la controindicazione per il fingolimod in donne fertili che non usino sistemi contraccettivi efficaci.
I molti i risultati su SM e gravidanza presentati al congresso europeo di sclerosi multipla, ECTRIMS confermano che per le donne con SM la scelta di fare un figlio è sicura sia per la madre che per il feto, con qualche differenza a secondo della terapia seguita e della severità della malattia. L'azione protettiva della gestazione, invece, è confermata ormai da anni, così come, purtroppo, il rischio di ricadute subito dopo il parto. È sempre consigliato pianificare la gravidanza con il neurologo di riferimento.